Bambini a Milano

Ieri a Milano è morto un bambino di dodici anni, in bicicletta. Lo ha investito il tram dopo che aveva dovuto evitare un’auto parcheggiata in divieto di sosta. Sono quelle tragedie che uno può avere cento motivi per sentirle familiari. Non solo perché tutte le tragedie di bambini sono familiari. Anche perché hai dei bambini e abitate a duecento metri da dove è successo. Anche perché le auto parcheggiate dove dovrebbero passare le persone, le sedie a rotelle, le biciclette, a Milano sono un’abitudine trattata con indulgenza da decenni. Anche perché lo stato disastrato delle strade milanesi rende il sovrappiù delle rotaie pericolosissimo e impone ai ciclisti acrobazie che è un miracolo non ne muoia uno al giorno.

E uno dice, adesso lo capite che le ciclabili non sono un lusso da fighetti nordeuropei o ambientalisti in cachemire, ma che sono l’unica protezione per gente e bambini che altrimenti vengono ammazzati, o ne riparliamo la prossima volta che capita? O ci limitiamo a fare una striscia gialla per terra e dire “ciclabile!”, lasciando intanto che le auto parcheggino dove vogliono, marciapiedi compresi?

Poi ci si ritrova come Marta Vincenzi, a chiedersi cosa si poteva fare.

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47 commenti su “Bambini a Milano

  1. alered

    multe multe multe multe. Bisogna mandare i vigili e gli ausiliari del traffico a multare le auto in divieto. Senza farsi influenzare dalle proteste, dai commercianti che arrivano in assessorato a dirti che così poi gli tocca chiudere ecc.
    Bisogna imparare il rispetto delle regole, e senza sanzione certa non lo impareremo mai.

  2. Francesco

    Rimozione forzata immediata (con tutte le conseguenze), anche se arriva il guidatore (è una mediazione razionale, l’impulso emotivo parlerebbe di confisca)!
    E multe spietate (che poi vuol solo dire oneste) anche per il divieto di fermata.
    Perché devo essere punito io che certe regole le rispetto?

  3. Stefano Cobianchi

    Sottoscrivo tutto. C’è anche da dire che fare una striscia gialla per terra e dire “ciclabile!” è spesso esattamente quel che fanno nei fighetti paesi nordeuropei, perché da loro è più che sufficiente.

  4. piti

    Non concordo praticamente mai con te, Luca, ma in questo caso hai ragione totale.
    Forse oltre alle multe, non sarebbe male prevedere il sequestro dei mezzi che poiché mal parcheggiati provocano incidenti, e anche conseguenze penali per chi ha parcheggiato in malo modo.

  5. Paolo192

    Fossi l’assessore del traffico concentrerei le energie verso questo problema. Ma gli autovelox fanno cassa (e scena…)

  6. lupo blu

    Non solo. E’ l’autocentrismo uno dei miti da sfatare.
    Che l’auto sia un bene inalienabile, che gli altri mezzi di trasporto più salutari, sicuri, ‘democratici’ siano solo per le classi ‘inferiori’. Che l’auto e l’arroganza della sua presenza nelle città (meglio aumentare i parcheggi, facilitare il traffico con nuove strade, fare le domeniche a piedi piuttosto che disincentivare l’uso della quattro ruote) debbano essere la regola. Che chi non ha attorno una lamiera a difenderlo lo faccia a suo rischio e pericolo.

  7. wiz.loz

    La sosta selvaggia in seconda fila, insieme ai passaggi col rosso e le svolte dove non si può, sono espressione di una spaventosa inciviltà e sono estremamente pericolosi per gli altri utenti della strada, oltre a rendere caotico il traffico. Bisognerebbe multare queste infrazioni con la massima metodicità, invece ci si concentra sull’eccesso di velocità per pigrizia e comodità.
    Certo poi bisognerebbe costruire quanti più parcheggi sotterranei possibili (perché la carenza cronica di parcheggi è la causa di questo lassismo) ma sarebbe tutto un fiorire di comitati NO PARCHEGGIO e di ambientalisti in cachemire che vivono per fare ostruzionismo all’automobile. E’ così rimane tutto com’è.

