Rottama is over

Ogni giorno Matteo Renzi può vedere con i suoi occhi quale arma ha dato ai suoi avversari e nemici (e quanti se ne è creati) con la sua ormai remota scelta del termine “rottamare”. Scelta dietro alla quale non c’è nient’altro e niente di diverso del più mite “ricambio”, ma che in un paese dove tutti si attaccano alle parole è diventata la vergogna da criticare e contestare indignati (“fascistoide”, titola oggi compiaciuta l’Unità a scoppio ritardatissimo). Persino Veltroni ha avuto in più di un’occasione – ultima quella dell’annuncio della non ricandidatura – buon gioco a mostrare a Renzi con saggezza la mancanza di rispetto e accortezza nell’uso di quella parola, e a spuntarne l’efficacia con la sua iniziativa.

Ed è tutto lì, una questione di rispetto. La differenza tra avere ragione e spiegarlo a chi ha torto, e avere ragione e insultare chi ha torto. Hai voglia poi a sostenere, con sincerità senz’altro, che non c’è niente di personale: resta che li hai chiamati rottamati, e alcuni ci sono rimasti male, e molti se ne fregano ma sono andati a nozze col poter fare gli offesi e dire “così non si fa”.

Immagino che Renzi argomenterebbe che simmetricamente quella parola è diventata lo slogan di una straordinaria raccolta di consenso: per ogni vecchio leader del PD di cui ha perso la stima, ha guadagnato il voto di mille giovani nuovi elettori stufi. E non solo giovani. Questa è probabilmente la ragione per cui, dopo aver dato l’impressione di voler superare quella fase, Renzi ha ripreso con insistenza a usare tutti i derivati del termine “rottamare” e a riproporli addirittura nella comunicazione della sua campagna (“Keep calm and rottama”, persino).

Saprà quello che fa, forse. Resta che ogni giorno, con quella trovata, ci offre lo spettacolo di Golia che fa la vittima perché Davide lo ha offeso, e che gli dà del ragazzino maleducato. Sarebbe saggio cominciare a costruirsi un diverso personaggio, a questo punto.

p.s. anche perché tu potrai pensarti anche rispettoso e senza aggressività personali, ma poi qualcuno più aggressivo di te si trova, e magari diventano tanti, e alla fine il termine “rottamare” non ha più implicazioni e conseguenze tanto diverse dal termine “forconi”

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29 commenti su “Rottama is over

  1. layos

    E’ che se rottama è una parola troppo aggressiva, rinnovamento è una parola vuota e logora, che usava Fanfani negli anni ’60 e che non ha mai prodotto niente che non fossero insipide manifestazioni di intento.
    Ciò detto, visto che Renzi ha di fronte il peggiore degli avversari per usare questo lessico, visto che si trova di fronte un uomo mite e trasversalmente ben visto e ben voluto, se da un lato otterrà un po’ di ricambio in seno ai quadri PD per non dare zavorra a Bersani, dall’altro perderà le primarie, inesorabilmente. Il che potrebbe essere un ulteriore guasto per l’emancipazione della nostra generazione.

  2. Giordano

    Non so come andranno a finire le primarie però è inutile negare che se siamo qua a parlare di Renzi è proprio per questa parola. A parità di concetti espressi e di idee se avesse usato la parola ricambio o rinnovamento non se lo sarebbe filato nessuno (anche Serrachiani aveva espresso qualche idea simile e non ha certo “sfondato”).
    Mediaticamente è una scelta che ha pagato per salire la china, ora concordo che bisognerebbe evolvere il linguaggio…

  3. march1n0

    Usare il termine rottamazione e’ stata una scelta geniale. Non un termine leggero ma non lo trovo cosi’ violento come Luca, ma e’ servito benissimo al suo scopo, che non e’ quello di farsi conoscere (ok, pure quello) ma di introdurre un ricambio. Credo che nemmeno Matteo si aspettasse cosi’ tanto successo. Non ha ancora vinto nessuna elezione a livello nazionale che la “rottamazione” e’ gia’ in atto.

  4. gattasorniona

    Anche io penso che abbia usato il termine rottamazione per sottolineare la rottura col passato (di cui c’è tanto bisogno, anche se non so quanto Renzi sia la risposta giusta per la sinistra… vedremo.

