Sono sempre stato un difensore del “terzismo” inteso come l’attitudine a giudicare le cose senza una posizione preconcetta e soprattutto senza scegliere in base a quel che dicono le due principali opposte fazioni. Che la parola sia stata tramutata in definizione di un atteggiamento vile e opportunista è colpa deliberata di chi ha voluto screditare la suddetta attitudine perché non la possiede, ma anche di chi ne ha fatto un modo per poter essere sempre critico con qualcuno senza sembrare di parte: l’unica cosa più tentatrice di avere una fazione contro cui essere sempre, è averne due. Un terzismo distruttivo che affronta le questioni in cerca di cattivi argomenti piuttosto che di buone ragioni.
Per Pigi Battista questa tentazione è sempre fortissima, e quindi tende a esprimere – spesso con buonsenso – gli argomenti che gli permettano di fare le pulci a qualcuno, seguendo un percorso di demolizione che ha a lungo condiviso con Paolo Mieli, e che ha trasformato il loro pessimo giudizio per i mondi che conoscono e frequentano in un desiderio di disintegrarli piuttosto che di costruirne di migliori (realismo, dirà qualcuno). E le occasioni non gli sono mai mancate: il fatto che a volte Battista sembri difendere il più forte non ha a che fare con opportunismo o prepotenza, ma con un’inclinazione conseguente a bilanciare gli attacchi che gli sembrino più numerosi e prevedibili.
Il commento di ieri – non sto parlando di Battista, per quanto sembri, sto parlando di un pezzo del pensiero di questo paese – era straordinariamente rivelatore di questo atteggiamento, assai diffuso tra molti altri acuti intellettuali italiani. Era un’analisi sulle ipocrisie che in questi giorni arrivano da destra e sinistra (anche da sinistra, già: basti l’eccitazione trionfale con cui vengono riprese le parole di un cardinale sulla politica italiana laica, quando tornano buone), assolutamente condivisibile in quello che accusava, ma colpevolmente incompleta. Perché dedicata unicamente alla sottolineatura maestrina delle peggiori storture di pensiero di due opposte fazioni, e deliberatamente indifferente alla grande quantità di persone che quei pensieri non li hanno. Il falso terzismo di Battista e di molti altri come lui provenienti da destra e sinistra, per funzionare, ha bisogno di ignorare i terzisti. Ha bisogno di pensare che a sinistra ci siano solo bacchettoni ipocriti, lanciatori di monetine, bruciatori di bandiere di Israele, brodi di cultura del terrorismo; e che a destra ci siano solo finti bacchettoni ipocriti, politici corrotti, evasori fiscali. Tutto un repertorio di dibattito giornalistico e politico è fatto di questo colossale straw man argument che rincorre appassionato le opinioni più idiote per farle a fette, fingendo che esistano solo quelle. E alla fine che esistano solo quelle è il risultato che ottiene.
Concordo, Battista e’ un sacco vuoto che ama riempirsi delle diatribe altrui, ed anche in questo caso i bersagli contro cui spara sono assai marginali… gli sfugge che la maggiorparte delle persone con discernimento non hanno a che fare ne’ con l’una ne’ con l’atra fazione. E poi perche’ il vescovame non s’e’e mai accapigliato contro B. quando ormai erano sicure le sue responsabilita’ in fatti ben + gravi??
la maggiorparte non HA a che fare… pardon…
Vero. Il problema è che nella stragrande maggioranza dei casi il terzismo non è appunto una “terza posizione” (scusate il termine infelice), ma una sorta di posizione di mezzo che smerda tutto, o quasi tutto, quello che viene dalle altre due.
Esattamente. Da in medio stat virtus a bistraw man ce ne corre.
Vero, Luca: però esiste anche lo straw man argument usato contro lo straw man argument… Ma insomma, mi dici dove sarebbe mai questa sinistra moderata e non forcaiola che tu evochi quando devi fare critiche maestrine alle critiche maestrine di Pigi Battista?
