Cui non dispiace

A imprescindibile complemento delle considerazioni sul libro di Andrea De Benedetti a proposito del rigore sulla lingua, Roberto mi ha ricordato il testo di David Foster Wallace raccolto in Considera l’aragosta col titolo “Autorità e uso della lingua”.

Ci sono molti epiteti per persone del genere. Nazisti della grammatica, Maniaci dell’uso, Snob della sintassi, il Battaglione della grammatica, la Polizia linguistica. Il termine con cui sono stato cresciuto io è Snob. La parola è forse leggermente autorionica, ma gli altri termini sono disfemismi belli e buoni. Una definizione ampia di Snob potrebbe essere una persona che sa cosa significa disfemismo e cui non dispiace farvelo capire.
Faccio presente che noi Snob siamo pressoché l’ultimo tipo rimasto di sfigato monomaniaco veramente elitario. (…) In un modo che fa sentire alcuni a disagio, l’atteggiamento degli Snob verso l’uso contemporaneo della lingua ricorda quello dei conservatori religiosi/politici verso la cultura contemporanea. Combiniamo un fervore da missionari e una fede quasi neurale nell’importanza delle nostre convinzioni con una disperazione allarmista da bisbetici per il modo in cui l’inglese viene sistematicamente martoriato da adulti in teoria colti. Noi siamo i Pochi, i Fieri, i Più o meno sempre disgustati da tutti gli altri.

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