  5. accurimbono

    Tutta questa cattiveria Bersani proprio non se la merita.

    A me piacerebbe che tutta la rottamanda classe dirigente del PD rinunciasse a candidarsi al Parlamento, e lasciasse Renzi solo, con oneri e onori, e voglio proprio vedere cosa combina questo “capiscione” con il suo programma pseudowiki. Voi ci avete capito qualcosa? Rinfaccia al PD di essere costruito solo in funzione antiberlusconiana e di non essere propositivo, ma Renzi cosa propone? Mi pare si presenti e riscuota successo a destra e a manca solo come un candidato antipolitico e in particolare antiPD, senza un programma degno del nome e senza idee che _funzionino_realmente_ per rimettere in sesto l’Italia.

    Preferisco di gran lunga un buon vecchio amminstratore esperto a un giovanilista prepotente e “capiscione”.

  6. spago

    Oh poverini.. si sono offesi.. a parte che la poltica – diceva qualcuno senza avere tutti i torti – è sangue e merda.. ma intanto Renzi anche con questa parola ha ridato vita al Pd e al centrosinistra e ha imposto il tema del ricambio, che a mio parere nella normalità si chiama ricambio, quando è bloccato da anni, da un “tappo” di persone che si sono inchiodate al loro posto, si può giustamente chiamare rottamamento.

  7. wiz.loz

    Avevo fatte le stesse riflessioni sul fatto che il termine “rottamare” divenisse un boomerang. Ma il fatto è che parlando di “ricambio” o di “rinnovamento” non sarebbe servito a nulla, così invece qualcosa si è mosso. Se le vecchie cariatidi non si auto-rottamano e rimangono ancorate dopo quasi un quarto di secolo allo scranno del parlamento, allora saranno la prova vivente che è necessaria la rottamazione. Non essersi auto-rottamati sarà un boomerang anche per loro.

  8. Carlo

    Beh, rottamare significa in qualche modo riciclare, sfruttare il valore residuo di roba sfatta e decotta. Annientare sarebbe stato peggio.

  9. IcoFeder

    Per me mediaticamente è uno slogan molto efficace… Renzi tre mesi fa la maggioranza degli italiani non sapevano veramente chi fosse, ha DOVUTO partire con una campagna molto aggressiva!
    Sicuramente se dovesse vincere le primarie e correre come candidato PresDelCons attuerà un profondo restyling della sua immagine.

  10. nunzio

    vabbe’, vi devo sempre spiegare le stesse cose. perlomeno pero’ non vi insulto. Renzi lo sa benissimo che cosi’ si rende odioso agli elettori del PD e della sinistra ma tanto se votassero solo questi lui prenderebbe al massimo un 20%. basta vedere la lista degli amministratori locali che sostiene bersani: sono 2000, e tra questi gente molto pesante tra cui tutti i presidenti di regione, i sindaci di bari, venezia, salerno, e poi zingaretti etc. E non mi venite a parlare di apparato, questi sono i politici piu’ popolari d’italia. Renzi ha scommesso sul fatto che vengano a votare per lui tantissimi elettori di cdx. Ogni sua frase, ogni sua dichiarazione sono accuratamente tarate su quel target: contro d’alema, contro veltroni, contro la CGIL, contro il ’68, pro marchionne finche’ marchionne era presentabile, etc etc.
    e quella litania sul fatto che abbiamo bisogno degli elettori di berlusconi? significa semplicemente ne ho bisogno io per vincere. Solo che bersani e’ in grado di portare 2 milioni di persone alle urne per le primarie. Lui ce li ha due milioni di berlusconiani “pentiti”? dubito fortemente. Passata la sbornia mediatica io credo che rischi seriamente di essere superato anche da vendola.

