Le indignazioni preventive sull’eventualità che Spagna e Croazia si accordino per un acrobatico due a due che eliminerebbe l’Italia dagli europei sono – perdonatemi il termine – roba da sfigati. Non solo perché riflettono un’inclinazione tipica di attribuire al prossimo quel che sta nei nostri pensieri, e rivelano più cose su di noi che sugli altri. Ma soprattutto perché mostrano una consueta rimozione dei propri fallimenti ed errori per indicare cause esterne e alibi autoassolutori, quella per cui la crisi economica italiana poi è colpa della Merkel e il disastro politico nazionale è per via della legge elettorale.
La verità è che l’Italia ha due punti, e il suo valore a oggi è due punti, e ieri ha buttato via una partita che poteva vincere bene, con modalità di inettitudine e mediocrità che non sono nuove alla storia della Nazionale. E che se non passerà il turno sarà solo per colpa di questa sua inettitudine, e non per presunti e vittimistici “biscotti” altrui (tutti da dimostrare, peraltro). La Germania, guarda un po’, ha vinto due partite e ha sei punti, e problemi di biscotti non ne ha: c’è un modo tradizionale e riconosciuto per passare il girone, vincendo le partite. E non venitemi a dire di quella volta in Spagna – sono un estimatore – perché vi ricordo che limpida limpida non fu neanche quella. Complimenti quindi a quelli di Tuttosport, che questa cosa l’hanno capita, mentre al Corriere dello Sport – in larga e sfigata compagnia – stanno ancora a raccontarsela.
Condivido pienamente. Sopratutto il passaggio sull’inettitudine e mediocrità calcistica che da sempre contraddistingue l’Italia in queste occasioni. Sacchi lo definiva “l’atteggiamento italiano”: http://www.dailymotion.com/video/xjy2fc_arrigo-sacchi-l-atteggiamento-italiano_shortfilms
Mi fa riflettere anche il fatto che molti dicono che il biscotto non è nelle corde della Spagna (o almeno di questa Spagna), mentre non ho sentito spendere parole simili per la Croazia, dandole quindi implicitamente una patente di potenziale disonestà.
Meglio non prendere l’inventore del più antisportivo dei trucchi, il fallo tattico ad esempio, anche senza considerare i restanti comportamenti con squadra di club e nazionale.
Il biscotto (2-2) lo fecero anche nel 2002 in Corea-Giappone.
Questi europei li stiamo perdendo per Cassano e Balotelli, innanzitutto, alla faccia dei loro estimatori sapientoni, in primis un mediocre C.T.
Sì, anche ieri i commentatori RAI hanno farfugliato di una “sospetta combine” tra Svezia e Danimarca la volta precedente (o un’altra ancora, non sono un appassionato di calcio), tradendo un vergognoso modus cogitandi italiota della peggior specie, di quelli che non sono mai usciti dal loro gabbiotto di auto legittimazione. Di quelli che al loro posto sì, la combine l’avrebbero fatta eccome, perché l’importante è vincere, non importa se si bara. Arrivare primi senza alcuna autostima, né rispetto.
Dovremmo riconsiderare alcune nostre affermazioni e aspettative sulla base del fatto che come nazionale di calcio (e non solo) siamo scesi al livello della mediocrità calcistica e sportiva e culturale e dentro questo risultato fare le dovute valutazioni. Uno, che la sportività non ci appartiene ancora, se ogni domenica è un vero e proprio teatro di burattinai e cascatori furbi. Due, tecnicamente non possiamo aspettarci chissà quali vertici prestigiosi e risultati brillanti e quindi a tutto questo dovremmo dedicare un spazio limitato, modesto.
Tutto vero e tutto giusto, resta il precedente di Svezia-Danimarca che in mondovisione hanno messo in scena una delle più penose torte della storia del calcio, degna di quel portiere furfante che narcotizzava i suoi compagni di squadra… Quindi con sta storia che siamo solo noi italiani a fare le combine bisognerebbe che la smettessimo di raccontarcela anche da soli. Basta vedere l’ultima partita della Liga spagnola in cui le squadre si sono platealmente accordate sul campo per far retrocedere il Villareal.
Resta fermo il principio che metterci nelle condizioni di dipendere dalle torte altrui è segno di una forza calcistica che ormai sta solo nei bei ricordi. Sono cicli, questo è uno nel quale la vecchia generazione è davvero sfiorita e quella nuova all’orizzonte non appare pronta o non appare proprio.
C’è veramente quasi tutto il repertorio italiano nei commenti alla partita di ieri.
Non sappiamo perdere. Partiamo dal presupposto che siamo la miglior nazione/nazionale del mondo ma c’è qualcosa (normalmente una causa esterna) che ci impedisce o ci ostacola. A volte si chiama Merkel, altre volte biscotto. L’idea che non siamo (più) i migliori in questo sport non ci sfiora nemmeno.
Restando al calcio basta guardare alle ultime stagioni di calciomercato per capire quanto sia calato il livello del nostro campionato: i campioni (quelli veri) invece di fare carte false per venire a giocare in Italia, accettano proposte da squadre più competitive spagnole e inglesi perchè è li che hanno maggiori garanzie di vittoria in campo internazionale.
La nazionale di oggi, tecnicamente parlando, è una lontana parente di quella del 2006 o di una qualsiasi che abbiamo visto dal 90 ad oggi: ci sono un sacco di bravi ragazzi ma Chiellini non è Cannavaro, Maggio non è Zambrotta, Marchisio non è Gattuso. Cassano non è Baggio e nemmeno Totti o Del Piero. Pirlo ha 34 anni e Balottelli è acerbo. È questo il motivo per cui potremmo essere eliminati e, nel caso, dovremmo farcene una ragione. A volte si vince, a volte si perde
tutto giusto e tutto corretto ma a mio avviso sei caduto in un’ altra consuetudine italiana, quella di vedere solo i nostri difetti e gli altri son perfetti, partendo dalla Germania e finendo con la Croazia. A me Svezia-Danimarca puzzò molto, per dire, fermo restando che condivido ciò che scrivi e che quindi non vorrei dipendere dall’esito di combine di altri.
