La terra dei cachi

Tutta la vocazione dell’Italia di oggi sta descritta in sintesi perfetta nella proposta del governo di posticipare l’inizio delle scuole al 1 ottobre. Sembra solo una questione di date, giorni, e cose pratiche, o più seriamente di disinvestimento sulla formazione, ma è invece la scelta che recupera e perpetua un’indole macchiettistica e la rende il vero progetto Italia: tra scuola e vacanza, buttarsi sulla vacanza.

“Questa scelta oltre a godere di grande sostegno tra le famiglie, potra’ favorire l’allungamento della stagione turistica con un positivo impatto sull’occupazione in un settore che va sostenuto durante una congiuntura internazionale di crisi. Addirittura io fisserei l’apertura ogni anno al primo lunedi’ di ottobre”.

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14 commenti su “La terra dei cachi

  1. amedeo naspighi

    In effetti mi sembra un buon modo per sconfiggere la crisi: andiamo tutti in vacanza. Tutti i cassa integrati, chi non arriva alla fine del mese, potrebbero, per sconfiggere la crisi, andare in vacanza. Il turismo da sostenere è quello degli stranieri, che una voce di export sulla bilancia dell’italia e non mi sembra c’entrino le scuole. La volontà è quella di demolire le scuole, c’è troppa cultura in questo paese e qualcuno pensa di ridurla all’origine. Distruggendo la scuola come istituzione si ottengono due effetti, i genitori sono più impegnati e i ragazzi sono più ignoranti. Tutto serve a controllare meglio la popolazione. E’ un vecchio progetto..

  2. vivamau

    Come per i tagli al tempo pieno, il problema è che non si propone una degna alternativa alle famiglie che hanno bambini piccoli in età scolastica (scuola materna, elementare e in parte scuola media) che non possono tornare e stare in casa da soli. E’ già complicato trovare campi scuola per coprire i 2/3 mesi estivi dalla fine della scuola all’inizio del nuovo anno scolastico, dilazionare questo periodo di altri 15 giorni sarebbe veramente pesante per chi non ha nonni che possano accudire i nipoti e comunque si rifletterebbe in ogni caso sul bilancio della famiglia (perché vacanze o campi scuola, sempre pagare bisogna).
    Una mia cara amica inoltre, sospetta che questo diminuire delle ore di scuola, sia un modo per far stare a casa uno dei due genitori ad occuparsi dei pargoli. Lei da donna, sospetta che tutto ciò ricadrà sulla parte femminile della coppia liberando così posti di lavoro per gli “ometti”. Tralasciando la parte femminista della sua teoria, in effetti costringere uno dei genitori a stare in casa rinunciando al lavoro (soprattutto quando lo stipendio di questo lavoro copre appena le spese per il tempo pieno in strutture private o addirittura la retta di una scuola privata) potrebbe essere un fine, magari collaterale e non voluto, di questa degradazione della scuola pubblica (almeno in termini di strutture e servizi, sulla qualità degli insegnanti è secondo me difficile dare un giudizio).

  3. Raffaele Birlini

    Conciata com’è, la scuola, forse si impara di più a non andarci. Come parcheggio per i figli invece va bene, se non incappi in insegnanti incapaci o magari capaci ma, che sfiga, di ginnastica o altre materie che insegnano roba che passerai il resto della vita a cercare di dimenticare e a bestemmiare per il tempo perso e lo spazio sull’hard disk mentale sprecato. Se ti va bene eviti maestre violente, cattive compagnie e giri di pedofili. In teoria la scuola dovrebbe fornire un servizio formativo allo studente, in pratica però lo studente non ha modo di innamorarsi dello studio perché entra in una specie di penitenziario/caserma. Insegnare ad amare lo studio dovrebbe essere la priorità della scuola, guidare i giovani alla scoperta delle materie in grado di appassionarli come il calcio e il lotto appassionano i loro vecchi. Consigliare di stare in vacanza non è certo una soluzione, è una resa incondizionata alla filosofia del uomo contemporaneo: un robot che deve solo lavorare e consumare.

    PS: scusate, un commento molto nervoso ma l’istruzione è, dovrebbe essere, assieme all’educazione, il regalo più prezioso per le nuove generazioni.

