Singalong

Ho visto in ritardo Super 8, il film di JJ Abrams con i bambini e l’alieno cacciato dai grandi che però è buono e gli inseguimenti e le scene spettacolari (e un memorabile deragliamento del treno), insomma tutto il repertorio di E.T., ma riproposto con esperta maniera. La musica è di Michael Giacchino, quello della musica di Lost e di altre cose notevoli, ma in mezzo c’è anche una piccola scelta di canzoni rock di cassetta dei tardi anni Settanta – da “Heart of glass” a “Don’t bring me down” – e i ragazzini a un certo punto cantano tutti assieme “My Sharona” dei Knack. E quella cosa lì di cantare tutti assieme nei film, funziona sempre moltissimo: scelta facile e ruffiana, ma efficace appunto. Le migliori del genere che mi ricordo sono la famiglia di Nanni Moretti nella Stanza del figlio che canta in macchina “Insieme a te non ci sto più”, e la simmetrica, più triste, “La prima cosa bella” nel film con lo stesso nome di Paolo Virzì. Ma soprattutto “Tiny dancer” di Elton John sul pullman di Almost Famous, e “The tracks of my tears” in Platoon. Non lo so perché funzioni sempre – lo chiamano “singalong”, gli americani – dev’essere lo stesso meccanismo del karaoke, e delle lucine di natale.

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16 commenti su “Singalong

  1. sderty

    Io non lo sopporto. Ogni volta che vedo una scena del genere in un film penso sempre che sia un espediente da quattro soldi e che evidentemente lo sceneggiatore quel giorno lì non aveva voglia di scrivere. Nel cinema italiano poi è uno stratagemma abusatissimo.

  2. anais

    Rupert Everett “Say a little prayer” da Il matrimonio del mio migliore amico è mondiale

  3. S.ara

    Sicuramente c’è qualcosa del genere nel bellissimo film “Stand by me” e poi, come non ricordare il karaoke di “Lost in Traslation”, anche se non è propriamente un singalong?

  4. RicPol

    @silenzia: beh, perché anderson è un regista postmoderno, e magnolia è il più postmoderno dei suoi film… questa scena fa un’operazione posmoderna, gioca a decostruire un tema abusato (il singalong!, appunto) e rivitalizzarlo guardandolo da una prospettiva diversa. In effetti rovescia le consuetudini del genere (gli attori non sono insieme mentre cantano; non c’è nessun collegamento di trama o di situazione, neppure esile, che giustifica il cantare), non si preoccupa di esporre il meccanismo artificioso, ma alla fine ottiene consapevolmente il medesimo effetto (la gente in sala si commuoveva davvero, anche se capiva che era una cosa finta).

  5. Silenzia

    @RicPol:
    vero, quasi. A me quella sequenza (il passaggio di bocca in bocca), non so per quale associazione, fa pensare al labirinto dell’Overlook Hotel con la panoramica che scende dall’alto. Tanti pezzi di stradine che poi diventano giardino con madre e figlio che lo percorrono insieme. L’effetto è entrarci dentro, la canzone, il labirinto.

  6. anais

    @RicPol: comprai l’album Bachelor No. 2 apposta ai tempi, ma la canzone non c’era. non avevo pc e nemmeno internet non avevo modo di verificare.Alla fine ne è valsa la pena il cd è molto piacevole

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