You make my dreams come true

Ieri ho visto una commediola sentimentale americana di due anni fa, che si chiama “500 giorni d’estate”. Mi ha colpito la costruzione a tavolino di un film dedicato espressamente alla generazione degli attuali trentenni un po’ colti e impegnati, tutto pieno di riferimenti musicali “indie”, di compiacimenti estetici di grafica e arte contemporanee, di Wii e videogames, animazione, e in mezzo la questione centrale per quell’età: trovarsi una storia d’amore vera e conciliarla col sentirsi ancora ragazzi.

L’altra cosa che mi ha colpito più in generale è come quel patrimonio culturale sia contaminatissimo da quelli delle generazioni immediatamente precedenti (la mia, per capirsi): Guerre Stellari, gli Smiths, Pacman. E mi sono reso conto di come questo valesse anche per la mia, di generazione, e quindi forse per tutte le precedenti: da giovani si ha sempre una tendenza a impossessarsi come “classici” di cose un po’ più vecchie di noi, non abbastanza da suonare decrepite ma abbastanza da sembrare eleganti e raffinate. Padri nobili: per me furono a un certo punto Sinatra, i cantanti francesi, l’architettura razionalista, Salinger, il design degli anni Settanta.

E però in questo ampio spazio di intersezione di interessi tra me e i miei molti amici un po’ più giovani che vedevo esattamente presi di mira nel film, non mi sarei aspettato di vedere tirato fuori dal cappello – nell’unica scena per me memorabile del film – uno dei miei pezzi preferiti dei vecchi e trascurati Hall & Oates.

Abbonati al

Dal 2010 gli articoli del Post sono sempre stati gratuiti e accessibili a tutti, e lo resteranno: perché ogni lettore in più è una persona che sa delle cose in più, e migliora il mondo.

E dal 2010 il Post ha fatto molte cose ma vuole farne ancora, e di nuove.
Puoi darci una mano abbonandoti ai servizi tutti per te del Post. Per cominciare: la famosa newsletter quotidiana, il sito senza banner pubblicitari, la libertà di commentare gli articoli.

È un modo per aiutare, è un modo per avere ancora di più dal Post. È un modo per esserci, quando ci si conta.

Abbonamento mensile
8 euro
Abbonamento annuale
80 euro

5 commenti su “You make my dreams come true

  1. icybrand

    mi sono venuti i brividi, per “fortuna” il vero titolo italiano è il meno catastrofico “(500) giorni insieme” – il titolo inglese “(500) days of Summer” è un gioco di parole tra l’estate e il nome della splendida protagonista.
    ;)
    ƒ

  2. carlo

    ricordo che il film mi era piaciuto parecchio ma, oddio, mi rendo conto di essere un trent(acinqu)enne (un minimo) colto e (un minimo) impegnato.

    c’e’ poco da fare, la mia generazione e’ forse la prima ad essere stata usata come “target” (brrr) per il marketing (brrr). siamo assuefatti…

  3. Lorenzo

    La cosa più bella di “500 days of Summer” sono i primi trenta secondi quelli di:

    Any resemblance to people living or dead is purely accidental.

    Especially you, Jenny Beckman.

    Bitch.

  4. Andrea Romano

    Il film è bello e romantico, ma credo sia rivolto più a noi quarantenni. Come scrivi, le musiche sono le nostre di quando eravamo colti e adolescenti. Sul versante cartoni è la ragione per cui Shrek etc sono pieni di David Bowie, Clash, etc. Aspetta una ventina d’anni e film così saranno pieni di riferimenti a Black Eyed Peas e XX, scommetto quello che ti pare.

  5. Stefano Cobianchi

    Questo film ha moltissime scene memorabili: tutte quelle in cui compare Zooey Deschanel :-)

Commenti chiusi