  11. Giordano

    Fra l’altro l’effetto mediatico creato dalla parola “rottamare” mette in scacco in ogni caso gli avversari: se Renzi vince sperabilmente cambieranno le gerarchie nel partito. Se perde le primarie chi le vince rimarrà al suo posto (i vari Bersani, D’Alema, etc.). Avranno la soddisfazione di aver vinto (dopo una campagna elettorale interna con toni ai limiti, essendo appunto interna) ma dimostreranno che aveva ragione Renzi visto che l’idea di rinnovarsi o “ricambiarsi” non li sfiorerà nemmeno.
    L’unico modo che Renzi ha di perdere è vincere le primarie e non riuscire a mettere in atto il rinnovamento di cui si fa portavoce e ho come il sospetto che i suoi colleghi di partito non gli spianeranno la strada. Sarà dura essere un leader di partito non legittimato nemmeno all’interno del partito stesso

  12. caccapupu

    Mi sembra assolutamente ovvia la scelta provocatoria di Renzi nella scelta del termine-slogan “rottamazione” in luogo del più sobrio e mite “ricambio” dato che tra i due c’è la stessa differenza che passa tra un tè nero indiano ed una camomilla. Questa scelta lessicale sicuramente non piace a chi si sente chiamato in causa a vario titolo, ma è indubbio che possa fare molta presa sugli elettori indecisi ed è a quelli a cui Renzi guarda.
    Inoltre, come messaggio, l’assistere a dei “passi indietro” di alcuni storici dirigenti trovo che possa segnare un punto a favore di Renzi più che depotenziarlo, perché alla gente arriva la sensazione che la sua campagna in fin dei conti miete i suoi frutti e non è poco in tempi di antipolitica.

  13. ilbarbaro

    La cosa migliore sull’argomento l’ha scritta Sofri sr. (http://www.ilfoglio.it/piccolaposta/618), a dimostrazione che non sempre il vecchio è da buttare via e che il nuovo sia necessariamente meglio solo in quanto tale.
    In Renzi c’è forse (e sottolineo forse) ansia di ricambio, innanzitutto generazionale, forse per il timore di dover aspettare quanto hanno atteso coloro cui vorrebbe sostituirsi, ma non c’è pulsione innovativa, a cominciare dal linguaggio, banale anche nelle formulazioni da pubblicità anni ’80 e da riunioni aziendali in cui ci si riempie la bocca di parole straniere di cui, magari, non si comprende nemmeno bene il significato.
    Il risultato finale sarà che i migliori, proprio dimostrandosi tali, si faranno da parte, lasciando aperta la via ai coetanei che hanno fanno male o niente (e proprio per questo non hanno alternative) e ai più giovani la cui unica sapienza è quella che credono di possedere, mai verificata.
    In fondo, anche la cosiddetta Seconda Repubblica è il risultato di un’operazione analoga: le vecchie prime file sono state rimpiazzate dalle seconde; ai protagonisti si sono sostituiti comprimari e comparse. Fiorito ha più o meno l’età di Renzi e UDC e Pdl contano la più alta percentuale di parlamentari oltre la seconda legislatura. Vi dice niente, questo?

  14. MaBi

    Nella home page del Post questo “Rottama is over” sta proprio vicino alle “virgolette” di Livia Turco: “«Veltroni doveva rimanere, Franco Marini deve rimanere, D’Alema deve rimanere, la Bindi deve rimanere».

  15. spago

    @ epicuro hai ragione. ma il mio cervello stamattina non funzionava e mi ha sputato fuori quest’erroraccio..

  16. Simonluca Merlante

    Come notava Carlo qui sopra, “rottamazione” ha anche connotati positivi che Renzi non ha mai sottolineato abbastanza. Può significare anche riciclare, riprendere cose che hanno fatto il loro corso, riutilizzarle in modo intelligente e guadagnarci nel processo. La rottamazione avviene quando hai un progetto chiaro per il futuro (comprarti una nuova auto) e agevola il raggiungimento dell’obiettivo. Il rottamato ha fatto il suo corso, ma sa rendersi utile anche quando non lo è più. Il rottamante non è crudele, è razionale, realista, ecologista, organizzato.

    Insomma, si potrebbe crearci sopra una narrazione, e non usarlo come slogan o attributo, “Renzi, quello dei rottamatori”.

