Nella fase di prevendita

Sembra ieri che Futuro e Libertà aveva in pugno almeno dal punto di vista della comunicazione pubblica la politica italiana: incassando i profitti dell’aver costruito l’unica invenzione politica degli ultimi due anni, i finiani hanno fatto girare per diversi mesi intorno a se stessi l’attenzione di media ed elettori, costruendo un’escalation di attese culminate infine nella plateale sconfitta del 14 dicembre. E da quella tranvata non si sono più ripresi.

Ci ho pensato finendo oggi sul sito di Generazione Italia, e pensando che solo fino a un paio di mesi fa quello che usciva da quel sito, dal blog di Fabio Granata, dalle pagine del Secolo, quello che diceva Fini quando andava in tv, era trattato ogni volta come una potenziale accelerazione della caduta del regime berlusconiano, come una nuova indicazione di cambiamento possibile: e quelle poche teste pensanti che stanno nel già ridotto manipolo che era stato capace di costruire quel partito e quell’attenzione erano state a volte capaci di aggiungere anche qualche contenuto efficace e di buon senso alle discussioni e al disastro da cui cercavano di emanciparsi. Stavano davvero provando a ricostruire una destra, con i limiti delle risorse a disposizione. Bocchino, poi, era ovunque ogni giorno.

Poi è arrivata la tranvata, e sono scomparsi. Non solo sconfitti, ma annientati. Può essere forse rincuorante pensare che quello che non era riuscita a fare una campagna di “fango” a base di case a Montecarlo l’ha ottenuto più istituzionalmente un voto parlamentare, ma l’effetto è comunque degno di nota. Annientati. Non sono più da nessuna parte, non li invita più quasi nessuno (ieri sera Perina a Otto e mezzo, ma in quanto donna), non riescono a inventarsi più niente per tornare sulla scena, sia un progetto o anche una semplice trovata. A questo pensavo arrivando sul sito di Generazione Italia, e ho controllato se malgrado i riflettori si fossero spostati proseguissero elaborazioni e costruzioni ininterrotte, se ci fossero aggiornamenti che magari ci erano sfuggiti.

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34 commenti su “Nella fase di prevendita

  1. 1972

    Quindi ancora una volta aveva ragione chi aveva torto. Complimenti, direttore, dopo mesi di gemellaggi, tappeti rossi, rose e fiori se n’è accorto persino lei. E’ sublime che ne parli con questo distacco, come se la cosa non la riguardasse.

  2. Luca

    Se è per divertirvi, potete scrivere quello che volete, a me fa piacere. Se invece volete leggere quello che scrivo e trovarci delle contraddizioni temo dovrete argomentarle un po’ meglio. E temo che non ne sarete in grado senza usare cose che io non ho detto.

  3. Lazarus

    Insomma Fini non è riuscito a far fuori Berlusconi quindi è tornato ad essere ufficialmente di destra. Il nuovo idolo ora chi è? Forse Bagnasco perchè ha criticato Berlusconi?

  4. ilbarbaro

    E se, semplicemente, il progetto politico di FLI non presentasse elementi di interesse?
    Non c’è novità, non c’è distacco, se non da una storia politica discutibile, ma radicata, che fa gridare molti al tradimento, non c’è prospettiva e non c’è umiltà.
    Caro Direttore, ha più volte rimproverato i suoi lettori di essersi “accaniti” con la Perina, arrivando a rovesciare loro addosso assurde accuse di fascismo (viste le parti, le storie e la situazione), ma quello che FLI non ha mai fatto è assumere pubblicamente e definitivamente la (cor)responsabilità del fallimento di un progetto politico al quale hanno contribuito in modo determinante e del baratro morale e amministrativo cui hanno quanto meno assistito, o di cui si sono resi complici, né hanno rivendicato una superiorità e un distacco rispetto agli ex “camerati” che del mandato elettorale, in questo quindicennio, hanno approfittato per fare ciò che per anni avevano rimproverato ai loro avversari.
    Semplicemente, cioè, non sono credibili.

