Sto usando da un mese un MacBook Air da 11′ e ne scrivo qualcosa di un po’ più solido, dopo le prime impressioni, sulla sua maggiore attrattiva. È impressionantemente veloce, con tutto il suo carico di processori, memorie flash e numeri che lascio alle recensioni da supergeek. Era da tempo che non notavo un salto di piacere di uso così immediato in termini appunto di velocità. Le applicazioni si aprono in pochi istanti (Photoshop pronto all’uso in cinque secondi, Word in sei, iPhoto in tre), il login ha bisogno di una quindicina di secondi, i comandi rispondono immediatamente e non vedo da giorni rotelline colorate girare. Se lui va veloce, puoi andare piano tu e limitare i nervosismi. Poi è piccolo (mi sto abituando alla dimensione del testo) e leggero, ed è un computer vero, a differenza di iPad che solo gli appassionati o chi ne fa usi parchi possono pensare di usare stabilmente in sostituzione: io di fatto continuo a leggerci i giornali (con grande soddisfazione), usare le mappe, e poco più.
Air è diventato un computer vero, solo piccolo. Chi continui a essere diffidente del trasferimento del proprio rapporto con i computer a un oggetto piccolo, resti fedele ai desktop: ma il mondo sta andando da questa parte, e allora non c’è ragione di non scegliere quello davvero piccolo che va velocissimo. Non ha una presa ethernet, ma ormai serve poco, e per chi la usa stabilmente un adattatore USB è innocuo. Ha migliorato un po’ di cose che mancavano nelle precedenti versioni. Ho solo già saturato la memoria flash con la mia enorme libreria di iTunes, e solo questo – per uno restio a distribuire i suoi possessi su memorie esterne – mi agita un po’.
LA SCOPERTA DELLA LENTEZZA NAVIGANDO[LUCA SOFRI] A VELOCITÀ IMPRESSIONANTE
Mentre uno sta leggendo, uno che è veloce nel leggere, da mesi “Gli anelli di Saturno” di W. G. Sebald, che non è proprio del genere a briglia sciolta o, se vogliamo usare un termine meccanico, diciamo che ha piuttosto una velocità di trascinamento e l’accelerazione è nulla, si ritrova l’elogio delle applicazioni che si aprono con una velocità che io di questi tempi , essendo sull’uniformemente ritardato, se non sul moto retrogrado, non me la sogno neanche!
Comunque, a proposito del “bello di fare le cose piano”, ho il proposito di andare a riprendere, non “La Lentezza” di Milan Kundera ma, “La scoperta della lentezza” di Sten Nadolny, che, un po’ come Sebald, procede a passo d’uomo anche quando , come in questo narrare di John Franklin(1786-1847), uno dei più grandi esploratori artici inglesi, non si sta che andando per mari, cioè navigando, che, appunto, è questo il tema di questo post.
I problemi di portare la library di iTunes (o comunque i propri file multimediali) su supporti esterni è essenzialmente la paranoia: oddio mi si brucia l’hard disk, oddio oddio oddio, fai un backup al mese, su, di tutto quanto, dai dai dai.
Però se attacchi l’hd al router (e hai una buona connessione) la vita è un po’ più semplice, o almeno: la mia lo è diventata.
Divertiti col pupetto da 11″!
siamo intesi pero’ che la prova su strada dell’11 pollici con gli occhiali da presbite inforcati non vale, giusto?
@Mante: Come sarebbe non vale? Vale e come!
@Luca: tra gusti musicali e tech, siamo inquietantemente simili. Air rules, e con un HD esterno porto 350 GB di iTunes e cric a 490 GB di foto.
Il fatto è che senza avere sempre con me i miei 150 giga di musica mi sento come Linus senza la coperta.
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