Ancora il Corriere ha oggi invece due belle pagine di Sergio Rizzo e Gian Antonio Stella su Livorno, da cui ho imparato molte cose. Mi permetto di insegnarne una sola, che la distanza linguistica e non solo di noi toscani della costa da quelli dell’entroterra è sempre piuttosto oscura e trascurata.
Escludo quindi, come pare dal virgolettato finale, che il direttore del Vernacoliere o qualunque altro livornese abbia mai detto
“Gli è che non ci è mai venuta l’occasione giusta”
“Gli è”, e le acche aspirate, eccetera, sono roba da fiorentini
A me sembra che “gli è” non sia una forma gergale tipica di qualche dialetto toscano (semmai “illé” fiorentino), ma solo una forma un po’ arcaica dell’italiano, e conoscendo il modo di esprimersi dotto compiaciuto del Cardinali (o del Marchetti alias Borzacchini) è probabile che l’abbia detto lo stesso direttore del vernacoliere.
vero invece quel che tu dici sulle c aspirate
sì, il problema è che quando vogliono imitare il toscano usano (male, perdipiù) i canoni del fiorentino.
come l’anno scorso nel filme di spàicche lì, ambientato in media valle del serchio/garfagnana. sfido io a trovare una sola persona che da quelle parti parla in quella maniera, marianna gane!
Siccome da poco ho conosciuto una persona di Livorno che abita a Firenze, quest’h aspirata che ha, molto forte, l’ha acquisita nel soggiorno a Firenze? A Livorno non ci sarebbe?
La c=h c’è anche in Siena e provincia