Send in the clowns

La copertina di Panorama col ministro dell’Interno che si è “travestito” da mafioso è una cosa impensabile in un paese con un po’ di rispetto per se stesso e per la propria tragedia, e al tempo stesso del tutto normale in questo paese. Adesso immaginatevi un Obama travestito da bin Laden che dalla copertina di Time dice sorridendo “attento a te, Osama”. È difficile smettere di essere un paese di pagliacci fino a che si è un paese di pagliacci.

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15 commenti su “Send in the clowns

  1. Francesco Passannanti

    Si, quasi quasi ce lo vedo a Matteo Messina Denaro con gli occhiali con montatura rossa e nera, coi baffetti e pizzetto ben curati e la coppola sottodimensionata…

  2. massimobi

    E’ da un po’ che la penso come (ho scoperto stamattina su la 7) Pannella.
    trattasi di scontro mafioso. stanno eliminando i concorrenti. Ovviamente maroni non lo sa, non e’ importante.
    Lo so, e’ una posizione estrema, da precisare, da controbilanciare tenendo conto delle forze istituzionali che mantengono un loro ruolo.
    Ma quello e’.

  3. massimo codognello

    Caro Luca, la riflessione, purtroppo, è sull’essere di noi italiani. L’ombra del sorriso compiaciuto che ci viene spontaneo sulle labbra quando descrivono i nostri difetti perchè, da buoni provinciali, ex caput mundi, pensiamo che in fin dei conti ci “distinguono” da quella massa di inquadrati che abitano insopportabili altri Paesi, credo sia rivelatrice. I nostri giornali e le nostre riviste “populiste” interpretano al meglio la nostra “cialtroneria”. I muri di pietra a secco che circondano la nostra identità locale sempre più alti e impervi ci separano, oltre che dall’invasore, anche dal confronto con usi e costumi degli “altri” che a volte, con sorpresa, ci impongono di riflettere.

  4. Andrea Pusceddu

    iscariota, la tua conoscenza dell’italiano ti tradisce, e per molto meno di trenta denari.

  5. Pingback: senza parole « George Aymer

  6. iscariota

    mr. pisceddu, sull’accentazione di sé stesso, dove il rischio di confusione con la congiunzione è fugato dalla presenza dell’aggettivo stesso, i vocabolari – non è una novità -, discordano…( palazzi e zingarelli con accento, devoto-oli senza, migliorini sé preferito a se, garzanti indifferente ).

    ma è sempre meglio accentare.

    p.s.: trenta dinari semmai…quelli aventi corso legale in libbbbbia.

  7. piti

    E’ come dice Codognello.

    E credo che stiamo tuttora pagando un conto culturale salatissimo alla generazione diciamo over 65.

    Quella che ha costruito l’Italia, così com’è, gente che non ha mai viaggiato, mai conosciuto l’alterità nelle benchè minime espressioni, mai letto un libro, che crede che quando hai mangiato bene hai avuto tutto quello che la vita può darti (e non riesce nemmeno a concepire che all’estero se ne freghino di spendere tanto tempo ede energia in queste cosette), che crede nel vestitino buono come lavacro della propria identità, servile coi potenti e totalmente ignara di ogni concetto di diritto slegato dalla furberia o dalla prepotenza, che non ha il concetto di ambiente. Gente che crede di essere simpatica per le battute grevi che ne tradisce l’educazione sessuofobica e che trova divertenti gli stereotipi regionali.
    Gente terribilmente premoderna, più ancora della loro stessa età anagrafica.
    Gente che ha ancora il potere o, più semplicemente, la titolarità di beni, aziende, conti, immobili ecc. E quindi, gente che decide e condiziona.
    Gente che non ha colpa, certamente, perchè l’Italia nella quale crebbe (fascista o ex da pochi anni) era fatta così: e così ha educato la generazione dopo a questi valori: e servono anni, se non decenni, per andare oltre un’educazione claustrofobica, ignorante, provinciale. E intanto che la capiamo, ci teniamo Maroni che fa il simpatico.

  8. Andrea Pusceddu

    Iscariota, grazie per la dissertazione, quello che era sotteso al mio commento è che mi sembra preadolescenziale il commentare lapidariamente un post a proposito di un accento, quando poi la regola in questione non è univoca.
    Come se io ti dicessi che dopo che si va a capo ci vuole una maiuscola e che i puntini di sospensione si staccano dalla parola successiva e così via. Anzi peggio visto che queste regole, al contrario del se/sé, dovrebbero essere di più unanime accettazione.

    PS: Divertente la gag sul mio cognome, la posso usare per far sbellicare i parenti durante la prossima tombolata natalizia? Ci farò un figurone.

  9. Simonluca Merlante

    Grammar Gestapo. Correggiamo blog e spulciamo dizionari dal 1996. Gratis.

  10. Pingback: Wendy? Sono a casa, amore : Tau Zero

  11. Emanuele Papa

    Non solo il nostro è un paese di pagliacci (non solo in politica, purtroppo), ma sono anche dei bravi pagliacci! Maroni è così in parte che se uscisse dallo studio del fotografo due bravi carabinieri lo accompagnerebbero subito in questura!

  12. dotcoma

    @Luca: sarà un bel giorno, il giorno in cui il PD avrà un alto dirigente nazionale – Matteo Renzi è bravo, ma non è ancora un alto dirigente nazionale – più presentabile di Roberto Maroni.

  13. domenico

    invece è un paese di pagliacci quello che pensa che la coppola sia un travestimento da mafiosi e non un copricapo siciliano.. questo sì che è pensare per stereotipi da film..

  14. Nicola

    Luca, non era Time, ma vale lo stesso: mi permetto di farTi presente che la copertina del New Yorker con data 21 luglio 2008 mostra un disegno di Obama e Michelle che fanno un fist bump travestiti da terroristi nella stanza ovale, con una bandiera americana che brucia e un Osama incorniciato al posto di Lincoln. La trovate ovunque via Google.
    Pagliacci anche gli americani?

Commenti chiusi