Ondivaga linea editoriale

Ho ricevuto alcune mail, nell’ultima settimana, sulla latitanza di questo blog dalla discussione dei due temi principali della politica interna di quest’estate: il caso Berlusconi e le primarie del PD. Visto che siamo in famiglia, rispondo brevemente qui anche ad eventuali altri, almeno ci capiamo. C’è una prima ragione temporanea e che suona fin troppo banale a dirla. Sono stato in altri posti del mondo, e come sapete questo cambia la misura dell’interesse per le cose, almeno per un po’ di tempo. E come ho scritto, ho anche sospeso di leggere i giornali italiani, e quindi non ho seguito come di solito quello che accadeva. Anzi, quello che si raccontava accadesse. Ma ieri è ricominciato Condor, le abitudini si riformano e bisogna sapere di che si parla in giro. Sul blog decido io, lì è giustamente diverso.
Ma la ragione vera, che sopravviverà forse ancora un po’ all’estate, è che ai miei occhi le due vicende hanno perso ogni interesse, a un certo punto. Hanno saltato lo squalo. Il caso Berlusconi ha smesso da tempo di arricchirsi degli elementi narrativi e giornalistici che l’avevano reso un caso, e da storia notevole è diventato un faticoso caso politico con gran carico di sgradevolezze e il tono ripetitivo delle cose ordinarie della politica italiana. Non succede più niente di interessante da un pezzo, insomma, e quel che succede non è roba a cui venga voglia di mischiarsi. Se ne riparla se la storia ritorna a riguardare Berlusconi e non la campagna contro e in difesa di Berlusconi, aggrovigliate su di sé con conseguenze pessime (di questa analisi, che alcuni fraintesero per giudizio, sono ormai molto convinto).
Quanto al PD, mi pare obiettivamente una campagna congressuale noiosa e insignificante, testimone di una qualità politica dei contendenti poco affascinante. Quanto al mio interesse personale, ho seguito con interesse fino a che ci sono stati dei margini per introdurvi qualcosa di buono e nuovo, e fino a che ho pensato che qualcuno potesse riuscire a farlo. Dal momento in cui si sono chiarite le candidature e i candidati si sono fatti capire, ho avuto l’impressione – tutta mia, per carità – che non sia questo il giro in cui verrà qualcosa di buono e nuovo. Ma conto sul prossimo, e conto anche di sbagliarmi.

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