Continuo a non volere che Clara

Quattro anni fa in radio ci innamorammo di un disco di canzoni italiane di grande dolcezza e perfezione. Si chiamava “Non voglio che Clara”, ed era anche il macchinoso nome della band bellunese che lo aveva suonato, cantato e inciso. Sembravano canzoni della grande prima tradizione dei cantautori italiani, Bindi, Endrigo, Tenco, quelle cose lì, e avevano detto la stessa tristezza e gli stesse improvvise aperture. I Baustelle, ma più notturni, a volerla semplificare molto. Per giorni a casa mia non sentivamo altro.

Fieri di avere scoperto qualcosa di cui in giro si parlava ancora poco, invitammo la band a Condor, il programma che facevamo su Radiodue, e facemmo ascoltare le loro canzoni, che furono molto apprezzate. Non andò altrettanto bene l’intervista – ancora ricordiamo a volte i suoi momenti da primato di antiradiofonia – perché i ragazzi erano fatti a forma delle loro canzoni: riservati, prudenti, sfuggenti. Per niente intenzionati a promuoversi con altro che le loro canzoni.

E infatti guadagnarono nei mesi successivi l’estasiata ammirazione di una nicchia di malinconici cultori, ma non la visibilità che noi pensavamo meritassero. Adesso pubblicano un disco nuovo, che si chiama “Dei cani”. Voi ascoltate una decina di volte “Gli anni dell’università” e “La mareggiata del ‘66”, e poi ne riparliamo.

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10 commenti su “Continuo a non volere che Clara

  1. Frank Permafrost

    Voi ascoltate una decina di volte “Gli anni dell’università” e “La mareggiata del ‘66”, e poi ne riparliamo.

    Grazie, come se avessi accettato.

  2. robbbberto

    Ricordo quell’intervista, sembrava li avessero tirati dentro la radio con la violenza…
    Mi manca Condor!

  3. Zeennee

    Ho la ragionevole certezza di essere stato il primo a mandarli in onda in radio nell’emisfero sud del pianeta. (“Troppi calcoli”, per essere preciso – e appunto…)

  4. sandro

    Luca scusa, mi puoi far avere in qualche modo l’articolo di tuo padre, uscito oggi su Repubblica? Qui a Spalato il giornale forse lo riesco a trovare domani…
    Ciao,
    Sandro Damiani

  5. corradoag

    li ho ascoltati live tre anni fa in un piccolo locale in provincia di taranto. alla fine del concerto ho comprato i due cd, e ho provato a chiedere al cantante la storia del nome del gruppo. domanda scontata, immagino, o forse indiscreta, non so. ma la socia si chiama clara, ed ero curioso. lui mi ha risposto: “mah, così”, e se n’è andato. però sorridendo.

  6. davide

    Grazie al titolare qui che me li ha fatti conoscere quattro anni fa. Oggi sono tra le migliori band in assoluto in Italia.
    Il fatto che non abbiano grandi riscontri di pubblico è solo un dettaglio (per loro forse un po’ meno), piuttosto esplicativo di come sia l’industria musicale oggi e in generale di come sia l’Italia.
    Questi ragazzi hanno lasciato fuori dall’ultimo album Non torneranno più e Tu la ragazza l’ami, due pezzi che molti artisti italiani di successo possono solo sognare di riuscire a scrivere. Che talento.

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