  8. iorby66

    La notizia mi ha colpito molto.
    Vado in bici al lavoro tutti i giorni, a Graz, Austria.
    Qui le auto vanno a 50 all´ora in cittá (si, si puó). Io mi sento sicuro, anche se molte piste ciclabili vanno, nei sensi unici, in direzione opposta al traffico automobilitico. La prima volta che lo vidi, rabbrividii. Ora mi sembra normale, e sensato, persino. La cosa peró che volevo far notare é che in Austria (e anche Olanda e Germania) se vado in bici in modo spericolato o non ho le luci corrette prendo 50 euro di multa. Se esagero, mi ritirano la patente automobilistica, perche sulla strada qui non importa con che mezzo si va, ma come lo si fa. Questo mi rassicura, perché mi dice che il rispetto civico (l´Educazione civica) vale per tutti, e che gli automobilisti vengono altrettanto tartassati.
    Graz non é Milano, dice chi vuole illudersi che il problema sia la dimensione (a Vienna é uguale, e Vienna É come Milano); io non so cosa si possa fare in Italia.

  9. lupo blu

    bastasse fare i parcheggi…forse no.
    Farli è utilissimo, ma nei punti in cui si può scambiare l’auto con un altro mezzo, tra cui i piedi.
    E rivalutare i mezzi pubblici, e farli rivalutare, migliorandone il servizio.
    Mettere una pezza solo su alcuni aspetti della mobilità non si è mai rivelato sufficiente.

  10. dbok

    è quasi impossibile descrivere la rabbia che suscita una notizia come questa: nel 2011 a Milano un ragazzino muore perché dei cretini hanno deliberatamente compiuto un gesto molto pericoloso perché non avevano voglia di farsi un po’ di strada a piedi.

  11. citronella

    Anche a me la notizia ha colpito molto. Vado in bici in una città che non è come Milano ma che comunque ha il suo bel traffico. E ho paura ogni volta che mi metto sulle due ruote.
    D’accordo, multe, multe, multe. Sanzioni da tutte le parti ma il problema è sempre la mancanza di senso civico. Mancanza che sembra faccia parte del nostro DNA.
    Qui nella mia bella Verona ci sono alcune (non tante) piste ciclabili ma ci camminano i pedoni e a volte ci parcheggiano le auto. Quindi?

  12. almotasim

    So di andare controcorrente rispetto a tutti quelli che scrivono qui, e non voglio mancare di rispetto al ragazzino morto. Ma la macchina in divieto di sosta non ha colpe per la sua morte, non più di quanto l’avrebbe avuto una macchina ferma al semaforo, ferma per scaricare persone, o ferma per far passare una vecchietta con lo stroller che cerca di attraversare la strada fuori dalle strisce (tutte situazioni senza violazione del codice della strada). Anzi, se la macchina era in sosta era proprio già ferma quand’è passato il ragazzino, a differenza delle altre situazioni in cui si sarebbe magari fermata all’improvviso.

    Quindi se vogliamo raccontarcela raccontiamocela dicendo che un ragazzino ha fatto uno scarto senza guardare per evitare un ostacolo fermo, e dietro è arrivato un tram (che notoriamente non ha capacità frenatorie adeguate) e l’ha tirato sotto.

    Questo giustifica sicuramente il discorso delle piste ciclabili, e se volete anche delle multe a chi parcheggia sulle piste ciclabili, ma non cambia di uno iota la attribuzione di colpe (inesistenti) al posteggiatore sì in divieto di sosta, ma non su una pista ciclabile, che non c’era.

