Il dritto della medaglia dell’irrilevanza del PD nel confronto politico di questi mesi è che sono diventate irrilevanti anche le sue sconfitte. Tanto laterali e trasparenti sono stati il partito e i suoi leader che quello che ieri è stato un fallimento politico degno di dimissioni, conflitti interni, cambi di direzione, è sparito invece dall’attenzione. Il titolo numero uno di ieri è che ha vinto Berlusconi. Il titolo numero due è che ha perso Fini. Il titolo numero tre manco c’è, ma in condizioni normali ci sarebbe l’opposizione che ha provato a dare la spallata e far cadere il governo con una prova di forza e una sfida decisiva, e ha perso. È stata presentata formalmente una mozione di sfiducia, è stata votata ed è stata bocciata: il parlamento ha confermato vincente la maggioranza ancora a due anni e mezzo dalla sua costituzione e dopo una catasta di disastri politici e scandali pubblici, dichiarando inesistente un’alternativa.
Eppure, non solo nessuno chiede conto a una leadership inevitabilmente responsabile di questa sconfitta di farsene carico con qualche atto politico o pubblico, ma addirittura quella leadership non mostra di preoccuparsene o prenderne atto minimamente (come segnalato ieri da Paolo Mieli). Nell’indifferenza generale, segno di un’ulteriore sconfitta: quando le tue sconfitte non le notano neanche più.
La Camera,
preso atto che il Governo non ha più il compiuto sostegno dell’originaria maggioranza;
considerato che la permanenza in carica dell’Esecutivo non consente di affrontare e risolvere alcuno dei gravi problemi del Paese,
esprime, ai sensi dell’articolo 94 della Costituzione, la propria sfiducia al Governo.
(1-00492)
«Franceschini, Donadi, Agostini, Albonetti, Amici, Argentin, Bachelet, Barbi, Barbato, Baretta, Bellanova, Benamati, Berretta, Bersani, Bindi, Bobba, Bocci, Boccia, Boccuzzi, Boffa, Bonavitacola, Bordo, Borghesi, Bossa, Braga, Brandolini, Bratti, Bressa, Bucchino, Burtone, Calvisi, Cambursano, Capano, Capodicasa, Cardinale, Carella, Marco Carra, Castagnetti, Causi, Cavallaro, Ceccuzzi, Cenni, Cimadoro, Ciriello, Codurelli, Colaninno, Colombo, Concia, Corsini, Coscia, Cuomo, Cuperlo, D’Alema, D’Antona, D’Antoni, D’Incecco, Dal Moro, Damiano, De Biasi, De Micheli, De Pasquale, De Torre, Di Giuseppe, Di Pietro, Di Stanislao, Duilio, Esposito, Evangelisti, Fadda, Gianni Farina, Farinone, Fassino, Favia, Fedi, Ferranti, Ferrari, Fiano, Fiorio, Fioroni, Fluvi, Fogliardi, Fontanelli, Aniello Formisano, Froner, Garavini, Garofani, Gasbarra, Gatti, Genovese, Gentiloni Silveri, Ghizzoni, Giachetti, Giacomelli, Ginefra, Ginoble, Giovanelli, Giulietti, Gnecchi, Gozi, Grassi, Graziano, Iannuzzi, La Forgia, Laganà Fortugno, Laratta, Lenzi, Letta, Levi, Lo Moro, Lolli, Losacco, Lovelli, Lucà, Lulli, Luongo, Madia, Maran, Marantelli, Marchi, Marchignoli, Marchioni, Margiotta, Mariani, Cesare Marini, Marrocu, Martella, Pierdomenico Martino, Mastromauro, Mattesini, Mazzarella, Melandri, Melis, Giorgio Merlo, Merloni, Messina, Meta, Migliavacca, Miglioli, Minniti, Miotto, Misiani, Mogherini Rebesani, Monai, Morassut, Mosca, Motta, Mura, Murer, Naccarato, Nannicini, Narducci, Nicolais, Oliverio, Andrea Orlando, Leoluca Orlando, Arturo Mario Luigi Parisi, Paladini, Palagiano, Palomba, Pedoto, Peluffo, Mario Pepe (PD), Pes, Piccolo, Picierno, Piffari, Pistelli, Pizzetti, Pollastrini, Pompili, Porcino, Porta, Portas, Quartiani, Rampi, Razzi, Realacci, Recchia, Rigoni, Rosato, Rossa, Rossomando, Rota, Rubinato, Rugghia, Antonino Russo, Samperi, Sanga, Sani, Santagata, Sarubbi, Sbrollini, Scarpetti, Schirru, Scilipoti, Sereni, Servodio, Siragusa, Soro, Sposetti, Strizzolo, Tempestini, Tenaglia, Federico Testa, Tidei, Tullo, Tocci, Touadi, Trappolino, Livia Turco, Vaccaro, Vannucci, Vassallo, Velo, Veltroni, Ventura, Verini, Vico, Villecco Calipari, Viola, Zaccaria, Zampa, Zazzera, Zucchi, Zunino».