  5. t_floyd

    Per amor di verità, diamo atto a Luca di non aver mai flirtato, oltre il limite dell’onestà intellettuale, con i Finiani, anzi di essere stato sempre piuttosto scettico sui contenuti della loro svolta. Ha scritto più e più volte su questo, quindi dipingerlo come un Granata qualsiasi mi pare fuori luogo, e non corrispondente al vero. Però, insomma gli chiedo conto di questa conversazione che lui postò all’inizio del suo “innamoramento”, più che legittimo, per la Perina.

    Chiedendole cosa li dividesse in termini di idee così riportava:
    Flavia Perina allora mi ha risposto, sicura: “una cosa di sicuro: il garantismo; sul garantismo io mi sento distantissima dalle cose che sento e leggo a sinistra”. E io le ho detto: anch’io, infatti quelli a cui ti riferisci sono di destra, loro. E insomma, non ne siamo venuti a capo.

    Caro Luca, ora che la Perina ha, come tutti quelli che tu chiami di destra, e in realtà SONO la sinistra, almeno quella che siamo abituati ad ascoltare da un ventennio a questa parte, buttato al macero per mera convenienza politica tutta la sua idealità garantista, per sposare invece la linea tutta morale e core contro il Cav – brutto puzzone e corruttore d’anime – insomma dopo che la Perina si è svelata per quella che è, una di destra destra che pare una di sinistra, sei infine giunto a risponderti alla famigerata domanda? Cosa vi unisce? Ti risponderei -da parte mia – dicendo forse la visione paternalistica e da oratorio della società, ma la butto lì come provocazione, solo per il gusto di sentire come la pensi!

  6. Massimo

    Non sono credibili. Ok, non è una affermazione priva di forza, ma se la applichiamo all’intera classe politica italiana il parlamento si svuota. Chi è credibile, allora, seguendo questo metodo? Veltroni? D’Alema? Di Pietro? Casini? Tutti hanno alle spalle un fallimento politico più o meno recente, tutti c’erano quando succedeva questo o quello. Ciò non vuol dire che “tutti colpevoli nessun colpevole”, ma se dagli stessi personaggi politici viene una proposta nuova non la si può scartare a priori perché prima erano qui o là. Intendiamoci, un robusto svecchiamento della classe politica sarebbe salutare per recuperare credibilità nei confronti dei cittadini. Ma non sarebbe un problema solo della Perina.

  7. albertog

    Fini ha messo in difficoltà Berlusconi finché ha continuato ad appoggiare il governo. La sua posizione – votiamo a favore di tutti i provvedimenti contenuti nel programma elettorale – era inattaccabile. Quando alla fine ha rotto, a me ha dato l’impressione di aver ceduto troppo presto. E’ stata una mossa con un obiettivo di breve termine, quando l’aspettativa da lui era di costruire qualcosa di più duraturo. Non aver tenuto la barra dritta mi ha dato l’impressione che fosse lui a sconfessare il programma del Pdl che aveva sottoscritto. Se voleva risultare credibile, non avrebbe dovuto lasciarsi intimidire. Detto questo, da Gianfranco Fini qualcuno (fra cui io) si aspetta ancora risposte sul G8 di Genova, figuriamoci. Sono passati quasi dieci anni.

  8. 1972

    Esempio emblematico tra i tanti di cose che il direttore “non” ha detto, che al Post “non” hanno scritto e dei flirt che “non” hanno avuto luogo in questi lunghi mesi di languide carezze: http://www.ilpost.it/2010/09/05/fini-vince/
    Un pezzo che resterà negli annali.
    Adesso hai voglia a cancellare gli archivi.

    Enzo Reale

  9. ilbarbaro

    @Massimo
    Proprio perché la classe politica ha generalmente perso ogni credibilità, il progetto di FLI doveva contenere elementi che gliene dessero, e non ce li ha. È il destino dei terzisti per forza, ma anche e soprattutto di quelli che sono incapaci di tirare le somme dei propri fallimenti e agire nell’unico modo che consentirebbe di conservare un minimo di dignità, facendosi da parte.
    E la dignità è il fondamento primo della credibilità. Quindi, sì, il problema non è solo della Perina, ma qui è di lei e di FLI che si parla.