Va bene guardare in casa propria in primis, e chiedersi perché non siamo stati capaci di chiudere due partite in cui eravamo passati in vantaggio. Però non condivido l’idea che il biscotto ce lo meritiamo. Ci meritiamo che spagna-croazia sia una partita giocata con sportività e poi ci meriteremo quello che viene. Quanto al fatto che “gli altri” non siano antisportivi come saremmo “noi” penso sia il solito modo di pensare per cui l’Italia è sempre il peggio del peggio e mi infastidisce. Chiunque ha visto quella partita sa con certezza che quella volta Danimarca – Svezia fecero un biscottone.
meglio due feriti che un morto, no? ce lo insegna il nostro capitano, d’altro canto:
http://www.corriere.it/sport/12_maggio_26/buffon-calcioscommesse-combine-bocci_6f9597f4-a6f8-11e1-84cc-01e2a07cd5bc.shtml
Ciao Luca,
permettimi di dissentire.
Non si tratta di attribuire al prossimo quel che sta nei nostri pensieri, si tratta di attribuire al prossimo quel che il prossimo ha già pensato e fatto. E non si tratta neanche di scaricare sugli altri i nostri fallimenti, perchè se dovessimo uscire dall’europeo a causa di un biscotto, significherebbe aver fatto gli stessi identici risultati delle nostre avversarie, e che la differenza tra il nostro fallimento ed il loro successo starebbe proprio nell’accordo antisportivo.
Ed è questo che più mi da fastidio del tuo ragionamento, che ti unisci a tutti quelli che nel calcio non danno mai attenuanti a chi perde, anche quando si perde perchè gli avversari barano. Il tuo intervento mi sembra una delle filippiche di Moggi sulla sua squadra che vinceva e stava zitta contro chi perdeva e piangeva sempre (Anche dopo partite in cui l’arbitro aveva segnato una tripletta per la Juve ed aveva chiuso festeggiato sotto la curva). E poi scusa, ma ci riusciamo a dare una lettura leggera e magari ironica ai problemi calcistici o dobbiamo inseguire le emozioni a 9 colonne (EROICI/VERGOGNA) dei giornali di gossip che citi ?
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Vai a vedere le quote Snai su Croazia-Spagna, guarda quella del risultato esatto 2-2, poi cancella l’articolo. Per quanto mi riguarda prometto che farò finta che tu non l’abbia scritto.
@sombrero: bè, ma quello ha un motivo logico, in Italia: verra giocata da un sacco di persone quel risultato, e se capita rischiano di pagare un botto, per cui abbassano il rischio abbassando la quota.. Ma le scommesse all’estero penso sia un po’diverso. Puoi verificare?
Fatti due risate. Molti la danno addirittura a 4: http://tinyurl.com/7y7t5l8
Danimarca-Svezia 2 a 2 me la ricordo solo io?
Ah, no, ora che leggo, pure “trentasei” e “layos” l’avevano vista a quanto pare.
Concordo che è da piangina lamentarsi della possibile bastardata PRIMA che essa venga fatta, ma non raccontiamoci che queste cose le facciamo solo noi.
Invertiamo la domanda… l’Italia che farebbe? Rischiare la qualificazione contro i padroni di casa o accetterebbe di far fuori senza fatica la squadra più forte?
Le combine mi fanno schifo, ma il calcio come tutti gli sport è una simulazione di guerra.
Ridurre le perdite è una strategia…
Se poi non piace più si può sempre rimediare in futuro….
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Io sono piuttosto d’accordo con Luca. Ma non solo. Rincaro la dose.
Cosa ci sarebbe di antisportivo in un 2-2 tra Spagna e Croazia?
Perché le due squadre, con davanti ancora le partite più impegnative dell’europeo, dovrebbero lanciarsi in una sfida all’ultimo sangue? In nome di cosa? Dello spettacolo e dello sport?
Allora andrebbe deplorato anche il catenaccio, l’1 a 0, la tattica del fuorigioco e la marcatura a uomo. il turnover contro le squadre di bassa classifica.
Tutte le squadre di calcio giocano per massimizzare il risultato ai loro scopi. La vittoria viene inseguita solo perché, in genere, è il risultato che consente di raggiungere il massimo degli scopi.
Se in questo caso non è così è colpa dei regolamenti dei gironi all’italiana. Piuttosto cambierei quelli. Se in due europei su tre ci troviamo a fare questi discorsi, forse è più facile cambiare la regola che aspettarsi che due squadre che si giocano tutto, si massacrino di botte per un risultato che non serve a nessuno.
In sintesi: se un torneo permette che il risultato migliore per due squadre sia un pareggio, non aspettiamoci che le due squadre vadano contro i loro interessi. La prossima volta cambiamo le regole del torneo.
Mah, premesso che non stiamo parlando di italiani, spagnoli o croati, ma dei calciatori italiani, spagnoli e croati presenti all’edizione 2012 del campionato europeo per nazioni, io la vedo così: speriamo che spagnoli e croati non la pensino come il capitano della nazionale italiana, perché in questo caso il due a due sarebbe assolutamente certo.
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Ok, ma adesso chi glielo spiega al titolare del blog che praticamente, secondo i suoi parametri, chiunque abbia più di 12 anni e conosca un minimo il mondo è uno sfigato?
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