(Presentata il 12 e pubblicata il 16 novembre 2010)
Il Pd non è stato considerato sconfitto perché a mio avviso esce rinforzato da questo voto. Il terzo Polo si sgonfia, non è stato determinante e ora si infanga anche lui nell’opposizione a Berlusconi, e questo diminuisce il pericolo di ulteriori fughe dal Pd verso Rutelli. E Di Pietro, quello del “sono l’unica opposizione”, ha fatto come merita la figura del dilettante. Ne escono bene solo PD e PDL. Compatti al voto. Berlusconi ha in pratica salvato un’altra volta il maggioritario.
Beh.
Il PD per una volta non ha perso pezzi al momento della votazione, anche perché i Calearo e i Villari di turno se ne erano già andati da tempo.
Anzi, ha fatto meglio di tutte le opposizioni, riuscendo a far votare tutti i suoi componenti senza defezioni, addirittura richiamando deputati partorienti o sotto terapia chemioterapica dall’altra parte del mondo.
I firmatari della mozione di sfiducia c’erano tutti.
A perdere pezzi è stato Fini, con ben tre suoi deputati che gli hanno votato contro e uno che si è astenuto. Se FLI fosse stato compatto, come i suoi frontman andavano ripetendo in questi giorni, le capriole dei Calearo di turno, o lo shopping last minute di un paio di deputati dipietristi non sarebbe bastato a Berlusconi.
Per questo Fini ci avrebbe fatto una miglior figura a dimettersi da presidente della Camera subito dopo l’esito del voto. Nel momento in cui il suo gruppo ha depositato la mozione di sfiducia, lui ha formalmente lanciato il guanto di sfida a Berlusconi per una prova di forza.
Non è riuscito a vincere la guerra psicologica finalizzata a costringerlo a dimettersi prima del voto. Ed ha perso la guerra del voto di sfiducia per demerito dei suoi uomini.
L’altro che avrebbe dovuto dimettersi, da segretario del partito, è Di Pietro. Il partito che fa dell’antiberlusconismo la sua ragion d’essere non può farsi comprare due deputati nel momento della verità. E visto che i parlamentari sono nominati e non eletti, le responsabilità di un capo di partito sono ancora maggiori.
Stavolta proprio non capisco.
L’opposizione presenta una mozione alla camera dei deputati e perde: dov’è la sconfitta storica?
A me sembra che il PD e la sua attuale dirigenza abbiano dimostrato una enorme capacità politica, non fosse stato per il principale esponente del nostro schieramento alle scorse elezioni non avremmo neppure avuto Calearo e si sarebbe persino potuto far cadere il governo nonostante il distacco dato dalla “legge elettorale”.
Il PD ha individuato il punto vulnerabile del governo (il fatto che qualcuno poteva cominciare a pensare a cosa fare quando le varie balle cominceranno a scoppiare, come sta succedendo).
Ha spinto si questo ed effettivamente la frattura e avvenuta, evitando di seguire la linea IDV che avrebbe spinto la maggioranza a compattarsi.
Ha presentato la mozione nel momento in cui ci sarebbero state le maggiori possibilità di successo, nonostante la grana della finanziaria: prima FLI non aveva maturato abbastanza la frattura e ritardare avrebbe solo dato più spazio di manovra al governo.
Al voto si è andati compatti, evitando defezioni e distinguo (finalmente!).
Poi quando sei in minoranza e si vota capita di perdere.
Comunque la situazione di Pdl-Lega è decisamente drammatica e tutte le altre forze politiche sono nella posizione di aspettare il cadavere del nemico, alla fine in questo modo forse si è guadagnato il tempo di far fare a B. qualche altra gaffe e di permettere al “terzo polo” di diventare una scelta credibile per chi è sensibile a queste, ma preferisce B ai “comunisti”.