  10. Luca

    Non voglio adeguarmi a una noiosa inclinazione a discutere l’auore invece dei suoi contenuti, e quindi non starò più di tanto a discutere dei pensieri miei e delle loro affinità e divergenze con quelli di Flavia Perina. Qui avevo solo scritto del palese cambiamento di condizione in cui si trovano i finiani, che è un dato di fatto, non un mio giudizio, e che non ha niente a che fare con i loro principi o idee. Rispondo quindi solo su questi, e credo che tfloyd sbagli: io non vedo sposata nessuna linea giustizialista, e non credo – mi si perdono l’ovvietà, ma è richiesta – che di debba confondere il garantismo anche nei confronti di Caino con un giudizio severo nei confronti di Caino.

  11. t_floyd

    Prendo atto della bizzarria di postare discussione personali, e a domanda rispondere che si trova noioso discutere le idee dell’autore, però si sa certa stizza è difficile a togliersi, e questa si un poco noiosa. Però, mi scusi l’autore, le sue personalissime idee sulla Perina sono abbastanza biased, o vorrebbe farci lui credere che chi fino all’altro ieri rigurgitava accuse sul Berlusconi mafioso, senza che la propria coscienza ne uscisse un minimo turbata, oggi di fronte a quello che rimane – almeno in principio – come il più grande atto di intromissione nella vita privata di un premier, non trovi surreale uscirsene con sparate da oratorio tipo questa : “I soggetti che dall’alto del loro ruolo pubblico o privato chiedono agli operai di adeguarsi alla competizione globale, ai giovani di attrezzarsi ai tempi nuovi della flessibilità, agli studenti di mettersi sotto per laurearsi nei termini, ai consumatori di tirare la cinghia, ai credenti di difendere i valori, alle famiglie di essere “agenzie” di educazione, e tutto questo nel nome dell’interesse nazionale oltreché per il vantaggio individuale, dovranno pur dirci se la desolazione che emerge da quel vorticoso giro di festini – con quei soldi facili, esentasse, cash, distribuiti come caramelle – è davvero l’unico destino possibile “finché non emerge una alternativa”.” Ecco si, dai moralmente mafioso è più che accettabile, puttaniere però no che le giovani figlie ci guardano. MA per piacere, un poco meno di ipocrisia non guasterebbe!

  12. t_floyd

    ma io ti chiedevo cosa ne pensi, prendo atto che non hai voglia di rispondere! (non è che devi, eh?)

  13. Giulia P.

    @1972 il pezzo si conclude con una parola. Fino a quel momento i finiani non ne avevano sbagliata una. E’ stato bello finché è durato. Se poi avete voglia di fare revisionismo/onanismo, ditelo, così smetto di leggere i commenti.

  14. 1972

    Guarda Giulia, chiunque può cambiare idea, ci mancherebbe altro. Il problema però è farlo pretendendo di far credere di essere sempre stati coerenti con le proprie opinioni, che è il tentativo un po’ goffo di questo post – scritto probabilmente nella speranza che i lettori non se ne accorgano -, nonché dei successivi commenti del suo autore. Ecco, ce ne siamo accorti. E non è un bello spettacolo.

    Enzo Reale

  15. aristarco

    Se il cronista sportivo l’anno scorso scriveva che l’inter stava vincendo tutto e quest’anno invece scrive che e’ a nove punti dal milan ( o yeah!), vuole dire che adesso e’ al soldo di Berlusconi?
    Spiegatemi che forse sono ingenuo.

  16. george kaplan

    Al di là della piccola polemica da cortile che questo post ha immotivatamente scatenato, credo sia opportuno evidenziare un fatto incontestabile: tentare di fare le scarpe a Berlusconi porta una sfiga (politica) allucinante.

