Il M5S, quel partito verticista e antipopulista

È già tutto molto scritto stamattina sui quotidiani, ma forse senza sottolineare a sufficienza la rivelazione definitiva, quindi la sottolineo brevemente e poi riporto quello che scrivono Corriere e Repubblica. Un importante dirigente del M5S ha detto una cosa che sancisce una delle due considerazioni alternative (o complementari), su cui in molti avevamo insistito dai tempi delle prime predicazioni di quel partito. Che sono:
1. tutta la storia delle decisioni affidate al popolo, collegiali, e della democrazia diretta, e del rifiuto dei meccanismi tradizionali (che considerano invece debbano esserci dei rappresentanti più competenti e autorevoli a cui è data piena delega), era una balla e un imbroglio venduto da un gruppo di ciarlatani guidato da Beppe Grillo e che ha costruito il proprio successo attraverso questa narrazione, una balla e un imbroglio.
Oppure 2. tutta la storia delle decisioni affidate al popolo, collegiali, e della democrazia diretta, e del rifiuto dei meccanismi tradizionali (che considerano invece debbano esserci dei rappresentanti più competenti e autorevoli a cui è data piena delega), era un’ingenua superficialità di ignoranti delle più elementari cose del mondo, che ora si sono – i loro “capi” – resi conto che non funziona e non può funzionare così e stanno cercando di riconvertirsi a quello che con qualche ragione fanno tutti gli altri in tutte le democrazie serie, provando a non farsi notare troppo.
Fine del M5S, magari ne uscirà qualcosa di più accorto, e intanto meglio così.

Vito Crimi in chat con i senatori si sfoga. «Ma davvero pensiamo che una partita come il Quirinale si possa decidere in assemblea? — questo il senso del ragionamento dell’ex reggente —. Quando abbiamo fatto votare gli iscritti, lo abbiamo fatto da opposizione, quando sapevamo che non sarebbe servito a nulla». L’ex capo politico poi chiede ai senatori se davvero il Movimento voglia contare, se davvero voglia fermare la corsa di Berlusconi al Colle. «Allora serve una persona, il capo, coadiuvato dai due capigruppo», spiega Crimi, cui dare «una delega totale».

Stavolta, scrive sempre Crimi, “per contare ed evitarci Silvio Berlusconi al Colle serve una persona, il capo coadiuvato dai due capigruppo, deve avere la delega totale, deve avere la possibilità di presentarsi con un tot di voti necessari alla elezione e poter quindi essere il player principale”. Solo che, spiega Crimi ai colleghi senatori che hanno portato avanti la proposta Sergio Mattarella, “questo sogno lo avete già frantumato trasmettendo un chiaro messaggio di sfida della serie “io voterò chi ca… mi pare” e avete già ammazzato ogni possibilità di contrattazione seria e di essere influenti”. Conclusione: “Non c’è più storia, il danno è fatto, e quando avremo un nome del ca… al Quirinale, ricordatevelo”.

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