Meglio di così data la situazione mi sembra difficile.
Poi che Mieli (e anche Di Pietro o Vendola, fino a un certo punto) lavori per associare al PD le etichette di “perdente” o “senza proposte” o “litigioso”, mi sembra fisiologico; che lo facciano Veltroni o Renzi o Luca Sofri invece molto poco comprensibile (soprattutto Sofri, con cui sono daccordo sempre).
La cosa peggiore è che, assai probabilmente, tra pochi mesi si andrà alle elezioni ed il PD non sa minimamente cosa fare. Allearsi con Di Pietro e Vendola? Vincere o perdere sarebbe uguale, dato che un governo retto da un leader di cui ancora oggi non si conosce il nome durerebbe due mesi. Puntare al PD maggioritario? Velleitario, sicuramente perdente anche se forse utile nel lungo periodo. Ma non sarà, allora, che è meglio tenersi Berlusconi per un altro po’ di tempo, piuttosto che fargli vincere le elezioni a primavera e sciropparselo per ulteriori cinque anni?
Quoto e sottoscrivo Francesco: “che lo facciano Veltroni o Renzi o Luca Sofri invece molto poco comprensibile”
O meglio, da Veltroni e Renzi, purtroppo me lo aspetto, da Luca Sofri no.
Non c’è sconfitta. C’è il rammarico di vedere sempre e comunque il pretesto per attaccare la leadership.
Quando l’attacco è pretestuoso diventa sospetto.
Io la vedo così.
Se Berlusconi vincesse le prossime elezioni ce lo sciropperemmo per almeno altri 9 anni, altro che 5.
Rimarrebbe a palazzo Chigi fino alla scadenza del mandato di Napolitano, e poi darebbe le dimissioni per farsi mandare al Quirinale dalla sua maggioranza fino al 2020.
Per quanto possa essere d’accordo sull’inadeguatezza della leadership, non riesco a capire cosa si stia criticando: i numeri sono quelli delle elezioni e non possono magicamente moltiplicarsi (anzi, per una volta che non si sono divisi…).
Altrimenti siamo al “mammma mi compri un’astronave? No? Sei cattiva e ti odio”
pretestuso e francamente incomprensibile per il suo carattere cronico
Comunque Rosy Bindi ieri sera da Floris, incalzata da Mieli, è stata imbarazzante, più di una politica sembrava il Papa… una lunga lista di whishful thinking, la solita tiritera moralista, e la faccia da perenne indignata: mancava davvero solo la benedizione urbi et orbis.
L’unica cosa che ha sbagliato il PD sono stati i tempi visto che era prevedibile e legittimo che Napolitano facesse aspettare la discussione della Finanziaria,ma vallo a spiegare a Di Pietro…
Sono d’accordo con chi vede solo una sconfitta sul piano tattico del Pd (è innegabile che ci sia stata, dato che la prospettiva del governo di transizione cui il partito puntava è tramontata), e d’altra parte una buona prova di tenuta e comunque una conferma e un rafforzamento della strategia di fondo.
Che è ovviamente quella di costituire un fronte comune antiB con i moderati e con la sinistra, e di collocarsene al centro.
Questa ipotesi, come è chiaro, è l’unica che può mettere B fuori gioco una volta per tutte, e dare al Paese un governo di larga maggioranza che si metta a ricostruire sopra le macerie.
Il resto sono inutili e colpevoli velleità.
ottima prova del pd, anche di compattezza, per una volta. ma qui pur di buttarla in caciara ogni pretesto è buono.
Che il PD abbia problemi non c’è dubbio. Se qualcuno dicesse ad esempio a Bersani di imparare una volta per tutte l’Italiano sarebbe già un passo avanti.
Ma dire che da quanto accaduto derivi la necessità di mettere in discussione la leadership del Partito mi sembra davvero una inutile forzatura.
Il PD è un partito di minoranza e tale è rimasto dopo il voto di fiducia. Tutto qui.
Se, e credo lo si debba fare, la sua leadership è da mettere in discussione lo è per tante altre ragioni ma non per questa.
Che poi, soprattutto come loro stessi provano a fare, Vendola e Veltroni possano essere il nuovo bhe! ci vuole davvero troppa fantasia.
