Con l’eccezione dell’opinabilissima valutazione sulla “politica delle alleanze”, quello che dice Franco Monaco a Veltroni è esattamente il dito nella piaga. A meno che non spieghi come la riproposizione esatta delle cose che sosteneva quando era segretario debba portare a un risultato diverso dal fallimento che lui stesso ammise con le sue dimissioni, nei suoi documenti Veltroni ci può anche mettere che uno più uno fa due, e non sarà lo stesso credibile.
«Quella di Veltroni è un’iniziativa legittima. Talune reazioni ad essa sono state sopra le righe. Non si deve temere il confronto. Ci sono piuttosto argomenti in abbondanza per confutarla nel merito e nella tempistica». Lo dichiara Franco Monaco del coordinamento nazionale del Pd. «La sua ricetta – dice Monaco – è esattamente quella che ha procurato al centrosinistra una sequela di brucianti sconfitte. Sconfitte che lo condussero alle dimissioni e all’ammissione, parole sue, di un fallimento. Mai il centrosinistra era stato tanto minoritario e diviso. Mai la distanza tanto grande tra i due schieramenti. E ciò a motivo dell’abbandono della politica delle alleanze che stava nel dna dell’Ulivo, della programmatica eliminazione dei naturali alleati del Pd. Per la rinuncia del Pd a fare da motore, timone, federatore di una più vasta alleanza riformatrice e di governo». «La strategia veltroniana tutta protesa a fare breccia al centro lì non prese un solo voto, ma cancellò i tradizionali alleati del Pd. Dimettendosi con una conferenza stampa Veltroni si sottrasse a un doveroso confronto nel partito sulle ragioni del suo dichiarato fallimento. Un confronto – conclude Monaco – che apre solo ora riproponendo esattamente la stessa ricetta. Su questo decisivo punto, di merito e di metodo, egli ancora non ha dato spiegazioni»
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Luca, prima di Franco Monaco queste cose le aveva scritte molto più autorevolmente un nostro comune amico… (non metto la faccina perché so che non ti piacciono)
http://www.francescocosta.net/2010/09/17/la-supercorrente/