  13. andrea_r

    E’ una notizia che mi ha sconvolto, anch’io ho un figlio di quell’età, probabilmente compagno di scuola di quel ragazzo, spesso anche lui gira in bici, e abito a 300m da lì. Ma anche stessi dall’altra parte della città, resta il fatto che il traffico a Milano è allucinante e fuori controllo. E’ il risultato di anni e anni di pensiero LaRussiano, del tipo “che problema sarà mai un’auto in seconda fila, sono ben altri i problemi”. Anni in cui solo toccare gli automobilisti era considerato elettoralmente suicida (e lo era!). Ecco il risultato, niente piste ciclabili, gente che corre a 90 km/h, mai un vigile in giro, e gente stirata per strada ogni settimana, anche a piedi. Ci vorranno anni per fare le piste ciclabili, ammesso che ci sia la volontà, e decenni per ricostruire un comportamento civile degli automobilisti.

  14. paoloascari

    Vorrei dire che questo è avvenuto non perchè l’auto fosse parcheggiata laddove non doveva stare, ma perchè chi è sceso dalla macchina ha aperto la portiera senza guardare, il bambino ha scartato, e arrivava il tram. Torno adesso da un giro per Milano, e queste situazioni si possono verificare anche per auto in perfetta sosta. Vi è stata una disattenzione alla base di tutto questo. Disattenzione che tutti noi abbiamo avuto mille volte, ma quelle mille volte non è successo un cacchio, mentre stavolta è morto un bimbo. Un destino terribile, ma non saprei come chiamarlo diversamente. Se poi vogliamo aprire un dibattito sullo scarso senso civico di noi italiani, e/o sulla pericolisità di girare per Milano in bici, beh , ce n’è da dire, ma mi pare un altro discorso.

  15. lupo blu

    almotasim, la questione è:
    è proprio corretto legittimare comportamenti incivili a discapito di quelli che sulla strada sono sempre la parte più debole, quantomeno rispetto alle auto? non perchè pedoni e ciclisti abbiano sempre ragione, ma perchè obiettivamente una portiera in faccia fa male, o finire sui binari per l’egoismo di un automobilista ti fa rischiare grosso, anche se poi di fianco non c’è un tram che ti stira.
    Quindi: è comodo incolpare le vittime, ma ci penserei un attimo…
    anche perchè: LA STRADA NON E’PROPRIETA’DELLE AUTO. è di tutti, e per tutti deve essere sicura.

  16. Francesco

    @Almotasim: leggi bene: nessuno ha detto che i posteggiatori hanno la colpa della morte del ragazzino ed è innegabile che l’avere un percorso che richiede continui scarti porti prima o poi a sbagliarne uno e lasciarci la pelle.
    Il succo è che non è colpa dell’autista e neppure di quegli specifici posteggiatori, ma collettivo di tutti i posteggiatori in pista ciclabile (e quindi di chi non rende quell’atto sconveniente, da qui la richiesta di multe e perdite di tempo).
    Se quello fosse stato l’unico ostacolo da evitare con uno scarto, probabilmente il ragazzino lo avrebbe affrontato con calma e prudenza, invece ce n’è uno a isolato e prima o poi si fa l’errore sbagliato.

  17. lupo blu

    ah: è comodo anche incolpare il fato. ma se ti parte un colpo di pistola e fai fuori qualcuno, non ti basta dire ‘ops, scusa, disattenzione mia!’

  18. Broono

    Visto il riferimento al post dell’altro giorno, mi accoto e mi auto-cito pure io:
    “[…]Rallento ai semafori verdi, figurati se mi sento sicuro in bici solo perché su ciclabile.
    Anzi, credo che la rete sia così protetta ed estesa proprio perché con quel modo di guidare lì, se non fossero stati separati da trincee e contraeree ne avrebbero stirati non meno di 20 al giorno”
    Questo per unirmi al discorso là sopra della striscia gialla vs pista separata, che abbiamo fatto uguale l’altro giorno, quando l’ipotesi del morto era solo una scorciatoia espositiva.

