“CONFESSA!”

Chi, come la maggior parte di noi, non abbia avuto la fortuna di vedere Di Pietro all’opera nella sua vita precedente a quella di grande esposizione pubblica, quando faceva il pubblico ministero, e volesse sapere come fosse con gli imputati durante gli interrogatori, può osservare questo suo momento di regressione a Ballarò stasera, al minuto 2.00.

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26 commenti su ““CONFESSA!”

  1. lcn03

    C’erano come lui, hai voglia se c’erano.
    Sai quante “confessioni” hanno ottenuto con questi sistemi ai tempi delle purghe staliniane!
    Adesso per fortuna e ne sono un po’ meno, ma non sono ancora estinti.

  2. sbobba caustica

    evocare le purghe staliniane, secondo il mio modesto parere, è offensivo.
    -offensivo perchè banalizza e riduce il fenomeno a mero strumento dialettico, rendendolo buono per qualsiasi contesto, anche il più efferato.
    immagino che andando avanti di questo passo tra non molto i rappresentanti e i supporter del governo utilizzeranno, consciamente o meno, l’iperbole delle ‘purghe staliniane’ anche per descrivere una cucina lasciata in disordine, o un duplice infortunio su un campo di calcio (<>).
    -offensivo nei confonti di chi ha subito le purghe staliniane, che vedrebbe accostati i propri patimenti, assieme con le torture fisiche e psicologiche subite, a uno scambio di battute in un talk show.
    -offensivo, si, anche per lo stesso di pietro, che ha avuto l’unico torto, se così si vuol chiamare, di apostrofare in maniera veemente un signore sulla cui moralità, alla luce dei recenti episodi di cronoca, qualcuno potrebbe iniziare a interrogarsi. paragonare, sulla base di un’ esortazione, anche imperiosa, una persona a un aguzzino o spietato omicida o torturatore (“i sistemi sono gli stessi delle purghe staliniane”), non sta nè in cielo nè in terra, e serve solo asqualificare a tempo indeterminato le opinioni, almeno ai miei occhi, di chi quel paragone l’ha avanzato

    la verità è che le parole hanno un peso; sarebbe anche ora di valutarlo.

  3. Broono

    Diciamo che chi si legge solo l’intro testuale e non preme play, potrebbe pensare che la scena sia un preciso revival dei tempi in cui interrogava con una certa creatività.
    Chi invece dopo aver letto preme anche play scoprirà che l’analogia è solo quella del tono di voce, mentre è diverso lo scenario.
    Poi è chiaro che se il fatto che ai tempi di Mani pulite di fronte aveva imputati che dovevano confessare dopo le sue esortazioni, mentre stasera uno che l’aveva fatto prima, viene considerato fatto che non merita di entrare nella sintesi, allora vabbé, Sallusti for president e tutti a casa.

  4. pfra64

    Guardiamo alla sostanza dei fatti e con le dovute priorità.
    L’antipatia e i modi di Di Pietro vengono in fondo all’elenco delle anomalie di cui discutevano in trasmissione.
    Ma proprio in fondo in fondo, prima ce ne sono ben altre molto più sostanziose. E così fu ai tempi di Di Pietro magistrato.

  5. t_floyd

    Più che altro – come sempre – trovo che non abbia il senso del ridicolo. Aveva un senso , per quanto criticabile, da magistrato. Da politico fa solo ridere

  6. minimAL

    Perfettamente d’accordo con Broono.
    Eppoi, a me sembra che la vera “notizia” (scipita in tutto questo casino, ma pur sempre “notizia”) è che Sallusti abbia ammesso di aver fatto una marachella non di poco conto ai tempi del CorSera.
    Poi, Luca, se su Di Pietro hai riserve così personalistiche e straprevenute, cerca almeno di filtrarle. Eddài.
    Ciao,
    Alessandro

  7. leorotundo

    @icn03 e luca: Di Pietro urla: “Confessa!” E cosa dimostrerebbe che ai tempi di mani pulite torturava gli indagati? Commetteva dei reati? Ma che c’entrano le purghe staliniane! Non capisco dove si vuole andare a parare con questi discorsi ed a che cosa si voglia alludere. Vi siete mai chiesti nelle caserme dei carabinieri e della polizia che tipo di galateo viene seguito per convincere gli indagati a confessare? Ci sarà pure un appuntato che grida “Confessa!!”. E negli altri paesi occidentali come fanno? Se non vi siete informati direttamente sull’argomento spero che almeno qualche film poliziesco in vita vostra lo abbiate visto. Veramente non capisco.