  17. 1972

    Ma come, Direttore, davvero vuole che le vada a riprendere articolo per articolo, editoriale per editoriale, ammiccamento per ammiccamento, leccatina per leccatina, 9 mesi di idillio Post/Secolo, Sofri/Perina, “progressisti”/finiani, andati in onda sulle pagine del quotidiano online che lei dirige? Davvero vuole che recuperi i pezzi elogiativi (uno è citato sopra) nei confronti del caro leader, l’enfasi data a qualsiasi scoreggina di Bocchino o Granata, i commenti sulla destra moderna mica come quei puzzoni che seguono il Cavaliere? C’era il monarca da abbattere, certo, non si poteva andare per il sottile, no? E adesso? Che fa, Direttore? Fa un post così, mi si nota di meno se, e se li scrolla di dosso con un’alzatina di spalle prendendoli anche un po’ in giro? Io, quelli, e chi li conosce? Sempre pensato che fossero dei buoni a nulla, mica credevate che… Insomma, abbiamo scherzato.
    La lievità con cui oggi fa finta di niente è encomiabile sotto il profilo della faccia tosta ma distruttiva sotto quello della credibilità sua e del giornale che dirige. Ma questa è solo la mia opinione. Di sicuro molti suoi lettori la seguiranno in questa ritirata strategica fuori tempo massimo, con la stessa nonchalance con cui lei ha preteso, oggi o nei mesi scorsi, di prenderci tutti un po’ in giro.
    L’ho spiegato solo a beneficio dei meno attenti, sono certo che lei sapeva già molto bene di cosa si parlava.
    Chiudo qui. Spero apprezzi almeno la franchezza.

    Enzo Reale

  18. Luca

    No, vorrei altro, a dirla tutta, ma non la dirò tutta. Ma diciamo che qui mi limito a volere che tu smetta di cercare una contraddizione che come ha già segnalato qualcuno sta nei tuoi desideri e non hai ancora dimostrato citazioni alla mano, né potresti. E si, è da cortile, avete ragione. Io la chiudo qui.

  19. sergio62

    vedi,Sofri, il fatto è che probabilmente i finiani hanno goduto di una plusvalenza di rappresentatività proprio grazie al fango mediatico estivo sulla famiglia del loro leader.Il voto del 14 dicembre, del resto, era un winner-takes-it-all . E, anche a causa di defezioni last minute , i finiani lo hanno perso- insieme alla sinistra , peraltro assuefatta alle sconfitte. Paradossalmente,una riapertura dell’inchiesta sulla casa monegasca con eventuali dimissioni di Fini rilancerebbe le azioni di quest’ultimo,facendolo apparire vittima di quella sindrome di accerchiamento, che come si è visto per altri personaggi trova gli italiani pronti a solidarizzare

  20. Lazarus

    Insomma, insomma, è davvero difficile dar torto a Enzo Reale, che una parte della sinistra abbia improvvisamente visto in Fini un idolo nonché grande statista è cosa lampante. Chiunque può andarsi e rileggere articoli e post sull’argomento. Si è arrivati al punto di ipotizzare alleanze e governi tecnici con l’ex mazziere del G8 di Genova.
    Chissà perchè quella parte sinistra e i suoi portavoce mai e poi mai fanno i conti con i propri fallimenti e le proprie miserie, nessuna autocritica, nessun errore.
    Non si capisce come sia possibile che gente che non sbaglia mai non riesce mai a combinare un tubo di niente. Mah, destino cinico e baro?

  21. mico

    Ma no, semmai si è celebrato un ritorno di fiamma di idealità nei discorsi della destra. l’egemonia di una destra “acqua”, senza nessuna forma, ma capace di riempire ogni spazio, è demoralizzante.

  22. jamesnach

    Pensare che FLI & company fossero una specie di banda di grandi statisti finalmente emersi dalle acque per salvare l’Italia dopo 20 anni di Berlusconismo è stato a dire poco ingenuo.

    Questa è gente cresciuta a pane e Berlusconi, gente che per la maggior parte senza di lui non sarebbe mai arrivata nè in Parlamento nè tantomeno al Governo, Fini in primis.

    Questo non vuol dire che siano uguali uguali alle truppe cammellate del Cav, ma la loro conversione sulla via di Damasco con 20 anni di ritardo ha sempre avuto, per quel che mi riguarda, la stessa credibilità dei folti capelli del Cav.

