Il sindaco di Firenze ha presentato “gli angeli del bello“.
Gli «angeli del fango» salvarono la città dall’alluvione, a quelli «del bello» Renzi affida la missione di ripulirla, di adottarne muri, strade e aiuole, di dare un contributo alla lotta contro il nemico numero uno: il degrado. Chi ha voglia può farsi avanti, iscriversi gratuitamente all’associazione «Angeli del bello» (si compila un modulo, ieri in Palazzo Vecchio l’hanno fatto in 50 ma 400 hanno lasciato i propri dati: basta chiamare lo 055 055 o il Quadrifoglio) e, dice Renzi, iniziare a dare una mano, a proporre idee, progetti, iniziative che saranno valutati e caso mai realizzati insieme al Comune e al Quadrifoglio. In cambio dell’impegno a riordinare la città riceverete in cambio una casacca, un fischietto e un cappellino verdi come le bandiere della Lega e però, garantiscono dal Comune, simbolo di bellezza e di rispetto.
Bene, bisogna trattenersi dal giudicare con sufficienza qualunque buona intenzione, e anche i suoi potenziali piccoli e grandi risultati che non ci siano familiari. Però, lungi quindi dallo sconfinare nel benaltrismo, io suggerisco a Matteo Renzi di far carico agli angeli del bello o a qualcun altro anche della battaglia contro l’imbruttimento decennale del centro di Firenze devastato dalla commercializzazione selvaggia e sregolata di ogni suo angolo. Nessuna norma di decoro urbano potrebbe tollerare il disastro di insegne, spazi finti e sgradevoli, cataste di souvenir e pellami tutti uguali, che mettono in minoranza un’esigua porzione di botteghe e negozi umili e dignitosi e congrui a un condiviso concetto di “bello”. I fiorentini furono capaci di fare battaglie contro McDonald’s e guardarono da un’altra parte mentre impazzavano le pizzerie al taglio, gli sportelli di cambio e i chioschi di David in miniatura. Se la vocazione di Firenze – che ha straordinarie potenzialità di ammodernamento del suo ruolo e della sua immagine – deve davvero rimanere solidamente avvinghiata al pittoresco lezioso delle Madonne del Cardellino e compagnia, che almeno ne abbia cura.
Da senese che lavora ogni giorno a Firenze sono spesso stupito nel notare quanto poco bene vogliano i fiorentini alla loro città. Il degrado e il sudiciume che trovi in centro te li aspetteresti nella periferia degradata, non sotto il campanile di Giotto.
A Siena, dove si supera la paranoia, si querela chi vende le bandiere del palio su ebay o si prendono a male parole i turisti che suonano la chitarra in Piazza del Campo. A Firenze è il fiorentino il primo a buttare la carta in terra o a dimostrare indifferenza per l’incredibile concentrazione di bellezza nella quale vivono.
@ Luca Ciccarelli
Non voglio metterla sul campanilismo, ma voi senesi siete pessimi, come sempre: che fastidio vi danno i turisti che suonano la chitarra in Piazza del Campo?
Per quanto riguarda la situazione di Firenze, da toscano che vive e lavora lì da parecchi anni non posso che concordare. Ma mi sembra che Renzi, dopo anni di assoluta immobilità e indifferenza da parte dell’amministrazione, stia cercando di fare qualcosa per dare di nuovo un’identità a quel posto assurdo che è diventato il nostro centro storico.
Noi senesi siamo pessimerrimi.
Ma non tutti picchiamo i turisti… :)
Io, da fiorentino, ammiro il decoro del centro storico senese. Proprio qualche giorno fa ho avuto il piacere di distendermi al sole in Piazza del Campo, insieme a tantissime altre persone tranquille e beate. A Firenze non mi verrebbe mai in mente di fare una cosa del genere in una qualsiasi piazza del centro.
Detto questo, penso che eccessivi paragoni fra Firenze e Siena siano impropri in quanto rappresentano due realtà differenti, a partire dalla semplice dimensione. Per questo motivo credo che Siena non possa essere un esempio diretto per il miglioramento di Firenze.
Le iniziative di Renzi sono stimolanti e lanciano un messaggio ai fiorentini: quello di prendere coscienza del degrado urbano -i cittadini fanno fatica ad accorgersi che la città può essere migliorata- e dell’enorme fortuna che hanno di vivere in una città così bella e importante.
Potrebbero essere un punto di partenza per creare un clima favorevole ad altre iniziative, magari di più ampio respiro. O potrebbero rivelarsi dei piccoli gesti senza seguito, utili solo a far propaganda. Sono curioso di vedere come va a finire.
Credo che al denunciato degrado urbano di Firenze abbia contribuito non poco la definizione di “pittoresco lezioso delle Madonne del Cardellino e compagnia” con cui una falsa modernità da decenni ci fa percepire capolavori che, a saperli leggere, si rivelerebbero ben più contemporanei e vicini a noi di tanta effimera sedicente cultura contemporanea con cui conviviamo e che, affossando il passato, sta negando ogni futuro.
Da pugliese dico bravo a Renzi, riaccendere la passione per il bello può riaccendere una speranza ed è bello che sia Firenze a farlo, ancora una volta, come dopo il Medioevo.