  8. odus

    Fin dai tempi di Socrate, passando per i processi a Roma tipo quello a Catilina o a Gesù, a quelli sbrigativi di Carlo Magno nelle campagne di cristianizzazzione ai pagani germanici (o ti converti o ti mozzo la testa), ai metodi dell’Inquisizione specialmente spagnola e portoghese, alla giustizia degli zar, alla giustizia del Terrore durante la Rivoluzione Francese, alle maniere forti usate dallo Stato Italiano contro la Resistenza meridionale definita (dallo Stato) dei briganti e delle brigantesse, fino ai metodi adottati durante i regimi comunista e nazista nel 20° secolo o quelli sudamericani o quelli attualmente ancora in uso in Cina, Corea del Nord, Cuba, Iran e nei regimi talebanici (questa rassegna è necessariamente incompleta e sbrigativa), i magistrati hanno sempre rappresentato il braccio repressivo e mortifero del potere in sella in quel determinato momento storico o del potere per il quale i magistrati stessi propendevano (e propendono).

  9. Carlo Santi

    Ma avete gli occhi o le orecchie foderate di prosciutto? La scena parla chiaro. Sallusti sputtana Di Pietro e la procura di Milano sul mandato di comparizione del 1994 a Berlusconi. Dice chiaramente che a quelli del Corriere (dove lui lavorava) l’informazione era arrivata dalla procura di Milano, dove lavorava Di Pietro. Di Pietro, spiazzato, comincia a urlare come un forsennato: “Confessa”. La cosa che Sallusti ammette, è che la Procura ha spifferato cose che non doveva spifferare. E Di Pietro per difendersi lo accusa di essere complice della Procura.
    Ora, fino a prova contraria, il compito di un giornalista è dare le notizie che gli arrivano (sì, sì lo so, non succede sempre, e spesso ci si mette in mezzo la convenienza dell’editore), ma di sicuro il compito di Di Pietro e dei suoi colleghi all’epoca non era quello di passare le carte al Corriere. Tutto chiaro?
    Credo che il post si riferisse a questo: a Di Pietro, ma che ti urli?
    cordialità

  10. Hytok

    @Carlo Santi: ma ti rendi conto di quel che dici? Sallusti fa parte di quella gang che attacca i magistrati che diffondono notizie riservate, e poi lui stesso ammette di averne usufruito… bella coerenza. “Che schifo la droga. Però stasera mi sniffo du’ striscie.”

  11. Carlo Santi

    Ehm. Perdonami caro Hytok. Io non sono un fan di Sallusti e considero Berlusconi una iattura. Ma non per questo devo procedere con i paraocchi. Non ho scritto che Sallusti è il mio eroe. Ho fatto un’analisi di questo video. Un’analisi senza paraocchi appunto. Qui non si parla di coerenza. Lo sanno anche le pietre del Colosseo che in tutti (tutti!) i giornali c’è chi si occupa di giudiziaria e ha rapporti con le procure. Io ho solo sottolineato la furbizia di Di Pietro che colto di sorpresa su un fatto grave, ha rigirato la frittata mettendosi a urlare.
    Sulla coca e lo sniffo: capisco la passione internettiana (anche di questo blog) di trovare sempre un paragone che renda bene l’idea, ma in questo caso non serve. La prossima volta che sentirò sallusti dire “le rpocure non devono dare informazioni ai giornalisti” lo criticherò. Ma quando sento Di Pietro rigirarsi la frittata urlando con fare accusatorio, per uscire dall’angolo, avrò il diritto di notarlo, oppure no?
    Oppure dato che in italia c’è Berlusconi e ci sono i berlusconiani, sono costretto a turarmi il naso e difendere Di Pietro qualsiasi cazzata dice? Il cervello all’ammasso lo lascio gettare agli altri, se me lo permetto, caro Hytok.

  12. dadorotondo

    sofri ma per te di pietro pure se gli scappa uno starnuto diventa di cattivo esempio…
    sei un pò di parte non trovi?
    e poi cosa ha fatto di male in questo video? non lo so, uno ammette di aver commesso un irregolarità (o un reato, non so adesso) e critica il meccanismo per il quale avviene quella irregolarità! mi pare che abbia tutto il diritto ad incazzarsi come una iena o no?

  13. ilmetapapero

    @Carlo Santi:a me sembra giusto il contrario: Sallusti confessa di aver avuto la soffiata da dentro la procura e DiPietro s’incazza perche’ non dice chi e’ stato.

