Giochini e “problemi reali”

Matteo Orfini ha scritto un post bello lungo per spiegare come mai gli stia sul gozzo il sondaggio dell’Espresso sul “futuro candidato del PD” (in cui è tra i candidati). Analisi abbastanza condivisibile, ma fastidio un po’ sopra le righe: e fragile assai la conclusione, mi pare.

Insomma, una buona volta, finiamola. Ma soprattutto, lo dico ai tanti militanti ai quali quest’ultimo giochino ha fatto perdere la pazienza, smettiamo di prestarci attenzione. Clicchiamo tutti per Vendola, facciamo contento l’ingegner De Benedetti, e torniamo a occuparci di cose più serie, prima che su Repubblica e l’Espresso ricomincino a spiegarci che siamo lontani dai problemi reali del paese, perché pensiamo solo ad accapigliarci tra di noi per chi debba fare il leader.

Che il problema del PD e di “tanti militanti” siano i sondaggi dell’Espresso (ci “perdono la pazienza”? e allora col resto delle cose che riguardano il PD cosa fanno, si ammazzano?) mi sembra l’eventuale dimostrazione dell’essere “lontani dai problemi reali del paese”: trattarlo come giochino invece mi pare inoffensivo, senza farsene irritare. Il problema è nelle teste, non nei giochini. E soprattutto “torniamo a occuparci di cose più serie” per me è anche fare proprio il dibattito sulle nuove classi dirigenti, invece di snobbarlo e lasciare che se ne occupino i giornali. Anche perché io non vedo questo “accapigliarci tra di noi per chi debba fare il leader”, a meno che dietro le quinte del sondaggio dell’Espresso non si siano consumate faide peggiori di quello che racconta Matteo Orfini. A cui auguro di diventare rapidamente un leader del PD, lui o un altro dei citati: al paese non farebbe così schifo.

p.s. sì, però diamoci tutti una calmata: perché vedo ora gli scandalizzati moti di indignazione, altrettanto fuori misura, che hanno accusato Orfini di aver addirittura taroccato il sondaggio pro domo sua, nonché l’altrettanto priva di leggerezza risposta di Sandro Gilioli, con tanto di ardito uso del termine “turbolente” (singolare maschile).

update: è diventato “turbinoso”, dai che un po’ alla volta ce la diamo, ‘sta regolata.

update: Gilioli mi scrive per dirmi che si era trattato solo di un refuso, e gli credo, naturalmente. Cominciamo a chiarire le cose importanti.

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8 commenti su “Giochini e “problemi reali”

  1. stefano c.

    Ciao Luca, permettimi di dire che non ho “accusato Orfini di aver taroccato il sondaggio pro domo sua”, ho solo registrato l’andamento non in linea con Civati e Vendola. Quando – io e altri – ci siamo accorti dell’andamento anomalo siamo rimasti molto stupiti. Nelle successive ore il sondaggio ha preso la piega del “gioco dei polli”, me lo hanno fatto notare, e l’ho (de)scritto. Con stima.
    stefano

  2. Stefano Cobianchi

    Il sondaggio tiene traccia dei voti con un semplice cookie. Basta eliminarlo e si puo’ votare quante volte si vuole. Poi non so se c’e’ un lavoro di pulizia successivo (per esempio eliminare i voti molto ravvicinati provenienti dallo stesso ip), spero di si’ altrimenti sarebbe veramente una roba da dilettanti :-)

  3. odus

    A parte i leader chiunque siano e comunque si chiamino ed i militanti – sui giornali, in TV radio e alle varie nanifestazioni in alcune piazze di Roma -, il PD non dispone di elettorato che raggiunga il 51% dei voti. Nè mai ne ha potuto disporre da quando esiste la Repubblica. Infatti alla sinistra è sempre toccato di stare all’opposizione, con Togliatti, con Berlinguer, con Occhetto e via cantando a parte le parentesi di Prodi – o succedanei – che sinistra pura non era e nemmeno centrosinistra. Il massimo storico raggiunto da Berlinguer negli anni ’70 è stato il 34% dei voti. Senza elettori nessun leader può andare da nessuna parte e gli tocca registrare solo sconfitte. Per la semplice ragione che la maggioranza dell’ellettorato italiano è antisinistra da sempre – io dico fin dai tempi di Giolitti – chiunque sia il leader dell’antisinistra. Così come la sinistra vince sempre, chiunque sia il suo leader, in Emilia Romagna, in Toscana, in Umbria, nelle Marche ed in Liguria facendo dei testa a testa in Piemonte, nella stessa maniera maniera resta sconfitta quando si contano i voti di tutto il paese, sondaggi o non sondaggi dell’Espresso o di chiunque. Bisogna farsene una ragione. Non è questione di leader, ma di elettorato.

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  7. Francesca

    Sed nunc quoque turpes litibus exercet linguas, pulsoque pudore, quamvis sint sub aqua, sub aqua maledicere temptant.
    Limosoque novae saliunt in gurgite RANAE.

  8. piti

    Odus dice una cosa tanto evidente quanto vera.

    Aggiungo che non solo la sinistra non vince perchè questo è un Paese in maggioranza di destra, chiunque sia il leader a sinistra.
    Questo è un Paese di destra chiunque sia il leader di destra.

    Se non altro, dobbiamo a Berlusconi di essere dimostrazione vivente di questa cosa. Se la destra vince anche avendo un leader deriso e sputtanato in tutto il mondo (che poi sa o capisce solo una minima parte delle mostruosità del nostro primo ministro), vuol dire che non c’è possibilità.

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