Ma il problema non è solo Bersani, che per altro è una robusta figura di governo ma non un leader. E’ il programma. Per battere Berlusconi bisognerebbe che un po’ di quelli che hanno votato per lui votino dall’altra parte. Non è impossibile, sono i moderati di centro. Ma che gli racconta il PD per farsi dare il voto? Le tasse? La scuola? Il lavoro? E chi sarebbe il premier? E’ questo che non si sa, che non sa nessuno. Neppure quelli che il voto glielo danno già. Solo proposte vaghe, entro cui puoi mettere tutto. Ma si sa che sulla maggioranza dei temi succitati i riformisti alla Renzi sono agli antipodi della narrazione vendoliana. Per questo Mieli aveva ragione a dire quelle cose.
Luca, è troppo chiaro e troppo sul problema perchè sia anche digeribile..
Una leadership consapevole, porrebbe tre condizioni (a sè stessa) al partito:
– abbiamo toppato ed è bene chiarire che noi, lo abbiamo fatto, non altri, ma a causa del “buco” nel nostro programma;
– metto (Bersani) il mio incarico a disposizione chiedendo la conta su questo programma:
1, 2, 3, 4,…n. e chiedo che chi vuole il mio posto faccia altrettanto;
– il 15 gennaio 2011 si chiudono i giochi e, in un modo o nell’altro siamo pronti per le elezioni o per l’opposizione fino a scadenza naturale.
Ma sarebbe pretendere troppo…
Sofri, questo giro hai toppato, e pure di brutto.
Il PD non ha mai avuto neanche lontanamente i numeri per far cadere dei numeri, la partita di ieri era tra Berlusconi e Fini (neanche tra PDL e FLI), e abbiamo visto com’è finita: anche perchè Fini soldi per comprare deputati non ne ha (la differenza è tutta qui, e non ha nulla di politico).
Dopo ieri il PD esce rafforzato, dalle debolezze altrui (IdV in primis, ma pure FLI e quel poveraccio di Rutelli), ma pur sempre rafforzato.
Per una volta che non si fanno male da soli, sarebbe il caso di ricordarlo…
Quoto Rob e Francesco.
Personalmente ho apprezzato il comportamento del PD in parlamento. Continuo a non capire perchè L.Sofri denigri l’attuale dirigenza del PD senza peraltro motivare adeguatamente quanto dice. Cosa avrebbe dovuto fare in parlamento il PD? Renzi e Civati cosa avrebbero fatto, al posto di Bersani?
Prendo atto volentieri del fatto che ci siano diversi che pensano che presentare una mozione di sfiducia confidando di vincere e chiudere la partita e invece venire battuti con soddisfazione di Berlusconi sia da considerare una vittoria. Ne prendo atto con qualche meraviglia e un sincero sollievo: ripenserò alla mia logica.
Come si fa a non vedere che l’opposizione è priva di strategia, inifluente e perdipiù tatticamente incompetente ? Il problema è che il PD (in quanto partito maggioritario dell’opposizione, se non altro) non mette più in movimento niente ed è sempre più solo una tradizione, una appartenenza nostalgica, un “in mancanza di meglio”. Ma anche tatticamente è stata un disastro. Se avesse vinto alla Camera scommetteva al buio (al buio, lo ripeto) su una frana di parlamentari della Pdl per ottenere una mggioranza anche al Senato per un qualche governo capace di una riforma elettorale. Avendo invece addirittura perso voti alla Camera (rispetto ad un mese fa) riconsegna a Berlusconi il controllo della situazione. Bel colpo, no ?
Non credo che un partito di opposizione debba intraprendere una battaglia parlamentare solo quando è sicuro di vincerla. E’ stata una battaglia dura che ha messo in difficoltà Berlusconi (ha dovuto comprarsi 3 voti per vincerla).
L’alternativa qual’era? Aspettare Fini? Andare ad Arcore con il cappello in mano dal Cav. facendogli simpaticamente notare che, dato che non ha mantenuto le promesse, avrebbe dovuto dimettersi?
Ovviamente la colpa è dempre del PD e dei suoi dirigenti. Pazientate ragazzi che ci pensa Renzi.