  23. alessandro smerilli

    Senti Enzo Reale, ho letto con attenzione il rimando che hai indicato e che si conclude così:
    “Le analisi che si possono fare sono molte, e molte le implicazioni. Ma un dato indiscutibile – ripetiamo – c’è, se come ci era stato detto sul processo breve si sarebbe visto chi vince tra Fini e Berlusconi: vince Fini. E non è la prima volta. Fini ha vinto sempre dall’inizio di questa battaglia. Ha alzato il livello dello scontro, lo ha fatto esplodere in pubblico a primavera umiliando e imbarazzando Berlusconi davanti a tutti, ha continuato a tirare la corda e i suoi hanno detto sul PdL cose più severe ed efficaci di quelle ormai tiritere dell’opposizione riformista o dipietrista. Non ha battuto ciglio in quella che era sembrata l’unica rimonta di Berlusconi – l’indifferenza alla mano tesa e il deferimento ai probiviri – e si è affrettato a rilanciare costruendo un gruppo proprio e chissenefrega. Ma soprattutto, ripetiamolo che adesso sembra una cosa da nulla, ha demolito quelli che tutta l’opposizione definiva i più gravi attacchi alla democrazia e alla giustizia portati dalla maggioranza: il ddl intercettazioni e la legge sul processo breve. Se sta davvero per cominciare una campagna elettorale, ci vorranno parecchie case a Montecarlo per demolire questo consuntivo.
    Fini vince, finora.”
    Effettivamente Hitler era quasi arrivato a Mosca e poi rinculò. Berlusconi si è dimostrato un osso piuttosto duro, ha ammansito i dipietristi facendogli annusare un po’ di soldini e sta vendendo cara la pelle. Comunque se noti qualcosa di inesatto o sbagliato nel pezzo o in altri evidenziali pure, e facci la morale se ti va, ma dopo, se la fai prima fai la figura del segaiolo.

  24. alessandro smerilli

    @Oznerol : sì si è saputo, voleva rivendere il marchio a caro prezzo a Fini per poter fuggire con la Perina.

