Spero nel ricambio generazionale

Dei lettori del blog. Perché solo quello può dare un senso al fatto che ormai scrivo le stesse cose identiche e idee nuove non me ne vengono. Questa, ritrovata oggi, è del 2002:

se giochi bene e vinci, non hai bisogno di fare la vittima

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9 commenti su “Spero nel ricambio generazionale

  1. max

    Citando il Gran Capo: ‘sti cazzi… dice che l’Italia è proprio nel pallone, se sta ancora dietro a queste… ‘zate. Augh.

  2. fausto57

    Per non avere bisogno di fare la vittima non c’è bisogno di “giocare bene e vincere”, basta vincere.

  3. Piccola Dorrit

    Forse, Sofri, c’è un’altra possibilità di ricambio generazionale… quello dei giornalisti :A :A :A !
    Lo stesso andrebbe detto al Serra: scendi dall’amaca perchè la maggior parte di quello che critichi è frutto proprio dei ‘lucidi e geniali’ (Battiato) giornalisti.

  4. sombrero

    Mi sa che non ci siamo capiti. Nessuno dice che se l’Italia va a casa non se lo sia in qualche modo meritato (tanto meno il sottoscritto) e nessuno dice che sicuramente Spagna e Croazia pareggeranno, si dibatte solo sulla legittimità del sospetto. Che c’è tutta. Punto. I biscotti si fanno e si subiscono, fa parte del gioco.
    Quanto alla partita del 2002 con la Corea che si potesse e si dovesse vincere è poco ma sicuro, ma è altrettanto sicuro che se in quell’occasione i giocatori coreani fossero stati sottoposti a un controllo antidoping serio (anziché quello fatto in casa) probabilmente nei risultati sarebbero usciti fuori anche uranio, diossina e benzina agricola. E non facciamo finta di non saperlo.
    Il fatto che certe cose si facciano anche da noi è una scusa puerile. E’ come lasciar andare uno che ha causato un incidente stradale con tre morti perché “tanto anche da noi guidano tutti da cani”. Questi sì che sono ragionamenti da bar.

  5. sombrero

    P.S. – e non è affatto vero che la cosa converrebbe solo alla Croazia. Prova a chiedere a uno spagnolo (o a chiunque altro), lontano da un microfono o una telecamera, se più in là, quando si tratterà di dentro o fuori, preferirebbe ritrovarsi l’Italia o la Croazia e senti cosa ti risponde.

  6. fabzzz

    Il problema del tipico commentatore calcistico italiano, categoria alla quale inseriamo attoniti anche il sagace direttore, è che l’elogio del bel gioco nasce sempre e solo dopo la sconfitta. Vincere giocando in maniera scandalosa, va benissimo. L’Italia lo ha fatto una marea di volte, nel 2o06, abbiamo vinto un mondiale dopo una orribile finale, e quell’Italia, oggi è la squadra degli eroi. Vincemmo anche una semifinale agli Europei del 2000 ai calci di rigore, giocando un monumentale catenaccio per tutto l’incontro , con i nostri avversari che sbagliarono 2 (DUE!) rigori durante la partita, per poi regalarci gloria subendo il “cucchiaio” di Francesco Totti. Poi in finale perdemmo per un gol all’ultimo secondo della Francia dopo una gran bella partita, e il nostro allenatore fu costretto a dare le dimissioni. Le sconfitte ai rigori, oppure ai tempi supplementari, anche nel caso del 2002 dove lo scandalo dei favori arbitrali alla Corea si fece lampante mezz’ora dopo il post del direttore, quando gli spagnoli vennero presi in giro in maniera ancora più grottesca di quando successe a noi nel turno precedente, le sconfitte dicevo, invece sono sempre state spazzate dal fuoco purificatore dei puristi del bel gioco, del “ok perdere ma almeno giocando alla pari”, del “se giochi bene vinci, se giochi male al massimo puoi essere fortunato una volta”, del “guarda l’Olanda come gioca bene, e infatti vince”,”guarda la Germania come gioca bene, e infatti vince”, guarda la Spagna, il Brasile, il Portogallo, e attenti agli USA, e guarda quanti giovani ha la Repubblica Ceca, quanto corrono i Polacchi, e il calcio Africano quanto è fresco, ma pure tecnico ormai, e infatti vince, e solo noi perdiamo giocando male, e infatti il nostro calcio è in declino, e il problema è che i giovani nostri si montano subito la testa, e gli episodi, alla fine del campionato, si compensano sempre!

  7. sombrero

    @fabzzz
    Mi chiamo fuori immediatamente: a me vincere giocando male è sempre andato benissimo. Anzi, è perfino meglio, alla fine puoi dire all’avversario “E ringrazia il cielo che ho giocato male, che se giocavo bene te ne facevo 12” :-D

  8. Raffaele Della Ragione

    Sbagli oggi, Luca, esattamente come sbagliavi allora. In un confronto diretto vale la regola “gioca meglio e hai più probabilità di vincere”. In un girone non è A contro B. E’ A e B contro tutti gli altri (compresi B per A e A per B). Così pretendere che si giochi con lealtà è un dovere per tutti, per A, per B, e anche per C già eliminato. Esattamente come fecero la stessa Italia nel 2000 (che batté “inutilmente” la Svezia) o l’ Olanda nel 2008 o come ha fatto la Spagna ieri e come non fecero Svezia e Danimarca nel 2004 o Austria e Germania nel 1982. Un girone è un minicampionato, e tu in una partita a poker in cui tre giocatori si fossero messi d’ accordo per fregare il quarto non puoi rimproverare a quest’ ultimo il fatto di non avere un full in ogni mano “perché con quelle carte avrebbe certamente vinto”.

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