(commento molto ironico)
Luca, non ti Sofrizzare e soprattutto lascia stare Mieli che è un fine (?) ragionatore ma ne puoi stare sicuro sarà sempre dalla parte che gli è più utile. Non ricominciamo a mettere tutto in discussione sempre e comunque e per di più in faccia ai telespettatori, anche se di Ballarò. La Bindi e gli altri stanno già pensando alle elezioni, e qui non sarà il discorso di 1 o 2 voti di parlamentari, ma di 1 o 2 milioni di persone da portare dalla nostra parte, e che non sono telespettatori di Ballarò, ma forse guardano Vespa, oppure Fede. E far credere che non hai perso e che hai vinto o che vincerai, è la prima mossa.
Allora riepilogando il Sofri-pensiero: la Sinistra-Sinistra non esiste (più), l’Antiberlusconismo a tutti i costi non paga, la dirigenza pd (questa, quella prima di questa, quella dopo di questa) non ne azzecca una, l’estremismo dipietrino provoca tradimenti e defezioni, dei futuristi non c’è da fidarsi…quindi l’unico modo di far politica in italia è: o essere B o andare a casa sua a chiedergli se per cortesia toglie il disturbo (cito i post precedenti di urlo e mobi, favolosi). beh…
Ho apprezzato gli interventi di Luca e ro55ma (in parte), mi sento però di ribattere:
@Luca: non è una vittoria, ovvio, ma se sei all’opposizione le sconfitte numeriche capitano tutti i giorni, è quando sei in maggioranza che se perdi è un disastro, quando sei opposizione i disastri sono altri (scissioni, pezzi che vanno con il governo…), inoltre a sentire i dirigenti non si era sicuri di vincere, ma che fosse il momento con le maggiori probabilità e comunque un modo per rendere insanabile la frattura nella maggioranza (cosa che è successa ed è effettivamente una bella base per il futuro, non una vittoria perché il PD non ne è stato l’unico artefice).
@ro55ma:
– cosa c’entra il “buco del programma” con la sfiducia? (al massimo il buco nel programma del governo ha provocato la scissione, ma il programma del PD temo non possa avere importanza ora)
– Sulla conta: sono molto daccordo, si chiamano primarie del PD, Bersani è li perché le ha vinte, spero che Renzi si presenti alle prossime (sul quando però non forzerei lo statuto per fare una campagna interna contemporanea alle elezioni, mi sembra suicida e inutile) spero soprattutto (e qui ti ho apprezzato con tutto il cuore) che i temi delle prossime siano quelli che dici tu (programmi, idee e ideali), non le correnti o le età o comunque solo le persone.
– comunque vada siamo pronti alle elezioni o a continuare l’opposizione (ma più forti che un mese fa) è quello che già dicono, perché il 15 gennaio? (non ho davvero capito, sospetto per colpa mia)
Due note al margine:
1. Fini conferma definitivamente la sua diemensione di leader poco carismatico, ingessato,
stantio nelle idee, incapace scaldare i cuori e di catalizzare un’incrinatura latente nell’area pdl.
2. Il PD non capisce che la vera base elettorale da attaccare non sta nel pdl moderato, ma – eresia! – nella Lega, la working class, operosa, attaccata al territorio e sensibile allo spreco dei frutti del lavoro. Bisogna però proporgli una democrazia liberale che sappia fare scelte non demagogiche, non educarli con la sciarpetta rossa.
Sofri, non ti sofrizzare: a tutti capita di prendere delle cantonate.
Anche a te.
@francesco
io la metterei così: se invece di un contenitore (PD) con almeno tre o quattro “visioni” per il futuro, una antitetica all’altra, si fosse arrivati al voto di ieri con una leadership (di programma) unica, semplice, alternativa, per una democrazia liberale seria (braccale docet) credo che molti non avrebbero avuto al scusa del voto al buio, ecc. ecc.
Oggi, riconoscere che la mossa “sfiducia”, basata sulla speranza di avere terreno libero per fare “in emergenza nazionale” quello che non sei in grado di fare in casa tua, è fallita, sarebbe segno di maturità e di volontà di cambiare registro
Ovviamente, basta far finta di nulla, sorridere delle crepe nel moloch bunga-bunga e intanto.. rinviare..
scusa @francesco, dimenticavo le primarie:
come dice anche il Bersani (da non molto…) si devono fare con il pacchetto completo, “chiavi in mano”, non alla “vaccamiseria” until now.