  19. pifo

    I comportamenti virtuosi si adottano per disposizione personale oppure per condizionamento. Che esista la necessita’ di “parcheggio” e’ un fatto ma che in alcune zone sia “vietato” deve essere altrettanto tangibile e fattuale e la tangibilita’ del secondo la rammenti, la riporti in evidenza, la ristabilisci solo ristabilendo un legame certo, sicuro, ineluttabile tra infrazione e sanzione. Nella nostra mente deve essere stimolato il semplice algoritmo che ci porta a valutare soluzioni diverse dall’auto per recarci in quelle zone dove notoriamente il parcheggio e’ difficile e/o vietato. Poi, se sei un Sindaco al quale stanno a cuore anche i problemi minuti oltre che i massimi sistemi, non aspetti che ci scappi il morto ma ti metti a “spazzare casa” e dare una bella rinfrescata il giorno dopo che ti hanno eletto.

  20. Shindres

    E’ una tragedia certo, ma forse è il caso di contestualizzare la situazione in via solari, dove l’incidente è avvenuto.
    Chiunque con google maps può dare un occhiata a come è strutturata la via e farsi una idea, non ci sono parcheggi per i residenti, e non ci sono parcheggi lungo la strada, le auto si mettono li non certo perché lo trovano divertente o per pigrizia, personalmente frequento da anni un locale in quella zona e raramente capita di trovare un parcheggio “legale” che non sia a due km a piedi.
    Dai commenti mi pare di capire che c’è chi parla di posteggiatori in pista ciclabile (che li non c’è), e qualche forcaiolo in generale che impiccherebbe tutti gli automobilisti per principio, io da pedone sono stato messo in pericolo più volte da ciclisti imprudenti per cui farei attenzione ad invocare la tolleranza zero sull’argomento.
    Ha ragione Luca quando afferma che non basta una linea gialla a fare una ciclabile, ma nella via specifica non ci sarebbe lo spazio fisico comunque per farne una (a meno di abbattere gli alberi da uno dei due lati della strada).

    Io non mi sento di fare una colpa a chi parcheggia in via solari in strada, perché non ci sono alternative, sarebbe invece civile per chi apre le portiere, guardare sempre e comunque se sta arrivando qualcuno, anche perché in quella via, non si rischia solo di ammazzare un povero ciclista, ma anche di colpire eventuali macchine o moto, la corsia è molto stretta visto che gran parte della carreggiata è ad uso esclusivo di mezzi pubblici e affini.

  21. Francesco

    Se non c’è un parcheggio legale a meno di due Km, io (come ogni cittadino onesto) decido se farmi i due Km, usare un altro mezzo o cambiare locale.
    In uno stato di diritto questa scelta non sarebbe eroica, ma razionalmente egoista (non rischio la multa o la rimozione per una cosa del genere).
    La mancanza di tutto ciò fa rimanere l’Italia un paese in cui il cittadino vede la propria libertà continuamente limitata dalla “violenza privata” di altri, in epoca fascista la cosa era eletta a sistema (almeno a sentire Montanelli), ora è meno istituzionale, ma la qualità della vita è sempre da sfigati.

  22. andrea_r

    Ecco bravo Francesco, il punto è proprio questo: se non c’è un parcheggio “legale”, non c’è un parcheggio, PUNTO. Invece noi che siamo i più furbi ci andiamo lo stesso e parcheggiamo lo stesso. Se fossi in un paese serio, caro Shindres, nel tuo bel localino ci andresti a) a piedi, b) in bici, c) col 14, d) in metrò, e la tua bella macchinetta la lasceresti a casa. Non andresti nel parcheggio “illegale”. Che vergogna. Anzi, che pena.

  23. Francesco

    No andrea, ci sono altre possibilità, ad esempio in alcuni paesi seri al localino ci andrebbe comunque in macchina, perché il localino si sarebbe spostato in un luogo comodo per le esigenze dei propri clienti.
    Lo stato di diritto e il libero mercato fanno si che sia la libera valutazione delle priorità dei cittadini a scegliere la soluzione, senza però poter scaricare su altri il costo delle proprie scelte (come Shindres e gli altri parcheggiatori di via Solari).
    ps: il tono è più moralista di quanto vorrei, quindi specifico che voglio solo far notare che ogni violazione di una regola è un danno preciso ad altri maggiore del beneficio per chi la compie, quindi chi vive in uno stato in cui le regole sono quasi (l’elasticità è positiva, se non abituale) sempre rispettate ne ha sempre molti più vantaggi che costi.

