Troppe Ave Maria

Il tema che affronta oggi Massimo Franco sul Corriere è vecchio e semplificatorio da una parte, e fondato e decisivo dall’altro. Come molti luoghi comuni, non basta a spiegare tutto ma ha un solido fondamento. E a seconda di quanto lo riteniamo solido, siamo spacciati. Aggiungo la consueta autocitazione da Un grande paese:

Quelli che cercano una spiegazione allo scarso attaccamento degli italiani all’Italia e alla convivenza civile e orgogliosa di solito tirano in ballo alcune vicende storiche. La mancanza della Riforma, per esempio. Il nostro essere rimasti un paese cattolico, ospite del Vaticano e del papa, e cattolico nel modo più pigro ed egoista: di quel cattolicesimo fatto di indulgenze e perdoni ideali e che trascura la concretezza delle regole e delle condotte. Quello che le religioni protestanti hanno insegnato in altri paesi in termini di rettitudine, responsabilità, rigore, ruolo della comunità, qua non l’abbiamo visto. Abbiamo amato molto il Signore e poco il nostro prossimo, abbiamo detto molte Ave Maria, e abbiamo rimpiazzato la comunità con la famiglia, con tutto il suo sistema di deroghe e contraddizioni: al punto che «la famiglia» è diventata il modello delle organizzazioni criminali avversarie dello Stato, ovvero della comunità principale.

 

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7 commenti su “Troppe Ave Maria

  1. luc_rouge

    Questo pezzo in realtà riguarda la coppia mai il passo alla famiglia è facile “fare un assoluto dell’unità di coppia non conduce che ad una maggiore divisione interiore. Non vi si commette adulterio, ma la fedeltà stessa risulta adulterata. Ognuno si ritiene abbastanza grande per rendere felice l’altro, abbastanza piccolo per trovare in lui la proprio felicità. In tal modo, la propria arroganza e mediocrità vengono reciprocamente lusingate. E’ un adulterio verticale, il peggiore di tutti. Nessun perdono è possibile, perchè, nel proprio idillio non si è consci della propria colpa. Le corna, qui, sono quelle del diavolo.” Fabrice Hadjadj, filosofo cattolico

  2. fafner

    È un luogo comune verissimo ed esportabile: se l’India, per esempio, pensasse un po’ meno al dharma e un po’ più alla corruzione delle proprie burocrazie sarebbe al pari con la Cina. Da noi le cose sono un po’ più complicate: come dimostra da ultimo l’affair Daccò, esiste una religione della corruzione, non solo una corruzione della religione.

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  5. lorenzo68

    Il Papa non è andato ai funerali del Cardinale Martini. Aveva altro da fare.
    In compenso Formigoni e Casini sedevano in prima fila.

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