    A me pare che DiPietro a 16 anni dallo scoop sia ancora incazzato per la fuga di notizie, punto.

  14. Hytok

    @Carlo Santi: anzitutto, il “caro” sa di presa in giro, visto che non ci conosciamo. Secondo, non ti ho dato del filoberlusconiano, ma sono entrato nel merito: secondo me è proprio la coerenza del Sallusti il fatto più grave. Che Di Pietro abbia urlato perchè incazzoso, è una questione di pura forma, come il suo accento ed il suo linguaggio colorito, ma non è affatto stato messo all’angolo,a zni! Quel che non reggo è il tafazzismo sofriano, che porta avanti la sua campagna antidipietresca per finalità che non conosco. Le motivazioni invece le immagino, ed in passato gliele ho già fatte presente direttamente, ma da quando ho sentito in tv Daria enunciare l’embargo antiIDV, ammetto che la mia soglia di sopportazione s’è abbassata.

  15. Lazarus

    Beh Di Pietro era un celerino, una volta diventato pm ha conservato l’impostazione e il metodo anche se ha cambiato mestiere, poi da politico ha conservato il metodo ed è tornato al vecchio mestiere. Forse gli imputati non li torturava, ma di sicuro ci andava vicino. Come chiamare la carcerazione preventiva protratta all’infinito senza motivazioni giuridiche valide? Di tortura si può muore, ma anche di carcerazione preventiva.

  16. sandro

    E mentre tu T-Floyd ridi, la banda del Bugiardo fa il culo all’Italia. O anima bella, svegliati!
    Lazarus, sei il tipico prodotto avariato di internet ossia della logica che vuole il commento come “oppio dei popoli”: spazio in cui dire fesserie senza pagare dazio e, che e’ peggio, che da’ la sensazione di avere fatto il proprio dovere civico.
    Dadorotondo. Luca e’ il pendant di Travaglio: quando questi sente parlare di Adriano Sofri non ragiona piu’ e dice sciocchezze. E talvolta cose che definirei con un termine che non mi viene, ma che e’ meno pesante di “infame”. Meno pesante, perche’ il Travaglio non merita un simile epiteto, nemmeno quando sbaglia come nel caso di pensarla come la pensa su Adriano e la sua storia.
    E cosi’ Luca quando ha a che fare con Di Pietro (o con il Travaglio, ma in questo caso lo capisco perfettamente), dimenticando che in generale le rivoluzioni non si fanno con gli spolverini e che con i banditi (Sallusti e’ uno di questi) bisogna andare (democraticamente) pesante. Sempre.

  17. L.G.

    Questo post è coerente con le opinioni che ha l’autore.

    Purtroppo, a mio parere, a volte le opinioni che l’autore del post ha, influenzano anticipatamente anche la sua visione dei fattii, la qual cosa delle volte lo rende fazioso, ma non è questo il caso.

    Infatti in questo post non vengono apparentemente espresse opinioni ma viene semplicemente presentato un fatto. A me che leggo però, vengono comunque alla mente le opinioni che l’autore ha su quello che considera una mancanza di garantismo da parte della magistratura in Italia e sulla pericolosità di Di Pietro.

    Lui la pensa così, e va bene. Magari la sua storia, come quella di ognuno, influenza il suo modo di vedere le cose.

    Per me, d’altra parte, il sistema giudiziario italiano è sulla carta tra i più garantisti tra quelli delle democrazie occidentali e Di Pietro non è affatto pericoloso per la democrazia.

    Poi, spiegare il perchè è tutto un altro discorso.

