Da molti anni mi colpisce il successo online e la condivisione continua e ripetuta di un disegno dei Peanuts. L’avrete visto quasi tutti, prima o poi: è un’immagine a colori di Charlie Brown e Snoopy seduti sull’orlo di un pontile di fronte a un lago, che contemplano l’orizzonte. Online, su Facebook, su Pinterest, in altri spazi, Charlie Brown e Snoopy hanno dei fumetti in cui si dicono delle cose, molte cose diverse: il disegno è stato infatti usato come “meme”, ma trattandosi in origine di un fumetto vero e proprio molte persone sono indotte a pensare che nel disegno i fumetti e i loro contenuti siano originali, e capita di trovare quegli scambi citati solo nel loro testo e attribuiti a Charles Schulz, l’autore dei Peanuts.
L’idea originale del disegno è una striscia di Schulz del 1990, dentro una delle tante serie dedicate al campeggio estivo. Ma la versione colorata è una sua elaborazione, con alcune piccole differenze: non sono riuscito a ricostruire se possa essere stata fatta nell’ambito di qualche pubblicazione “ufficiale” dei Peanuts (che sono una società di mille produzioni collaterali, quindi potrebbe essere stato un cartone animato, o un albo o pubblicazione derivata dalle strisce, di cui Schulz si occupava meno direttamente), oppure se sia stata un’iniziativa di qualcun altro che è finita in circolazione.
Ma il disegno colorato ha preso una vita propria: sia venendo sfruttato in molti prodotti non ufficiali che sono venduti anche online, ma soprattutto diventando appunto la matrice di una serie di adattamenti con dei fumetti e dei testi piuttosto maldestri applicati da condivisori di passaggio.
Tra questi, l’intervento di maggiore popolarità è quello che fa dire a Charlie Brown e a Snoopy:
– One day we will die Snoopy…
– Yes, but every other day we will live…
La banalità appiccicosa da baci Perugina del dialogo gli ha dato un successo eccezionale: in rete si trovano decine e decine di copie della versione, anche soltanto come testo attribuito a Charles Schulz. Tanto che lo stesso testo circola anche tradotto in altre lingue, tra cui l’italiano, e ulteriormente condiviso e pubblicato. Non sono mai riuscito, in ricerche sommarie ma che durano da anni, a capire chi sia stato il primo autore della riuscita impostura, né quale sia davvero la lingua originale dell’impostura stessa. Impostura che chiamo riuscita per il suo successo, ma chiunque conosca i Peanuts o abbia qualche attenzione si rende conto facilmente dell’incongruenza grafica dei fumetti apposti sul disegno e del loro lettering, così come dell’implausibilità del dialogo: Schulz non ha mai messo “in bocca” a nessuno dei personaggi delle parole così serie ed esplicite intorno alla morte. Non è un dialogo dei Peanuts.
Ciò nonostante, come con molte altre citazioni d’autore inventate (i casi sono tanti, ricorderete quando un falso Neruda fu recitato solennemente nel parlamento italiano), le pratiche di condivisione su internet sommate al meccanismo di autoriconoscimento di sé e dei propri pensieri che a sua volta fa parte delle nostre vite digitali (e a un tratto di “buongiornismo” del testo), hanno creato una perpetuità di quel dialogo attribuito a Schulz e ai suoi personaggi che non verrà mai più interrotta.