  25. 1972

    Vediamo di riassumere per i più distratti.
    Il Post nasce finiano.
    Il 21 aprile 2010, poco dopo l’inizio delle trasmissioni, il Direttore pubblica questo post, un vero e proprio manifesto politico (o dichiarazione d’amore, dipende un po’ dal livello di lettura): “La destra che è uguale alla sinistra”.
    http://www.wittgenstein.it/2010/04/21/la-destra-che-e-uguale-alla-sinistra/
    E guardate che io sono d’accordo, quella destra è perfettamente assimilabile a questa sinistra, se non uguale, ma non è questo il punto. Il punto è che Sofri scrive a proposito di Flavia Perina: “Mi trovo quasi sempre d’accordo con lei, non solo sul piano delle posizioni politiche ma soprattutto su quello di analisi e valutazioni più estese e generali. E dopo aver parlato un po’ con lei in un bar romano, le ho chiesto, a partire da questo suo articolo, «ma scusa, sono mesi che ti sentiamo dire cose assolutamente condivisibili e auspicabili, e ci diciamo ogni volta “guarda come siamo d’accordo” e ce ne meravigliamo, e anzi ormai non ce ne meravigliamo più: quindi a questo punto la cosa che comincio a chiedermi, piuttosto, è «cosa ci divide?»”.Il post continua con la spiegazione della “sicura” Flavia sul garantismo, come possibile elemento di contrasto. Al che Sofri conclude: “E io ancora aspetto di capire cosa ci divida”.
    Difatti poi, per 9 mesi e fino al post di disimpegno che stiamo commentando, nulla li avrebbe più divisi. In questi 9 mesi Il Post pubblicherà:
    – circa 200 articoli sui finiani (200!), media di 5-6 alla settimana (ma di sicuro me ne perdo qualcuno perché ho usato solo la chiave di ricerca “finiani”: http://www.ilpost.it/?s=finiani&submit), in cui non si contano le citazioni dirette dal Secolo d’Italia (non ho il numero esatto quindi se Sofri vuole usare questo dato mancante per dire che non so quel che scrivo può anche farlo, visto che le sue argomentazioni sono di questo tipo) e in minor misura da FareFuturo: sfido però chiunque a trovare uno solo di questi 200 pezzi in cui si esprima una critica sostanziale all’azione politica di Fini, dei suoi fedelissimi o di FLI;
    – 37 editoriali della Sig.ra Perina, media di 1 alla settimana: http://www.ilpost.it/flaviaperina/, con smarcamento a destra da Berlusconi in un climax ascendente che neanche Repubblica;
    – senza contare le dirette in streaming, come quella dello “storico” strappo di Fini a Mirabello,
    – o il concorso tra i lettori per trovare il nome alla nuova creatura del leader naturale della destra giusta (sempre secondo la sinistra).
    In questo sodalizio anti-berlusconiano che si consolida strada facendo, spiccano momenti algidi quali:
    1) “L’apertura della caccia alle streghe” (http://www.ilpost.it/2010/04/30/lapertura-della-caccia-alle-streghe/), in cui si parla di “epurazioni” ai danni dei finiani, che – si sottolinea nel cappello d’apertura – “hanno paura”. Di Bondi e Brambilla, si suppone. Mentre il Secolo è ovviamente “compatto e combattivo”;
    2) Contemporaneamente Francesco Costa, uno bravo che Sofri mette a fare i riassuntini, scriveva sul suo blog che “le posizioni politiche di Fini darebbero a questo paese una destra liberale, civile e normale, e quindi mi sembra che ci siano solide ragioni politiche – condivisibili o meno – per “tifare” per lui”: http://www.francescocosta.net/2010/04/23/bullismo-politico/;
    3) “Contro il resto del paese” riprende un articolo di ItaliaFutura in cui la Lega viene paragonata al Fronte Nazionale di Le Pen: la Lega, non gli eredi di Almirante che vanno tanto a sinistra: http://www.ilpost.it/2010/05/03/contro-il-resto-del-paese/;
    4) L’evidente legame fra Forza Italia e la Franzoni. No, non è Vespa, è Il Post: http://www.ilpost.it/stefanonazzi/2010/05/06/cosa-centrano-cogne-e-forza-italia/;
    5) “Per il Secolo la Brambilla dà i numeri”, ennesima citazione del giornale diretto dalla Perina in cui non manca il necessario riferimento al “lungimirante Fini”: http://www.ilpost.it/2010/05/12/per-il-secolo-la-brambilla-da-i-numeri/;
    6) Il giorno dopo, una perizia calligrafica del caro leader: http://www.ilpost.it/2010/05/13/il-biglietto-di-fini-fare-pace-fare-finta/;
    7) “Bisogna essere scemi” per non far parlare Fini all’università. E qui Sofri ha ragione: http://www.wittgenstein.it/2010/05/12/bisogna-essere-scemi-2/;
    8) “Alleanza Nazionale è morta” ripreso da FareFuturo, anzi da “un severo commento di FareFuturo”, in cui le dichiarazioni di La Russa sono “maldestre” (e come se no?) mentre “A Fare Futuro sono decisi a occuparsi del bene della destra in Italia: e ne hanno individuato i nemici veri”. Che sarebbero Berlusconi e i suoi, per chi non l’avesse capito: http://www.ilpost.it/2010/05/18/alleanza-nazionale-e-morta/;
    9) Intervista a Fabio Granata, che fa sembrare Travaglio un garantista: http://www.ilpost.it/2010/05/19/decreto-intercettazioni-finiani-granata/;
    10) I malumori dei finiani, ultimo baluardo di democrazia contro le intemerate rozze dei berluscones sulle intercettazioni: http://www.ilpost.it/2010/05/20/finiani-intercettazioni/;
