Sul tema che in pubblico chiamiamo nobilmente “della gerarchia delle notizie”, ovvero sulle fesserie che i giornali deresponsabilizzati privilegiano sulle notizie vere, è nata una discussione tra il direttore del New York Times e Arianna Huffington.
The queen of aggregation is, of course, Arianna Huffington, who has discovered that if you take celebrity gossip, adorable kitten videos, posts from unpaid bloggers and news reports from other publications, array them on your website and add a left-wing soundtrack, millions of people will come.
(che visto dall’Italia, almeno ha i “news report from other publications”)
Keller ha ragione sull’esistenza della questione, ma sbaglia obiettivo, per pregiudizio. Lo Huffington Post ha dentro di tutto e deve soprattutto alla quantità il suo successo: in mezzo alla massa di liste di qualunque cosa, scemenze, strano-ma-vero, ci sono anche notizie, storie e commenti ottimi e raccolti dalle migliori fonti. Fossi io il direttore, toglierei le scemenze: ma fossi io il direttore, sarebbe il Post, e AOL lo pagherebbe un po’ meno.
qual è il pregiudizio di keller? esaltare la qualità del nyt? è normale che il direttore difenda il suo lavoro, o no? dicono che l’arte sia negli occi di chi guarda: anche le informazioni sono li vicino, poco più sopra