Buttare via i bambini con l’acqua sporca

Sono a una riunione con le maestre della scuola elementare di mia figlia. Mi deprimo ogni minuto di più a sentire che quest’anno i tagli sul personale insegnante non permetteranno più uscite e visite esterne, costringeranno ad affollare le classi ogni volta che manca una maestra, impediranno di poter dedicare tempo e recuperi necessari ai bambini che ne hanno bisogno, e demoliranno il tempo pieno (“non è un tempo pieno, è una schifezza”, dice la maestra). E avanti così, e mi deprimo.
E poi mi arriva, negli aggiornamenti delle news sul telefono, questa:
“Roma, 11 ott. (Adnkronos) – ”Sono convinto che non destinare adeguati investimenti all’educazione e alla scuola sia una politica poco lungimirante, destinata a condannare un Paese all’impoverimento culturale, alla decadenza economica e sociale”. E’ quanto afferma il presidente della camera dei Deputati, Gianfranco Fini”
E vaffanculo, detto da padre.

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32 commenti su “Buttare via i bambini con l’acqua sporca

  1. pierlu

    Secondo me uno spot elettorale in cui Fini dicesse questa frase guardando fisso in camera con un mezzo sorriso rassicurante sarebbe efficacissimo.

    La scuola è il nuovo milione di posti di lavoro.

  2. pizzeriaitalia

    A costo di passare per finiano (ci mancava solo questa…) ma un “benvenuto nel club”, no? Il “non è mai troppo tardi” di Manziana memoria… a lui non si applica?
    Il vantaggio di avere un figlio che inizia il liceo è che seguo la scuola pubblica da dentro dal 2000 (materna compresa) e ho passato un paio di ribaltoni al governo, e vari ministri. La carta igienica l’abbiamo sempre portata da casa, le 24 ore in fila a gennaio per l’iscrizione l’abbiamo sempre fatte, il contributo “volontario” alla Don Vito Corleone l’abbiamo sempre “offerto”… e – finché ce la facciamo – paghiamo un extra per migliorare l’apprendimento dell’inglese… che speriamo ce la facciano ad andare all’ammerica!
    P.S.: la mamma dei pargoli lavora in un’università…, quando scoperchiamo il pentolone?

  3. odus

    Ho cominciato ad andare alle elementari sotto il regime fascista ed allora la cultura esisteva. Mi sono laureato quando ministro dell’Istruzione era Aldo Moro che reintrodusse l’esame di abilitazione alla professione che era stato sospeso alla fine della guerra, provocando forti reazioni nelle Università con interventi della Celere. Gli scioperi cui ho partecipato tra il 1944 1d il 1951 sono stati per Mogadiscio e per i fatti di Trieste (le uccisioni degli inglesi che sparavano agli studenti o dentro le chiese). Da quasi trent’anni non ho figli a scuola. Da oltre trent’anni assisto agli scioperi annuali degli studenti (sempre i soliti) che scioperano per una scuola pubblica teorica che le condizioni economiche dell’Italia non si può permettere. Molti di quei “sempre soliti” non si laureano, preferendo ottime sistemazioni nei partiti politici. Né quegli scioperi hanno migliorato la cultura italiana che ha prodotto solo il Nobel Dario Fo. I miei due figli non partecipavano agli scioperi annuali, ma si sono entrambi laureati. Non sarà granché, ma è andata così.

  4. mempsaia

    grazie odus, siamo tutti moralmente più ricchi, adesso che conosciamo la tua storia personale.

  5. franco

    Il nostro ineffabile ministro dell’economie ha detto all’altrettanto ineffabile ministro dei beni culturali che “con la cultura non si mangia!”
    Serve altro?

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  7. dan.galvano

    io me lo ricordo tremonti che ad un comizio della lega aizzava il suo popolo dicendo “noi siamo quelli che leggono meno libri, ma facciamo le cose”.

    fino a quando la cultura sarà sbeffeggiata (oltre che deliberatamente scansata), il declino sarà inarrestabile

  8. Pingback: links for 2010-10-11 « Champ's Version

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  10. reb

    mi accodo alla depressione generale: ho un travaso di bile ogni volta che si tocca l’argomento (e il dubbio che si punti ad allevare un gregge di pecore poco reattive, anziche’ i cittadini del futuro)

  11. GARIBALDI

    posso immaginare l’indignazione di genitori che di fronte alla dura realtà reagiscono in quel modo a certe affermazioni.
    tuttavia penso che non ci sia niente di nuovo nelle affermazioni di fini, a mirabello aveva riservato una parte del suo discorso sulla critica dei tagli lineari che colpiscono indiscriminatamente scuola, servizi e ricerca. non ci vedo nemmeno nessuna mossa propagandistica. questo è il nuovo “modello fini”. per i detrattori rimarrà comunque un fascista, per tutti gli altri è meglio che comincino a farsene una ragione.

  12. mico

    però, nelle scuole si va a votare e ogni mattina, accompagnando i bambini, griglio gli altri genitori: “lei avrà mica votato per il governo che sta strozzando questa scuola?”

