Clinton non c’entra, o quasi

Attenzione che adesso il caso Clinton-Lewinsky potrebbe diventare sì un precedente citabile: perché non solo il PresdelCons ha detto delle cose nette e decise in pubblico per sostenere che nelle feste a casa sua avvenissero solo cose nel più totale “decoro”, ma nella memoria difensiva presentata dai suoi avvocati ci sono testimonianze giurate – se ho capito bene – di alcune decine di persone che insistono sul fatto che non sia mai avvenuto niente di lontanamente “sessuale” a quelle feste.

E quindi anche dando spazio all’argomento che sono fatti privati e che “ognuno a casa sua…”, qua, come con Clinton, la contestazione diventa un’altra e più concreta di quella sull’etica e i comportamenti: ovvero la menzogna pubblica e giurata, se si dimostrasse (ci siamo molto vicini, mi pare) che hanno mentito.

Abbonati al

Dal 2010 gli articoli del Post sono sempre stati gratuiti e accessibili a tutti, e lo resteranno: perché ogni lettore in più è una persona che sa delle cose in più, e migliora il mondo.

E dal 2010 il Post ha fatto molte cose ma vuole farne ancora, e di nuove.
Puoi darci una mano abbonandoti ai servizi tutti per te del Post. Per cominciare: la famosa newsletter quotidiana, il sito senza banner pubblicitari, la libertà di commentare gli articoli.

È un modo per aiutare, è un modo per avere ancora di più dal Post. È un modo per esserci, quando ci si conta.

Abbonamento mensile
8 euro
Abbonamento annuale
80 euro

13 commenti su “Clinton non c’entra, o quasi

  1. maucirano

    Il problema è che Italia e Stati Uniti hanno un pensare comune del concetto di “menzogna” decisamente diverso.

  2. malapropysm

    In Italia la menzogna è più che accettata, altrimenti non si spiegherebbe perché sia stato eletto 3 volte il caro vecchio e arrapato signor B.

  3. Schweitzer

    non esistono testimonianze giurate nè nel processo nè tantomeno fuori di esso. chiunque può andare in tribunale e dire mezze verità e mezze falsità senza essere punito: un’altra grande differenza tra Italia e U.S.A.
    Per quanto riguarda il caso in questione, beh è inutile aspettarsi le dimissioni di B.(anche se dovesse venire fuori, come è già successo più volte, che ha mentito) visto che questa è l’ennesima volta che il PresDelCons ha assolto milioni di italiani (Severgnini docet). Purtroppo la morale comune (lo so lo so è roba da parrucconi) è una tacca sotto a quella dei preti che stuprano i bambini (W. Allen docet)

  4. Pingback: Vediamo se è un uomo o un quaquaraquà « tuttoApost

  5. f

    sopattutto se si cita il caso Clinton-Lewinsky attracerso le parole Philip Roth (la macchia umana)

  6. rafeli

    @jamesnach

    qui si continua a puntare il dito su quanto e come B. ha sbagliato. La questione sono gli italiani.

    Questa non e’ affatto la goccia che fa traboccare il vaso: il vaso trabocca ormai da tempo, solo che al 50+1% non importa. Gli articoli (come fa il NYT mi pare) dovrebbero essere tutti dedicati agli italiani, non a B. Come fare a cambiare loro, non B.

  7. george kaplan

    Non sono mai intervenuto su Berlusconi, in particolare sul caso Ruby.
    Me ne frega abbastanza poco.
    Credo, però, che stiamo leggerissimamente sopravvalutando le doti di amatore di Silvio: speriamo che almeno una/o sia passata/o da Arcore senza che il suddetto Berlusconi le/gli abbia sventolato innanzi il suo pene.
    P.S. Almeno che per il Sig. Luca una tetta al vento sia qualcosa di “sessuale”.

  8. pinosp

    ieri mattina qui a Lecce un noto pasticciere di 78 anni è stato condannato in appello a 1 anno e 2 mesi per violenza per aver tentato di baciare sulla bocca una dipendente di 27 anni che lavorava lì da qualche giorno. ricorrerà in cassazione.

  9. stefano b

    Luca, secondo me il precedente da citare è un altro. E’ stata proprio Ruby ad indicarlo implicitamente a Vanity Fair: il caso Marrazzo. Lo so che alle cronache rimarrà che Marrazzo si è dimesso perché faceva festini di sesso e coca con trans, e perché andava in via Gradoli con l’auto blu. Ma in realtà Marrazzo si è dovuto dimettere perché venne fuori che, ricattato da loschi carabinieri, per paura dello sputtanamento invece di andare a denunciare il fatto alla magistratura preferì cedere e pagare i ricattatori.
    Quello che sta venendo fuori dalle 600 pagine di carte che sono fino ad ora note è il fatto che Berlusconi sta nella stessa identica situazione.
    Ruby e i suoi avvocati hanno ricattato Berlusconi chiedendogli 5 milioni di euro in cambio del silenzio della ragazza sulle verità delle notti di Arcore. E Berlusconi, invece di denunciare il tutto alla procura, per ovvie ragioni ha preferito cominciare i pagamenti

  10. johndoe

    @ stefano b: Berlusconi ha dichiarato nel 2009 (erano 139 nel 2007) quasi 24 milioni di reddito, quindi circa 2 milioni al mese. I 5 milioni sono perciò 2 mesi e mezzo di guadagni, e definirli un ricatto è come dire che ricatti un impiegato chiedendo 6mila euri. Non mi sembra serio.

    Questo per dire che, secondo me, Berlusconi NON è ricattabile dal punto di vista economico. Lo puoi sputtanare, ma non puoi spaventarlo usando i soldi.

  11. stefano b

    Eh? Non mi risulta che si guardi al reddito del ricattato per determinare se un’azione è o meno ricattatoria. Semmai si dovrebbe guardare al reddito del ricattatore, ed è innegabile che 5 milioni di euro a Ruby cambiano la vita.
    Ma comunque il reddito non c’entra nulla, perché un ricatto è “minacciare con azioni intimidatorie o con la promessa reiterata di rendere pubblici documenti riservati, carpiti con l’inganno, in grado di compromettere il ricattato nella sua rispettabilità, integrità, onorabilità ecc. o di comprovarne comportamenti viziosi per la legge al fine di estorcergli denaro o favori”.
    Che è esattamente quello che stanno facendo Ruby, la Minetti e le altre della dimora Olgettina: Papi deve sganciare se vuole il nostro silenzio per salvarsi il “suo culo flaccido”.

Commenti chiusi