Anche meno

È vero che è una piccola storia, una piccola questione. Ma è anche vero che bisogna avere rispetto per come le persone vivono le loro piccole storie e le loro piccole questioni, e prima di dire con sufficienza “ma l’esame di maturità non conta niente” bisogna ripensare a come si è vissuto il proprio, allora.

Ed è poi vero che educare studenti e famiglie a maggior rispetto e disciplina delle decisioni scolastiche, e a non fare drammi e capricci nelle chat scolastiche, è sempre buona cosa. Sia perché un po’ di disciplina e rispetto delle autorità ci vuole, sia per senso della misura. Trattasi di voti in pagella, la vita andrà altrove.

Ma è anche vero che la storia delle tre ragazze che si sono rifiutate di sostenere l’orale del loro esame di maturità a Venezia perché ritenevano ci fossero state delle scorrettezze nella valutazione di uno scritto, e ne hanno ottenuto una promozione con un voto basso, è una ottima e delimitata occasione per riparlare di cosa sia la disobbedienza civile e quando sia da rispettare.
(E, specularmente, di cosa sia l’obiezione di coscienza, di cui spesso si torna a parlare a proposito di questioni più grandi).

E quindi la metto così, in una specie di paternale ai paternalisti, e allontanandoci dalle tre ragazze veneziane che hanno loro stesse espresso meraviglia per tutte queste attenzioni: se per resistere o protestare contro quella che ritieni un’ingiustizia, violi una regola, senza causare danno a nessun altro che a te, e rispetti le conseguenze della tua scelta, non ci sono altre morali o rimproveri o predicozzi o punizioni che ti meriti. Le sanzioni di comportamenti non permessi sono esse stesse parte delle regole, e una volta applicate esauriscono la loro osservanza: tra queste c’è anche che se fai “scena muta” all’esame prendi un voto basso. Ognuno di noi ha la libertà di non obbedire a regole o a decisioni che ritiene sbagliate, o di violarle quando ritiene che generino un’ingiustizia. A patto, ripeto, che non ci siano conseguenze per altri. A patto, ripeto, che quel qualcuno sia disposto a subire le conseguenze previste per la sua protesta. Le conseguenze previste, non altre. «Questa disobbedienza va punita», se qualcuno l’ha davvero detto, è una sciocchezza da vecchi bulli, in questo e in ogni caso simile.

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