Michele Serra, oggi:
Se questo avviene è solo perché il potere (anzi: il dovere) di scegliere che cosa mostrare, di che cosa parlare è progressivamente venuto meno fino a scomparire dentro l’alibi – davvero ignobile – che bisogna “dare alla gente quello che vuole”: ma la gente legge e clicca ciò che le viene offerto, non altro. Non è la gente che fabbrica le notizie, sono i media. Anche il più scalcinato dei bancarellai ha facoltà di decidere quali merci esporre. I media sono gli unici commercianti che danno sempre al cliente la colpa della loro merce avariata.
Al popolo l’ignoranza ai nobili la pancia piena: e fu così che Luigi XVI finì ghigliottinato.
Serra fa finta di esser un giornalista vecchio stampo che non capice nulla di marketing MA NON E’ ASSOLUTAMENTE VERO:
Io sono convinto che Michele Serra faccia scrivere le Amache al negro (o ghost writer che dir si voglia) da almeno una decina d’anni. Troppo manierismo, troppa retorica spicciola, troppi luoghi comuni e clichè ad hoc per il suo pubblico medio-progressista piccolo borghese (segretamente reazionario però, e infatti Serra si lascia sempre più spesso andare a tirate bacchettone e invettive moraliste, specialmente contro i giovani d’oggi e la droga). Non so perché io mi immagino il lettore medio di Serra una professoressa di lettere del Liceo (non che abbia nulla contro le professoresse di Lettere del Liceo eh, per carità). Che ogni giorno discute dell’Amaca con le colleghe ripetendo “Dice proprio quello che pensavo io” senza capire che l’effetto è voluto. L’amaca è perfettamente studiata sul target Repubblica, di cui è rappresenta l’essenza, il cuore profondo. Il radical chic che crede di essere superiore alla plebaglia che vota Berlusconi e casca ai suoi meccanismi di marketing invece casca in pieno a quelli di Repubblica, ma sempre sentendosi, ingiustificatamente, parte di una specie di elite culturale, che legge appunto Repubblica, compra ogni stronzata vendano gli esperti di marketing di Saviano, guarda solo Rai3 e La7. Come elite culturale fa veramente schifo.”
Pingback: Lifestream 7/9/12 - Entropicamente