  24. bstucc

    I milanesi non hanno mai amato la bicicletta: l’hanno usata per necessità più che per virtù nell’immediato dopoguerra, ma appena hanno pottuto, sono passati alla Vespa, alla 500 eccetera. E in più hanno prodotto tanta pessima letteratura sulla passione ciclistica, i bei tempi andati, la bella nebbia e balle miste.

  25. aristarco

    concordo con iorby66

    ho due figli appena sotto e sopra i vent’anni. INUTILE e IMPOSSILE fare loro presente la pericolosita’ della bici in citta’ e le necessarire precauzioni. Prudenza, casco, buona manutenzione del mezzo.(Freni, luci giubbetto rinfrangente etc.) In questo caso, probabilemnte non sarebbe servito a niente, ma in tanti altri casi salvano la vita. So che le cose da fare sono tante, ma credo che ci sia bisogno anche tu una campagna di sensibilizzazione. Non e’ possbile che due ventenni considerino il casco per la bici come noi consideravamo le cinture di sicurezza negli anni settanta….

  26. Shindres

    La mia bella macchinetta la lascerei volentieri a casa se i mezzi pubblici funzionassero oltre mezzanotte come nei paesi civili che tanto invocate. Mi sembra di leggere i commentatori de “il giornale”, le altre opzioni non sono possibili per problemi di deambulazione di cui a voi evidentemente non frega nulla, presi come siete dalla vostra frenesia forcaiola hipster.

    Io non ho mai rischiato di ammazzare nessuno con la mia macchina ne con una bici, ho rischiato di venire investito da biciclette e macchine come chiunque viva a Milano ma non mi è mai venuto in mente che la “tolleranza zero” che sembra piacervi tanto sia la soluzione di ogni cosa, la soluzione è un piano regolatore che permetta a ciclisti e automobilisti di circolare in strade separate, in mezzi pubblici che siano disponibili almeno fino alle 2 del mattino (non mi pare tanto impossibile visto che lo fanno in moltissime grandi città), e come estrema ratio, in una organizzazione migliore dei parcheggi e della viabilità.
    Quì si parla di una morte causata da un atteggiamento sanzionabile indipendentemente dal divieto di sosta o meno (apertura incauta della portiera), non dal fatto che ci fossero macchine parcheggiate lì, se volete cercare un atteggiamento da attaccare, almeno prendetevela con quello giusto.

  27. andrea_r

    Il dramma di questo paese è che rispettare le regole venga definito “tolleranza zero”.

    (Peraltro, ma è ovvio che non è questo il punto, ci sono sia mezzi pubblici oltre la mezzanotte, sia tram/bus notturni, sia soprattutto, anche nella zona del “localino”, diversi parcheggi. A pagamento però, ahimè. Come in qualsiasi paese civile. Purtroppo per noi invece, il furbetto italico vuole il parcheggio vicino MA gratis).

  28. Francesco

    Milano è proprio arretrata, in altre città quasi ogni locale ha posteggi riservati per chi ha problemi di deambulazione oggettivi, soprattutto dove i posteggi sono pochi (certo, poi non si può multare chi li usa impropriamente perché sarebbe tolleranza zero, però ci sono).
    Credo che i frequentatori del locale dovrebbero chiederne l’immediata istituzione e, se non dovessero ricevere risposta, adottare misure di disobbedienza civile, quali il posteggio direttamente nella carreggiata delle auto, pubblicizzando il più possibile le regioni civili della loro protesta.
    Se invece scaricano il problema su altri, contando sul fatto che nessuno li difende, sono poco onesti (soprattutto con se stessi) e basta.

  29. alfredoferrante

    Ciao,
    non dimentichiamo, però, che il problema è innanzitutto culturale e che, finché si continueranno a pompare e vendere automobili che sfrecciano a 220 km/h quando abbiamo un limite a 130 km/h e ci si ciberà di fantasiose pubblicità che ci convinceranno di come una bella auto costituisca l’indispensabile prolungamento del pene (almeno per i maschietti) e non un mezzo sicuro per spostarsi, non se ne uscirà.

