Il New York Times racconta della pratica di alcune riviste cinesi (o delle edizioni cinesi di alcune riviste occidentali) di farsi pagare dalle aziende per degli articoli. Ma aggiunge che “zone grige” in questo senso riguardano anche altri paesi, anche europei, e spiega che invece “l’etica del giornalismo americano proibisce pratiche” come barattare articoli con inserzioni pubblicitarie o far pagare alle aziende i viaggi dei giornalisti.
China is not alone in bending boundaries. Media outlets in Europe, Japan, the Philippines, Latin America and even the United States may venture into various gray areas, encouraging companies to pay for journalists’ travel or underwriting favorable reporting or agreeing to take out advertising packages in exchange for coverage. (Mainstream American journalism ethics, including the ground rules of The New York Times, prohibit such practices.)
Pratica diffusissima anche in Italia putroppo, specie nella riviste cosiddette “tecnologiche”… In calo negli ultimi tempi, perché le aziende hanno meno soldi di prima…
Credo che stiamo parlando di pratiche come questa: “L’invito è aperto a tutte le testate (giornali, televisioni, radio, siti internet) che siano interessate a parlare di ### come destinazione turistica. La visita durerà 3 giorni e due notti, e sarà sponsorizzata da ristoranti e alberghi locali, …”
Dall’altro lato c’è lo slogan attribuito a Chomski: “I giornali sono imprese che vendono lettori agli inserzionisti”, molto fatalistico e che praticamente non lascia speranza di avere un’informazione oggettiva, neanche dal Nyt.
In mezzo, la realtà di giornali che vivono di due cose in aperta contraddizione: i soldi della pubblicità (e della propaganda); la fiducia dei lettori.
E Chandler scrisse “Un giornale è un’impresa commerciale che si propone di guadagnare denaro tramite gli annunci pubblicitari”. Chomski come al solito più caustico ma siamo lì. Però almeno in USA i giornali li leggono… e anche i libri.