  13. odus

    a mempsaia. Non volevo arricchire moralmente nessuno nè scrivere la storia della mia vita ma fare una fotografia dei passaggi avvenuti nella scuola e nella cultura italiane negli ultimi settantanni. Fra una quarantina di anni altri faranno bilanci simili ai miei con figli o laureati o assunti dai partiti politici, se quei partiti politici avranno soldi per assumere gli scioperanti attuali.
    Ma la sostanza rsta solo una. Senza soldi non si canta messa e senza stola nemmeno si confessa (proverbio siciliano tradotto in qualche modo).
    E per fare le tantissime cose che ci vogliono a cominciare dal rientro dal debito pubblico e dal ripianare gli enormi debiti delle regioni, escluse Lombardia, Veneto, Emilia Romagna e forse Piemonte, ci vogliono tanti tanti tanti soldi e poi soldi e poi soldi (leggi tasse). Una volta pensavo che ce li potesse dare il Giappone, ora forse si potrebbero chiedere alla Cina, se ce li dà.
    Ma senza soldi non si canta messa…

  14. PEEBEE

    Da madre (ci siamo anche noi!) che ieri ha partecipato alla prima assemblea della prima elementare (primaria)…. concordo ahime’ e mi sento un po’ grillina e molto molto presa per i fondelli.
    Abbiamo già stabilito la raccolta dei “fondi” e la necessità di integrare le lezioni si sta già affacciando nonostante i piccolini debbano ancora imparare a stare in classe. Mi ritengo fortunata perchè – visto che mia figlia non frequenta le 2 ore consecutive di religione “riempiorario” – prosegue nella classe a fianco le lezioni…..

  15. andrea61

    Vorrei inrodurre un piccolo elemento di riflessione.
    In Italia il “pubblico” assorbe a vario titolo piu’ del 52% del PIL. Valore che nel mondo occidentale si situa tra i valori piu’ elevati.
    Eppure siamo senza soldi per le pensioni, per l’istruzione, per gli ammortizzatori sociali, per la sanita’, per le famiglie, per la sicurezza, per la Giustizia e chi piu’ ne ha piu’ ne metta.
    Domanda: siamo proprio sicuri che sia sempre un problema di risorse ? Perche’ la grande Germania ha poco piu’ di 500.000 insegnanti con 80 milioi di abitanti e senza che la nazione sia ridotta ad un ammasso di capre, mentre noi con 850.000 insegnanti non siamo in grado di fornire i servizi minimi essenziali ?

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  17. mempsaia

    @ odus: bene, ma la fotografia che fai, essendo, di fatto, una raccolta aneddotica di esperienza personale, peraltro discutibile nel merito (gli ultimi trent’anni corrono via un po’ velocemente, no? proprio in virtù della complessità del reale che tanto dovremmo perseguire nell’analisi), è piuttosto sfocata e lacunosa.
    il proverbio siciliano, invece, è perfetto; basterebbe, da parte degli amministratori, essere onesti: non ci sono soldi, punto, non è che non assumiamo perché non vogliamo, è che abbiamo giusto giusto due soldini di cacio e vogliamo usarli per la nostra sbiancatura anale, certo non per il futuro della formazione in questo paese. fair enough. invece no, bisogna per forza prendere per il culo la gente (che ama farsi acchiappare per il sederino) dando pretese giustificazioni didattiche e pedagogiche.

  18. piti

    andrea61, capisco le tue ragioni, però mi rimane difficile spiegarmi come un Paese che ha il record occidentale di evasione fiscale, roba da 120 mld di imposte e tasse non pagate, abbia tutte ‘ ste risorse. Se mezza Italia, di fatto paga meno del dovuto, semmai paghi qualcosa, il buco nelle risorse ci deve essere, anche ammettendo una sovraspremitura dei redditofix.

  19. odus

    a mempsaia. Giustissimo. “basterebbe, da parte degli amministratori, essere onesti: non ci sono soldi, punto,”. Basterebbe. Ma io, tu e tutti gli altri che abitano la penisola, siamo italiani. Se fossimo tedeschi….ma non lòo siamo.
    PS. A proposito di aneddoti. Quando ho cominciato ad andare alle elementari, correva l’anno 1940 e governava Mussolini, non c’era la scuola media dell’obbligo, sorta circa 30 anni dopo, e quasi tutti gli amici di allora frequentavano le scuole dei salesiani. Pagando una retta. Non so quanti anni hai, ma se sei giovane e ce l’hai, chiedi a tuo nonno.
    Oggi la scuola del San Vincenzo della città dove vivo e dove hanno studiato tutti i miei coetanei, è rimasta chiusa e vuota per oltre 20 anni e poi comprata dal Comune. Con i soldi.

  20. andrea61

    @mempsaia: siamo proprio sicuri che le pretese gusitificazioni didattiche non siano invece quelle a difesa di un sistema assurdo ? Possibile che nel resto del mondo c’e il maestro unico, cosa peraltro caldeggiata da tutti i pedagoghi “non democratici” ,c’e’ una chiara differenziazione tra attivita’ didattiche e extra didattiche, mentre da noi si e’ creato un immenso e costosissimo pastone la cui genesi, che e’ scritta negli atti parlamentari, e’ puramente sindacale ? Tra l’altro, come ampiamente spiegato dal Ricolfi sulla Stampa, e’ pure una balla che i nostri bambini alla fine della primaria siano piu’ bravi e preparati dei loro “colleghi” europei, anzi.

  21. atmosphere.relooking

    E’ molto triste la situazione attuale in italia per quanto riguarda la cultura. Spero che i miei figli si trovino in un ambiente più fertile quando dovranno andare a scuola (e non manca molto)… se non investiamo sulla cultura il nostro Paese, che per quello (almeno fino ad oggi) dovrebbe essere famoso…crolleremo e tracolleremo…

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