  30. Chiara Lino

    @ Shindres il 14 in via Solari passa fino all’1:45, anche nei giorni feriali. il limite della mezzanotte di solito riguarda le metropolitane.
    c’è il radiobus, che prenotato con un po’ di anticipo funziona. ci sono le linee notturne, adesso, che non saranno comodissime ma si possono anche utilizzare. ci sono i taxi, una volta ogni tanto. e ci sono tanti locali, mica solo dove non c’è parcheggio.

    insomma, la città non sarà gestita nel modo più comodo del mondo, ma nessuno ci punta una pistola alla tempia e ci costringe a posteggiare in seconda fila, eh.

  31. wiz.loz

    Riallacciandomi al problema parcheggio, concordo con chi sostiene che se l’unico parcheggio è a due chilometri ho solo due opzioni: mi faccio due chilometri a piedi se proprio non ne posso fare a meno, oppure cambio destinazione. La vergogna è che il problema dei parcheggi in Italia è scontro ideologico: gli ambientalisti sinistrorsi in cachemire li osteggiano per disincentivare l’uso dell’auto. Peccato che il risultato sia la doppia fila, che uccide un ciclista ogni tanto ma soprattutto rende devastante il traffico per tutti ogni giorno. In altri paesi costruiscono molti più parcheggi (magari anche sventrando palazzi in luoghi chiave per fare dei multipiano). Proprio a Milano ci sono state grandi manifestazioni di contrarietà alla costruzione di parcheggi sotterranei. Chi ha protestato, ha un po’ sulla coscienza questi morti.

  32. andrea_r

    Quante scempiaggini si leggono, anche sui parcheggi. I parcheggi nelle zone centrali creano traffico, non lo riducono. Se so che trovo posto in p.za del Duomo perchè hanno fatto un parcheggio, ci andrò in auto, e come me mille altri, e il traffico aumenterà, non si ridurrà. Se oggi in centro ci sono poche auto è perchè non c’è posto dove lasciarle, quindi chiunque è incentivato a usare altri mezzi. I parcheggi vanno fatti fuori dal centro, così si lascia l’auto e si prendono i mezzi. E così fanno all’estero. Non è facendo parcheggi che si risolve il fatto che, qui da noi, nessuno rispetta una regola che è una. La protesta contro parcheggi da dementi come ad esempio quello di p.za s. ambrogio sono sacrosante. Chi l’ha pensato sarebbe da rinchiudere.

  33. nestorburma

    @max dicontrollo: a me invece la riflessione della Bossi Fedrigotti non sembra poi così campata per aria… io da pedone ‘lotto’ spesso ANCHE con i ciclisti che zigzagano sui marciapiedi a 30 all’ora; abito in corso Lodi, un bel vialone con una bella (ma bella davvero) pista ciclabile al centro della carreggiata (fatta tra l’altro togliendo un paio di centinaia di posti auto ‘abusivi’) ma MAI, dico MAI che veda un ciclista utilizzarla; preferiscono (come il ragazzino in questione) fare la gimkana tra le auto in doppia fila (ce ne sono, oh! se ce ne sono)… il senso civico di chi va in bici impone (anche) che ci si vada in modo appropriato… oppure si finisce, come dice Serra su Repubblica (mi pare), come quei turisti che vanno in montagna con i mocassini e poi colti dalla pioggia cadono nel crepaccio… tutto ciò non toglie che quello di via Solari è un caso ’emblematico’ di come non ci sia un uso civico, razionale e ‘morale’ della città.

  34. nestorburma

    completo la frase precedente ‘uso civico, razionale e ‘morale’ della città, soprattutto da parte degli automobilisti’.