  4. piti

    La forza di questa maggioranza è l’inflazione. Dice e fa talmente tante bestialità che alla fine non si notano praticamente più. Non c’è giorno che uno o più esponenti del potere berlusconiano (per non parlare di lui medesimo) non se ne escano con un qualcosa che nei Paesi civili porta alle dimissioni in 12 ore.
    Ma che qui, passa tutto. A causa del numero sterminato di idiozie e cattiverie che si affastellano. E anche a causa dell’incapacità tipicamente italiana di capire il senso, il concetto delle cose, se non sono strettamente materiali (cucinare, segare un asse, tagliare una stoffa, riparare un congegno meccanico: allora siamo forti). Ma di fronte ai ragionamenti astratti, alla valutazione critica delle parole e delle logiche sottostanti le parole, siamo di una inadeguatezza imbarazzante.
    E allora, capita, fra le mille cose, che ci sia anche una uscita come quella della Gelmini. In questo humus, una idiozia come tante.

  5. r.v.

    Se durante gli anni del liceo mi avessero detto che la scuola sarebbe cominciata con due settimane di ritardo avrei fatto i salti di gioia, senza pormi troppe domande. Adesso che ho 27 anni, invece, qualche domanda rispetto alle scelte politiche me la pongo. Molto spesso concludo che ci stanno semplicemente prendendo in giro.
    Chi gli ha detto che una scelta del genere gode di grande sostegno tra le famiglie? E chi gli ha detto che potrebbe esserci davvero un impatto positivo sul turismo? dai forza, diteci che non ci sono soldi così facciamo prima.

  6. Marzio

    Non c’entra nulla il turismo. Ma quando mai la maggioranza delle persone va in vacanza a settembre?

    Piuttosto facciamo due conti.
    Quanti insegnanti precari ci sono nel mondo della scuola? 300 mila? 400 mila?
    E quando prendono al mese? 1300-1500 Euro?
    E se io, al posto di fare partire la scuola il primo settembre la faccio partire il primo ottobre che succede?
    Accade che i contratti dei precari verranno stipulati dal primo ottobre invece del primo settembre.
    E quindi non dovrò pagare l’equivalente di circa 500 milioni di euro.
    Ecco trovati un po’ di fondi per la finanziaria.

    Altro che turismo.

    Ciao

    Marzio

  7. Lithium_paola

    Non ho avuto tempo di leggere tutto quindi chiedo scusa se ripeterò un concetto già scritto, ma quale genitore è comodo ad avere i bambini a casa fino a ottobre?
    Io venivo scarrozzata dai nonni per tutte le vacanze, ma non tutti sono così fortunati…o sbaglio?

  8. mico

    Si tratta del più goffo tentativo mai visto di proporre di togliere un mese di stipendio ai precari buttando sulle famiglie l’onere di piazzare i pargoli da qualche parte non più per qualche giorno, come gli anni scorsi.
    Temo anche che la proposta verrà ritirata e, mentre sospiriamo di sollievo, verrà lanciata qualche altra manovra a spese della scuola.
    Qualcuno regali delle forbici al ministro Gelmini: non la si ricorderà per altro, esclusi gli occhiali.

  9. DB

    Mi sembra che l’italica consuetudine di chiudere per ferie in agosto (applicata dalla maggioranza delle aziende) limiti molto le possibilità di vacanze settembrine ostentate dalla proposta.

  10. Paolo Rosetti

    Re a Marzio
    Se fossimo dei Crucchi andremmo in vacanza a settembre.
    E, comunque, hai ragione. I motivi sono solo economici, scaricati sulle spalle dei precari della scuola. Altro che turismo. Accanimento contro le fasce deboli della nostra società. E’ cominciata la macelleria sociale!

  11. MPF

    Oltre ai chiari motivi economici la proposta (16 parole) evidenzia come il PdL viva fuori dal tempo con la mamma a casa a badare ai figli, la vacanza in villegiatura a Forte dei Marmi raggiunta con l’Aurelia e tutti alla pensione all’angolo.

    Peccato che negli anni 10 nessuno puo’ permettersi vacanze a Settembre e gia’ quadrare una settimana di ferie tutti assieme sia un miracolo.

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