Quindi contenuti e loro applicabilità (con chi sono disposto a farle o se le voglio fare da solo)sulle dieci cose che contano.
In effetti è proprio così ro55ma. Se il PD avesse avuto una leadership di programma scilipoti avrebbe rinunciato all’estinzione del mutuo da 200.000 euro, razzi alla ricandidatura, polidori all’equiparazione dei diplomi cepu online con quelli pubblici etc. etc.
Dai cerchiamo di prenderla con serietà.
Sofri sostiene che nel confronto politico il pd è stato irrilevante e non vedo come lo si possa smentire, basta consultare i media degli ultimi tempi, mail il pd e o suoi protagonisti, mai.
Poi sostiene che il pd ieri è stato sconfitto, innegabile, inutile persino discuterne. ha ionvestito molto su quel voto (troppo per essere solo al traino di altri) e ha perso.
Infine trae la conclusione più ovvia, una leadership che non ne azzecca una (nemmeno i candidati delle primarie) dovrebbe come minimo (come minimo) fare un serio esame di coscienza invece di recitare le solite giaculatorie stantie come quelle della Bindi ieri (figura penosa).
E poi parliamoci chiaro, vedete forse l’attuale leadership del pd come forza di governo? Pensate che andando ad elezioni con questo personale politico e con questa desolata mancanza di idee si possa dare la spallata definitiva a Berlusconi?
Io ho i miei forti dubbi, anche se ancora spero di sbagliarmi.
Il PD si è comportato bene. Il che non toglie che ce la siamo presa in culo. Scusate. Valentina.
Ripartendo dal post: i dirigenti del Pd farebbero finta di niente? questa è la tesi di Mieli e, a quanto pare, del Post. In realtà, è accaduto che il Governo non ha più la maggioranza assoluta alla Camera e, soprattutto, la divisione all’interno del Pdl si è definitivamente cristallizzata, con il risultato che chi due anni fa contava su una maggioranza di 100 deputati (la più grande della storia repubblicana, a quanto pare), oggi ha un vantaggio di tre deputati, e, quindi, non può più governare. Quale sarebbe la sconfitta del Pd? Non ha dimostrato maggior compattezza e serietà di Idv e Fli? avrebbe dovuto ambire al governo del paese sommando i propri voti a quelli di Fini? e quando mai questo è stato teorizzato o ritenuto credibile, visti i numeri al Senato che mai potevano immaginarsi diversi? io, invece, ho l’impressione che i Renzi (in senso lato, intendo quelli di Firenze) abbiano improvvisamente realizzato di essere irrilevanti nello scenario nazionale e cominciano a preoccuparsi in vista delle imminenti elezioni.
in effetti mi sembra che in questo caso parlare di sconfitta del PD, o della sua leadership, mi sembra tirare le cose un po’ per i capelli. Condivido pienamente le critiche alla leadership del PD, ma che altro avrebbero potuto fare in questa occasione? avrebbero forse dovuto evitare di presentare la mozione di sfiducia’, aspettando i tentennamenti di Fini e Casini? hanno provato a dare una spallata al governo, mettendolo comunque a dura prova e logorandolo, hanno votato compatti (ok, lo so, la candidatura di Calearo grida ancora vendetta…) e hanno costretto Fini a prendere una posizione dalla quale difficilmente potrà mai tornare indietro. Non è certo il caso di parlare di vittoria, ma le critiche alla leadership teniamole per occasioni migliori, e ce ne saranno molte, e presto…
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A me certe considerazioni politiche che leggo qui nel Post mi appaiono veramente incompresibili e a dir poco tendenziose, senza offesa.
@ sofri “Il titolo numero uno di ieri è che ha vinto Berlusconi.
Il titolo numero due è che ha perso Fini. Il titolo numero tre manco c’è, ma in condizioni normali.
ci sarebbe l’opposizione che ha provato a dare la spallata e far cadere il governo con una prova di forza e una sfida decisiva, e ha perso.”…
…fa il paio con l’ evanescente analisi di stampo “antigiustizalista” del Polito-pesiero pseudo/riformista, nelle note del SUO giornale [ qui http://www.ilriformista.it/stories/Prima%20pagina/313886/%5D. Mi spiego.