  35. Pingback: “La situazione è grave” | Wittgenstein

  36. Max Discontrollo

    @ nestorburma

    anche io abito in corso Lodi, ho benissimo presente la pista ciclabile di cui parli, ti invito a percorrerla anche a piedi, ti potrai rendere conto che come molte altre piste di questa città non è adatta all’uso essendo sempre subordinata al traffico stradale.
    ad ogni incrocio bisogna uscire dalla pista, attraversare con i pedoni sulle strisce attendere 3 semafori per poi riportarsi sul successivo pezzo di pista fino al semaforo successivo, col risultato ovvio che tutti i ciclisti preferiscono avventurarsi sulla strada piuttosto che dover compiere infiniti e lunghissimi inutili camel trophy . i ciclisti milanesi non sono stupidi, quando le piste sono “intelligenti” le usano, quando non le usano c’è un motivo.
    in tutti i paesi dove c’è la volontà di investire su una mobilità sostenibile sono le auto ad essere costrette in percorsi alternativi subordinati al traffico di pedoni e bici non il contrario.
    le piste ciclabili milanesi sono solo un alibi e la grandissima parte appartiene all’era Pillitteri….fatevi un giro in bici anche voi poi ne parliamo.

  37. nestorburma

    @Max, si vabbè, però non è che perchè si è ciclisti si deve stendere il tappeto rosso comunque… per riprendere il discorso corso lodi, è vero, si scende e si sale dallo spartitraffico centrale, ma è per evitare la fermata del metrò Brenta… poi però fino a Corvetto (ma anche oltre, diciamo piazzale gabrio rosa) è tutto uno scorrere in preferenziale… certo che la mobilità ciclabile milanese è un’eredità (buffonesca) della Milanodabere, ma la volontà (e la civiltà) dovrebbe essere di tutti… e non è questione di ottusità;
    io per esempio ho assistito (basito) a una ‘critical mass’ che alle 10 di sera si divertiva a rimaner ferma (semaforo rosso e verde, più volte, diciamo una decina) in un incrocio mooolto impegnativo (viale molise-piazzale cuoco) e prendeva per il culo gli automobilisti che osavano strombazzare… unica loro colpa (in quel caso) era essere in macchina; non è così, se sei nel torto marcio, che si sensibilizzano le persone…

  38. pifo

    Non essendo di Milano sono andato su google maps e mi sono fatto una passeggiata in street view in Via Solari.
    Beh! Le chiacchiere stanno a zero. Le macchine in quel modo non possono parcheggiare. Con quattro rotaie di tram e preferenziali del bus che occupano centralmente almeno il 60% della carreggiata, consentire che delle auto parcheggino in doppia fila ai lati significa giocare alla roulette russa: prima o poi una bici, uno scooter o una moto sotto il tram ci doveva finire!
    Forse dovrebbero essere realizzati i marciapiedi di protezione delle preferenziali, come si fece a Roma a partire dai primi 90. Se sono fatti bene e resi ben visibili non rappresentano un insidia per le due ruote ma assegnando delle corsie chiare e limitate alle auto rendono impossibile il parcheggio in doppia fila perche’ danno chiara la misura di quanto stai strozzando la strada con il tuo parcheggio.

  39. nestorburma

    quoto pifo; e cristiano valli che aveva già segnalato la cosa qualche anno fa (il link in un commento precedente)

  40. Max Discontrollo

    @tutti

    la soluzione è in uso in gran parte delle città europee:
    il marciapiede contiene piste e mezzi pubblici, le auto vengono confinate in una carreggiata con limiti invalicabili in cui procedono come in un binario, si lascia casomai il posto per una linea di parcheggio (di solito a pagamento duro)
    a Milano abbiamo vie con carreggiate e marciapiedi di ogni dimensione che consentono a ognuno di farsi posteggiatore decidendo dove sostare. (spesso e volentieri anche sulle piste ciclabili dunque pari patta con la critical mass)
    è evidente che non si puo lasciare al buonsenso individuale la regolamentazione del traffico urbano.
    è altrettanto ovvio che negli ultimi anni pur essendo cambiata la mole di traffico (e incidenti) nessuno abbia voluto rendere le strade migliori e piu sicure per tutti.

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