    11) Editoriale di Flavia Perina che spiega che i finiani sono troppo pochi (è vero, giuro): http://www.ilpost.it/flaviaperina/2010/05/20/i-finiani-sono-pochi/;
    12) Altro editoriale della Perina in cui si parla di tutto e di più ma con un semplice “Berlusconi boia” si faceva prima: http://www.ilpost.it/flaviaperina/2010/05/21/effetto-dagospia/;
    13) “Province da tagliare”, in cui si legge tra l’altro che “la corrente finiana ha saggiamente e coerentemente ricordato al ministro Tremonti la promessa elettorale dell’eliminazione di tutte le province, ma a quanto pare la Lega – per voce dello stesso Umberto Bossi – si oppone a sacrificare le province del nord a lei care”: saggiamente e coerentemente: http://www.ilpost.it/2010/05/26/province-da-tagliare-il-ministero-dice-che-sono-dieci/;
    14) L’Italia come la Grecia dei colonnelli, quasi: http://www.ilpost.it/2010/05/28/cosa-ci-insegna-la-grecia/;
    15) Ennesimo editoriale di Flavia Perina, riportato direttamente dal Secolo, in cui si delinea “la posizione di una destra moderna ma che corrisponda anche ai suoi principi” qualunque cosa ciò voglia dire: http://www.ilpost.it/2010/06/04/un-atto-a-tutela-della-casta/;
    16) Alfano non sa maneggiare l’iPad, e ‘sticazzi: http://www.ilpost.it/2010/06/11/linformazione-va-saputa-maneggiare/;
    17) Panegirico della Perina sul blog di Francesco Costa, firma di punta del Post: http://www.francescocosta.net/2010/06/11/larte-del-possibile/;
    18) “Intercettazioni, le tre richieste dei…”, indovinala grillo!: http://www.ilpost.it/2010/06/16/intercettazioni-le-tre-richieste-dei-finiani/;
    19) Flavia Perina rivendica orgogliosamente le proprie radici e al Post non battono ciglio (e ci mancherebbe, c’è Berlusconi da abbattere): http://www.ilpost.it/flaviaperina/2010/07/02/la-clemenza-verso-gli-sconfitti/;
    20) La versione dei finiani sulle tensioni con Berlusconi (per l’altra versione non avevano spazio in banda), in cui tra l’altro leggiamo che “È una ricostruzione interessante per capire come i finiani mettano le questioni di politica al centro dei dissidi piuttosto che le ipotesi e le voci complottarde”, o che “E allora, dove sta “il tradimento di Fini”, dove “lo strappo”, dove il “continuo controcanto”? Le vere rupture di questa fase sono quelle avvenute con Bossi (che però “non si tocca” per definizione) e con il Colle (che ovviamente non si può toccare). Quanto a Fini, le tre questioni poste alla direzione il 22 aprile – rapporto con la Lega, crisi economica, gestione del partito – si sono dimostrate nei fatti drammaticamente reali e pericolose per il governo. Altro che critiche pretestuose, complotti e tantomeno tradimenti . Qua il “complotto” contro il Pdl lo fa chi pensa di governare con trovate come il taglio alle tredicesime dei poliziotti o i ministri nominati per sottrarli ai processi. Tutto il resto, è pura chiacchiera”: http://www.ilpost.it/2010/07/06/cronologia-scontro-berlusconi-fini/;
    21) La lista nera dei finiani che potevano dare una mano a Berlusconi, traditori: http://www.ilpost.it/2010/07/06/finiani-chi-puo-arruolare-berlusconi/;
    22) La visione dei finiani sul terzo polo, tutta farina del sacco del Secolo: http://www.ilpost.it/2010/07/07/sul-terzo-polo-i-finiani-snobbano-rutelli/;
    23) Editoriale di Flavia Perina contro Langone, che aveva osato ricordare l’ambiente della destra post-fascista italiana tra XX e XXI secolo. Ovviamente al Post non battono ciglio: http://www.ilpost.it/flaviaperina/2010/07/27/a-berlusconi-gli-abbiamo-dato-il-bollino-blu/;
    24) Un nome per i finiani: campagna di appoggio lanciata dal Post alla nuova creatura politica che avrebbe dovuto buttare giù il puzzone: http://www.ilpost.it/2010/07/30/un-nome-per-i-finiani/.
    E qui mi fermo, che arriva l’estate.
    Ha ragione Direttore: lei non si è mai schierato con i finiani, Il Post non ha mai fatto campagna per il Gianfranco nazionale, il gemellaggio col Secolo è inesistente e il suo ultimo post è perfettamente coerente con la traiettoria sua e del suo giornale da aprile a ieri. E chi dice il contrario è uno stupido reazionario con la bava alla bocca. Stia bene.

    Enzo Reale

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  27. alessandro smerilli

    Bravo Enzo Reale, hai speso le tue migliori energie per cercare di dimostrare che il Post è nato e cresciuto finiano, ma disgraziatamente il poveretto è stato spianato da un drappello di guerriglieri guidato dal medico omeopatico Scilipoti e appeso a testa in giù dal balcone di un monolocale senza vista sul mare. Quindi, dopo il doveroso codardo oltraggio, come ti pare adesso, bersaniano? veltroniano? vendoliano ? o addirittura cripto- berlusconiano? E nota che ho trascurato un ventaglio di maitres à penser, da Sergio Chiamparino a Francesco Pionati che potresti agevolmente individuare con la tua acribia filologica.

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