Un governo eletto interamente dagli apparati, grazie al ‘porcellum’, secondo te diventa d’un tratto specchio del ‘volere del paese’: ma dove vivete? Anzi, il voto di ieri indica in maniera inequivocabile, quanto questo sistema sia lontano dai cittadini e quanto vergognose appaiono le scelte di voto di alcuni parlamentari asserviti ai loro interessi. Oddio salti della quagli ce ne sono stati nella nostra martoriata storia ma mai un solo voto in più ha dato tanto potere ad una minoranza/maggiornza.
Un proprietario vince perchè compra e vende (logica capitalista del profitto): questo è il risultato vincente berlusconiano? Questa è la ‘cifra politica’ e quindi il dover trarne conseguenze – politiche anch’esse?
Fini e Fli sono i veri vincenti perche hanno posto le basi per un nuovo cambiamento – a destra – “nel nome della chiarezza e non degli equilibrismi, nel nome della “visione” e non degli interessi e della tattica di basso livello. È più chiara la collocazione di Fli, ma sono soprattutto più chiari i suoi obiettivi. E sono obiettivi di ampio respiro e di lungo termine, ambiziosi e difficili. C’è, nell’orizzonte di Fli, la costruzione del centrodestra del futuro e la fondazione della Terza Repubblica.”Federico Brusadelli FFw.
Io, da sinistra, colgo con grande favore lo sforzo programmatico di un nuovo popolo sia di destra che di sinistra che ponendo le basi finalmente di una dialittica – scomparsa dal vocabolario da 16ann in qua – si sta risvegliando dal ‘torpore’ a cui il grande fratello del conflitti di interesse ci ha anestesizzato. Colgo tanti segni di questop risveglio: l’orgoglio della cultura, gli operaio fiat e non ultimo la determinazione degli studenti (certo non la guerriglia di stampo G8-genova messa in atto da infiltrati da stadio professionisti che si fondono con i fantomatici black bloc globali)- e che sta procedento verso un tentativo di ‘deberlusconizzazione’ della vita politica italiana e della società.
L’aver posto tra parentesi l’avventura bipartitica e catastrofica veltroniana, ridimensionato il tentativo tutto berlusconiano dei tanto osannati rottamatori (che dio ce ne scampi), Bersani e Vendola stanno al centro di un percorso e di una ‘narrazione’ che si riappropria delle idee e delle ragioni della sinistra democratica e riformista attenta al lavoro, ai lavori e ai lavoratori, fulcro della nostra costituzione. Cosa raccontare: sì le Tasse la Scuola e il Lavoro? Vi pare poco?
Io credo che al di la di tanti disillusi (per carità ce ne sarebbe per mollare tutto affanculo) occorre guardare con favore a questo nuovo centro-destra che si sta costruendo aiutandolo insieme a realizzare concretamente una alternativa solida e che guarda ai bisogni della gente e non agli interessi dei soliti pochi ed amici, venduti e comprati.
Ma se neanche in casa propria si è convinti è meglio scegliere altro, si è più credibili almeno.
[scusate gli errori, manca una funzione di editing]
Secondo me tutto va visto in prospettiva storica:
“Il prossimo biennio sarà molto complicato sotto il profilo economico …sarà il momento delle scelte difficili, quelle che l’uomo che vive di sondaggi quotidiani e che è del tutto accecato dal desiderio di rimanere in sella non ha mai avuto il coraggio di fare. Quallo sarà il momento in cui il berlusconismo cadrà come merita in prospettiva storica: rovinosamente. Un’epica e dolorosa disfatta per lui, che nel baratro ci ha portati, e per il paese, che incantato dal sogno, ci si è fatto portare”
Se qualcuno è interessato trova la mia analisi qui: http://vetriolov.blogspot.com/2010/12/champagne.html
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la sconfitta del Pd non è nella mozione parlamentare respinta, ma nel fatto che dopo la mozione non è rimasto niente. Non una proposta politica convincente, né un leader credibile da sostenere, e nemmeno un’alleanza possibile, visto che il terzo polo sembra più un nuovo centro-destra, che un possibile alleato
Contrordine compagni, Bersani ha scoperto il terzo polo e vuole allearsi con loro. Rinuncerebbe persino anche alle primarie per questo (per forza sa di prendersi una gran tranvata).
Insomma la sinistra non sa dove andare e per non sbagliare farà alleanza con ex democristiani ed ex fascisti rifatti. Evvai.