Il problema è che si tratta di un degrado “strutturale”, a vari livelli. La città vive di turismo, un turismo che ci va per cercare la bellezza del passato, e questo la condanna a vivere prigioniera di quello stesso passato che è ad un tempo la sua gloria e la sua condanna. Poi ci sono le leggi del mercato e della Repubblica Italiana che impediscono al Comune di chiudere i vari Disney Store, Footlocker ecc. che proliferano in posti come via Calzaioli soppiantando antichi negozi fiorentini. Non sono riusciti nemmeno a impedire che quel cafone di Cavalli chiudesse lo storico Caffé Giacosa per aprire la sua boutique di stracci beceri (è vero, gli hanno imposto di riaprirlo dietro l’angolo, ma chi conosceva il vecchio Giacosa sa benissimo che non c’è proprio paragone e che quel pezzo di storia e, soprattutto, di VITA fiorentina è ormai definitivamente andato). E meno male che negli ultimi anni i turisti hanno cominciato a stancarsi di portare a casa come souvenir solo magliette con le poppe della Venere di Botticelli e mutande con l’uccello del David e hanno cominciato a comprare vino o olio. Il risultato è stato un proliferare di negozi che vendono prodotti tipici toscani che, se non altro, sono esteticamente più accettabili dei negozi di magliette, ma il risultato non cambia: il centro storico di Firenze è un parco tematico su medioevo e rinascimento in cui tra le varie attrazioni (Duomo, Palazzo Vecchio, Ponte Vecchio ecc.) si stendono shopping malls all’aria aperta in cui i turisti possono comprarsi l’ultima scarpa della Nike o la stessa borsetta di Max Mara che potrebbero comprare in trecento altre città del mondo. E intanto i fiorentini lasciano il centro perché i prezzi delle case (affitto e proprietà) sono troppo esosi e perché devono subire la concorrenza dei milionari tedeschi o giapponesi che vogliono l’appartamento a Firenze (chiedere ai veneziani per sapere come vanno queste cose) o degli studenti stranieri che vengono per qualche mese e pagano al nero affitti stratosferici ai padroni di casa (anche loro fiorentini, sia chiaro: mica voglio dare la colpa solo a quelli che vengono di fuoriporta). Ci vorrebbero leggi di tipo svizzero che impongono l’obbligo di residenza a chi acquista una proprietà immobiliaria, controlli a tappeto sugli affitti al nero, leggi più severe che tutelino i negozi storici (ci hanno pensato troppo tardi e per troppo pochi negozi), leggi che proibiscano l’apertura di negozi di franchising ecc. Lo credete possibile in questa società e in questi tempi? Poi ce la prendiamo con quegli imbecilli dei taggers che, di certo, ci mettono del loro o con gli ambulanti irregolari, come se quelli regolari fossero tanto meglio con i loro barroccini che vendono chincaglierie indegne e magliette del Manchester (ma uno che viene a Firenze e si compra una maglietta del Manchester, cos’ha in testa?). Altro che angeli del bello, ci vorrebbe una vera rivoluzione politico-giuridica.
A Firenze ci vorrebbero dei nuovi Cafè Caracas, Litfiba, o Diaframma.
Ci vorrebbero uno o più artisti che riuscissero, come tra la fine degli 80 e l’inizio dei 90, a far aprire la città al proprio esterno.
Gli angeli del bello sono un palliativo.
@Alex
d’accordissimo sulla questione case. Il problema esiste ed è grave. Il mercato degli affitti, soprattutto per gli studenti, è una giungla. Contratti non regolarizzati, locali non a norma e fatiscenti, prezzi esosi (ma non credo che sia un problema solo fiorentino). Probabilmente leggi ce ne sono, basterebbe fare controlli e applicarle, cercando di tutelare i giovani, sennò poi non ha senso lamentarsi che esistono i bamboccioni che vivono ancora con i genitori.
Non sono invece così sicuro che la tutela di storici esercizi e lo smantellamento delle bancarelle o simili siano positivi. Purtroppo è il turista cialtrone che direziona il mercato e se si trovano le magliette del manchester in Piazza Signoria (tanto per dire) un motivo ci sarà. Anzi, non faccio nessuna fatica ad immaginare un turista cinese o americano di poca sensibilità che non comprende la differenza fra Italia e Inghilterra. I turisti regnano sovrani nel centro storico e i fiorentini -forse altrettanto cialtroni e bisognosi di prendere coscienza della propria cultura e della propria responsabilità nel mantenere un certo decoro- seguono indiscriminatamente i bisogni del turista. Forse è così che si possono cambiare le cose, cercando di lavorare sulla coscienza dei cittadini e di responsabilizzarli. Cercando di fargli capire che la città e i suoi servizi possono essere migliorati, prima di tutto con un’attenta amministrazione ma anche con la loro diretta partecipazione.
Il mercato degli affitti è una giugnla in tutti i centri storici ad alta densità di studenti.
Applicare le leggi che dovrebbero impedire ai proprietari di affittare in nero appartamenti fatiscenti significherebbe per un Comune inimicarsi i proprietari residenti e votanti per fare un favore agli studenti non residenti e quindi non votanti e che, anzi, sono la gallina dalle uova d’oro (o pollo da spennare n°1) di tutte le città universitarie.
Non so come i fiorentini si rapportino agli studenti; ma ho vissuto a Bologna 15 anni e so come ci si rapportano i bolognesi: se potessero li strozzerebbero con le loro stesse mani uno per uno. Se la situazione è così anche da voi, dubito che ci saranno sollevazioni di piazza per regolamentare gli affitti.
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