Sei molto funky

A un certo punto tra gli anni Settanta e gli anni Ottanta, circolava molto nei gerghi giovanili l’uso del termine “funky”, sottratto al suo legame con la musica “funk”, ma come generico apprezzamento con implicazioni sulla vitalità o fantasia di qualcosa o qualcuno: che quindi era “molto funky”. Veniva appunto da un genere musicale assai vasto e slabbrato, in cui stavano soul, dance di quei tempi, ritmi intensi, giri di basso, coretti, sezioni di fiati. Tipo Earth Wind & Fire? Tipo. Ma anche la Steve Miller Band o Isaac Hayes e molti altri diversi tra loro (fino a Prince, peraltro). Prima neri, poi imitati dai bianchi. È molto “funk bianco” una compilation appena uscita nella serie “Late night tales”, curata per una seconda volta dai Groove Armada. Ci sono dentro i Toto di “Georgy porgy”, i Player di “Baby come back” (quelli di Ron Moss di Beautiful), Hall & Oates e i Bread di “Guitar man”. E c’è un pezzo degli Ambrosia, che nessuno sa chi siano, e nemmeno io prima di leggere qualche tempo fa un blog americano che ne parlava come un caso unico nella storia della musica: “la band da tre canzoni”. Né grande repertorio, né meteora da un solo successo: secondo quel blog hanno fatto tre grandi pezzi pop, e il resto scarso. Uno di quelli, “You’re the only woman”, apre questa compilation funky.

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