  18. enrigo

    Ora gridare “confessa” diventa una tortura? Ma quanto siete delicatini…
    Io dalla trasmissione capisco questo: pur di infamare la procura di Milano e i procuratori in generale Sallusti racconta una probabile balla, ossia che la dritta sull’avviso di garanzia (che poi non era tale) per Berlusconi venisse dai pm milanesi, e lo afferma come testimone, per il solo fatto che lavorava al Corriere all’epoca. Il problema è che i giornalisti che hanno fatto lo scoop (non certo Sallusti, che probabilmente all’epoca portava i caffé) hanno sempre dichiarato che non fu la procura a fare la spiata, e l’hanno dichiarato anche in tribunale, sotto giuramento. Quindi non può venire un Sallusti qualunque che, sulla base del fatto che all’epoca lavorava allo stesso quotidiano, dichiara il contrario. Se lo fa, confessa di essere a conoscenza di un reato, da cui la reazione di Di Pietro. Attenzione, Di Pietro sapeva benissimo che Sallusti stava mentendo, ma intendeva metterlo alle strette per farglielo ammettere. Un giornalista non può dichiarare quello che ha dichiarato Sallusti senza prove, senza pezze d’appoggio. Quindi Di Pietro voleva solo farlo cadere in palese contraddizione. Poi certo è intervenuto Floris e ha cambiato argomento, non sia mai si potesse stabilire una verità documentale e capirci qualcosa. Tutto è opinione, in italia, tutto è opinabile.
    Riguardo quell’ordine di comparizione mi pare di ricordare, ma dovrei verificare le fonti, che il Corriere pubblicò solo la parte del documento che era stata portata a conoscenza di Berlusconi (i carabinieri lo chiamarono al telefono), compresi anche gli errori di lettura del carabiniere, quindi probabilmente la “soffiata” proveniva proprio da Palazzo Chigi.
    Trovo poi inconcepibile che Sallusti si permetta di definire un pazzo de Magistris, il quale è proprio cornuto e mazziato: gli tolgono l’inchiesta, gliela smembrano, la affidano ai procuratori di cui lui non si fidava e che ha denunciato alla procura di Salerno, e in più alla fine la sua inchiesta viene giudicata dal Gup che è la moglie di un imprenditore che faceva affari con Saladino, che si è guardata bene dall’astenersi, tanto in Calabria magistrati, politici, avvocati, imprenditori, massoni e ‘ndranghetisti sono più o meno tutti parenti e amici

    enrigol

    ps comunque avrei personalmente preferito una risposta di Di Pietro più calma e tagliente, ma altrettanto aggressiva. Non si può assistere alle balle spaziali continue di questi pseudogiornalisti senza alcuna deontologia senza sputtanarli.

  19. enrigo

    Ok, ho detto una sciocchezza, Sallusti non portava i caffé, ma sicuramente non c’entra con lo scoop, insomma non conosce personalmente la fonte dell’indiscrezione.

  20. t_floyd

    Sandro, non posso certo sperare che anche a te venga da ridere, ma non vedo come la banda dei bugiardi possa essere anche solo scalfita da un partito di pm in esercizio permanente – perché questo è l’IDV – in cui uno non conosce le minime basi del diritto costituzionale (De Magistris che ciancia di riforme costituzionali che Napolitano non dovrebbe promulgare, quando è noto a tutti che in tal caso il presidente della Repubblica non ha alcun potere di promulgazione, che viene posticipata dopo l’eventuale referendum confermativo) e l’altro di fronte a un giornalista che dichiara che le fonti delle sue notizie erano all’interno della procura (ma va?) non trova di meglio che dire CONFESSA! A me sembra un incubo, sinceramente, terribile quanto la banda di bugiardi cui dovrebbero opporsi. Un bello scontro, non c’è che dire, mendaci contro cabarettisti. E noi qui a commentare questo reality di serie B.

  21. Lazarus

    De Magistris non sarà pazzo ma di sicuro usa gli stessi metodi fascistoidi ed ha la stesso rispetto per la legge che ha Di Pietro. Cioè zero. Sia all’uno che all’altro interessano più l’effettaccio e la notorietà che non l’amministrazione della giustizia. Guarda che fine ha fatto l’inchiesta WhyNot. Il GIP ha totalmente distrutto il suo operato e il suo metodo di indagine, volto più alla auto promozione sui media che alla ricerca della verità. Per inciso fu il clamore suscitato da questa inchiesta nonchè le accuse nei confronti di alcuni politici (poi rivelatesi totalmente infondate) a causare la caduta del governo Prodi nonchè l’ascesa politica dell’ex pm. Come adp anche de magistris si è poi rivelato per quello che è anche in politica.

  22. stefano b

    “Per inciso fu il clamore suscitato da questa inchiesta nonchè le accuse nei confronti di alcuni politici (poi rivelatesi totalmente infondate) a causare la caduta del governo Prodi”

    Si vabbé, e gli asini volano

  23. sandro

    Per la “why not”, ti invito ad entrare nel sito di Paolo Borsellino…
    Caro T-floyd, diceva Mao che il gatto serve per cacciare i topi. In Italia da qualche anno a questa parte Di Pietro (e qualche altro suo collega di partito) e’ tra i pochi gatti in circolazione. Vogliamo prenderlo a calci, perche’ i topi che “caccia” (nel nostro caso – denuncia) sono trattati male, smangiucchiati, con gli occhi che gli pendono fuori dalle orbite?

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