Questa sinistra moderata occupa forse le prime sei pagine di Repubblica tutti i giorni? No, quelle sono occupate trionfalmente dai commenti all’intercettazione del giorno. Brilla forse nelle nobili dichiarazioni di intenti del segretario del partito? Certo che no, perché la linea ufficiale del partito, per bocca del segretario, è “tutto tranne berlusconi”. La si vede in tv? Per carità, lì ci trovi Travaglio.
Ma allora dove si sarà cacciata questa sinistra moderata e moderna? Ma no, guarda, eccola lì: ha preso il cinque e mezzo per cento alle primarie di bologna. E fine.
Capiscimi, sarebbe bello darti ragione. Ma mi sembra ancora lunga la strada, prima di poter criticare le critiche di battista.
(PS.: anche io non sto parlando di lui, per quanto sembri. E ovviamente lo stesso discorso vale per la destra moderata, che se possibile sarebbe ancora meno del 5 per cento.)
Battista ed altri (penso ad Ostellino stamani, sempre sul Corriere) forse approfittano (giornalisticamente) delle estremizzazioni disponibili ma, appunto, usufruiscono di quanto il dibattito mette a disposizione nella maggior parte dei casi. Io, però, tutto questo terzismo equilibrato e “fuori mischia”, non lo leggo, non mi pare emerga e che chieda l’attenzione che invece reclamano le faziosità sulle quali campano i Battista.
Forse, più che “una maggior parte di persone con discernimento (che) non hanno a che fare né con l’una né con l’altra fazione” (@F.Marangon) c’è una maggioranza coscientemente “distratta” e che non si chiama fuori da tutto ciò, ci stà, fuori.
Gli ultimi due commenti confermano quello che dico: che la parte equilibrata e corretta delle posizioni politiche è esclusa dal dibattito perché non fa notizia, perché il sensazionalismo e l’eccesso pagano di più, perché la semplificazione funziona e la complessità no. Ma che i giornali siano affollati solo della parte scema del paese non è un alibi per ritenerla il tutto. E non stiamo parlando di 5%, come se a Bologna Merola lo avessero votato gli estremisti sovreccitati.
Come disse quell’ex calciatore del Bari (genio assoluto): “Sono completamente d’accordo a metà con te”.
Sei partito bene, ma sul finale ha semplificato troppo. Hai proiettato sui “terzisti” un difetto che non è affatto dei terzisti.
E’ il popolo del centro destra (e non i terzisti!) a pensare che a sinistra ci sono solo “bacchettoni ipocriti, lanciatori di monetine, bruciatori di bandiere di Israele, brodi di cultura del terrorismo”.
Così come è il popolo di sinistra (e non i terzisti…) a ritenere i berluscones “finti bacchettoni ipocriti, politici corrotti, evasori fiscali”.
I terzisti, semmai, ridono di questo.
E mi auguro che sia a destra che a sinistra ci siano anche persone dotate di pensiero.
Purtroppo, ciò che davvero manca, non solo in Italia, ma in tutto l’Occidente “ricco”, è (come dicevi all’inizio dell’articolo) il riuscire a “giudicare le cose senza una posizione preconcetta e soprattutto senza scegliere in base a quel che dicono le due principali opposte fazioni”.
Sulla vita, sulla Costituzione, sulla Giustizia, sulla guerra in Iraq, sull’aborto, sul sesso, sul divorzio, su Berlusconi, su Bush, sulla povertà nel mondo, sui Metallica, su Dio, sui preti, sul nucleare, cazzo, perfino su Darwin, riusciamo soltanto a litigare, a bollare le legittime opinioni dell’altro come spazzatura, come nemmeno meritevoli di un commento.
Salvo poi usare lo stesso argomento che abbiamo utilizzato a nostro favore, contro gli altri: la Costituzione, la morale sessuale….
Sembriamo dei tifosi allo stadio. Anzi degli ultras.
Se terzismo significa togliersi definitivamente la sciarpa con i colori della propria squadra, ed iniziare a guardare la partita di fianco, dall’alto, in TV (vedi un po’ tu…) ma comunque fuori dalle curve del tifo più acceso, allora io dico: sono dei vostri!
Ma i “brodi di cultura” si fanno mettendo a bollire dei libri?
E’ vero, sia a destra che a sinistra ci sono anche persone dotate di pensiero, ma ormai partecipano sempre meno al dibattito politico, tanto (proprio perchè dotate di pensiero) sanno che è del tutto inutile immischiarsi in un confronto fato solo di risse e pettegolezzi sessuali. E’ la parte scema che comanda e che viene ascoltata, quindi meglio non perder tempo.
Sono molto d’accordo con questo post (anche se forse ci costringerà ad inventare il quartismo…).
Aggiungo: si possono e si devono evitare preconcetti o pregiudizi fino alla morte e si può discutere anche col satanasso in persone…ma questo non toglie che quando una notizia, un fatto, un’opinione ci fanno onestamente orrore, non si può smorzare la nostra onesta convinzione per non passare da estremisti.
Un “giudice” (quale è un opinionista) ascolta imparzialmente tutti, ma il suo verdetto non può accontentare tutti indistintamente. Altrimenti il bambino di Salomone sarebbe finito affettato…
Mah. Mi sembra un po’ aria fritta.
Vebbè, la battuta non faceva ridere, ma vi prego, coltura non cultura.
@Lazarus
lo sconforto per l’inutilità della partecipazione ad un dibattito drogato da faziosità e rissa è condivisibile ma un tantino suicida. Forse potrebbe essere di qualche utilità, che quando qualcuno prova ad esprimersi in modo “terzisticamente intelligente”, non lo si lascia solo di fronte al linciaggio sistematico a cui va incontro (..eh perchè allora lo difendi, quel nano.. eh perchè, sotto sotto, allora, sei comunista…. ecc. ecc.). Insomma, (Luca), la parte equilibrata e corretta del dibattito è lasciata al massacro, più che essere esclusa dal dibattito (anche se i giornali, ovviamente, ce campano sulle radicalizzazioni..)
Massimo, l’espressione scientifica fu declinata in “brodo di cultura” quando venne usata metaforicamente per parlare di una cultura in cui si nutriva e cresceva il terrorismo, e forse anche prima di quella metafora lì.
Luca, posso sbagliare, ma credo che non ci sia stata alcuna declinazione ma solo confusione tra i due termini dovuta al fatto che l’uso figurato del termine “brodo di coltura” aveva a che fare, in quel caso, con la cultura. Un brodo di coltura, sia in senso stretto che metaforico, è l’ambiente che favorisce la crescita di qualcosa, che sia un batterio o un’idea non mi sembra faccia differenza. Insomma, sarei portato a pensare più ad un semplice modo di dire errato che ad una sottile e voluta trasformazione. Tra l’altro brodo di cultura non significa nulla anche sotto il profilo logico. Ma, ripeto, posso sbagliare, eh.
Ma ritornare invece a prendere una posizione e difenderla? Non per partito preso, chiaro, né “pregiudizialmente” (qualunquemente…), né tantomeno sulla scorta del “tu sei così quindi sei stronzo e ti dò contro”; non col fin troppo semplice schema dell’uomo di paglia, la cui progenie bastarda impazza e infiamma i commentari di tante testate online; non parlando di ciò che non si conosce perché “non lo so ma tu hai torto”. Parlo, forse ingenuamente, di sapere da dove si viene e dove si va a parare, e scendere nell’agone preparati affiché i propri cinque cent siano degni di essere ascoltati. Parlo anche di sapere che si può sbagliare perché le informazioni non sono mai complete, e parlo di accettare la possibilità che sì, si cambia anche idea, a volte. Ma tutto questo con un indirizzo ben preciso in testa, perché si rischia davvero di salire su un piedistallo e perdere contatto con le soluzioni e le problematiche che si stanno proponendo. In sostanza, basta col terzismo fine a sé stesso. Tanto gli ultras della politica non ti ascoltano comunque; l’esistenza del post e di pochi altri esempi virtuosi mi dà però un minimo di speranza. Sono un povero pirla a pensarla così?
@ kaplan: no, i Metallica sono un assoluto. :D
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Battista? Ma si sta parlando del maggiordomo di Paperone, spero.