  17. wiz.loz

    @ilbarbaro: a parte che questa retorica del “riempirsi la bocca di parole straniere” ormai inizia davvero a stancare… in ogni caso il tuo ragionamento ha un errore di fondo. Tu dici che i migliori e più capaci della pluridecennale classe dirigente del PD (quindi “l’usato sicuro e affidabile”) si dovranno far da parte a scapito di quelli peggiori o dei nuovi inesperti e/o inaffidabili. Il problema è che nella pluridecennale classe dirigente del PD non ci sono migliori e più capaci, io salverei proprio solo Bersani, ma intorno a lui il nulla, il male, l’incompetenza… tu chi salveresti? Chi per te è “usato sicuro”? Nomi e motivazioni per favore…

  18. ilbarbaro

    @wiz.loz
    Piccola premessa: io farei le primarie per tutto, compresi i consigli municipali.
    Detto questo, considero Anna Finocchiaro una risorsa e Livia Turco una di cui si può fare a meno. Massimo D’Alema ha fatto solo danni ed Emma Bonino la trovo irrinunciabile. Rinuncerei volentieri a Follini e terrei Ichino e Ignazio Marino. Rottamerei volentieri il “giovane” Adinolfi e terrei l'”anziano” Bersani. Meno Colaninno e più Colombo, meno D’Antoni e più D’Antona, meno Fioroni e Gasbarra e più Civati e Merlo, meno Latorre e Minniti e più Morassut, ma anche meno Orlando e più Veltroni.
    Propendo per le idee e le espressioni, e di entrambe mi pare manchi Renzi. Di suo.
    Quanto alla “retorica del “riempirsi la bocca di parole straniere”” è straniero anche il latino, massime il latinorum, ma ancora sogno la puntata di Ballarò in cui un idiota ipotricotico fece il bauscia con un docente di diritto romano vantando un latino di cui era privo: un po’ di prudenza non sarebbe guastata. E se Renzi usa a sproposito certe espressioni con un linguista…

  19. Epicuro

    @wiz.loz
    Magari inizia a stancare te perché sai che è un fatto e vuoi far finta di niente. Ho ancora nelle orecchie Renzi che da Fazio, per indicare gli altri concorrenti alle primarie, dice “i miei competitor“, e lo dice in un modo che non lascia il minimo dubbio circa la strumentalità e l’affettazione. E andandoli a cercare bene mi sa che gli esempi abbonderebbero. Chi te lo dice non è un tifoso dell’atteggiamento pane e salame, anzi.
    Se posso (e posso) sfottere Veltroni perché cita dei carneadi come fossero padri della patria, sfotto anche il tuo Renzi che cerca di fare il figo con termini da aperitivo milanese buttati lì per far vedere che lui è veri internescional e la sa lunga.

  20. zenlento

    Lo slogan perfetto, in pratica mancano solo gli incentivi economici a deguati. O meglio ora sono inferiori alle rendite di posizione (spessissimo immeritate).

  21. fafner

    Parlare di parole rende onore al titolo di questo blog.
    Però anche le metafore hanno un significato generazionale. Un formattatore, a pensarci bene, non è meno cattivo di un rottamatore. Eppure l’immagine non colpisce l’immaginazione nelle stesso modo.

  22. fausto57

    Da L’Unità di oggi (io concordo con Bersani):
    “Pier Luigi Bersani non chiederà a Massimo D’Alema, né a nessun altro, di ricandidarsi, la decisione spetta alla direzione. Il segretario Pd lo ha detto durante il videoforum su Repubblica: «Non chiederò a D’Alema di candidarsi, io non chiedo a nessuno di candidarsi. Io non sono quello che nomina i deputati: farò applicare la regola, chi ha fatto più di quindici anni, per essere candidato deve singolarmente chiedere una deroga alla direzione nazionale».

    Ha aggiunto Bersani: «Credo che da qui a lì (al momento della riunione della direzione, ndr) tutto questo tema verrà risolto, si può essere protagonisti senza essere parlamentari. Detto questo, parliamo anche un attimo di Berlusconi, Gasparri, Cicchitto… Ricordiamoci che c’è gente che ne ha fatta una sola di legislatura, Scilipoti, Calearo. Sarà ora di dare un’occhiata al tema del rinnovamento in una chiave un pochino più seria? Non vorrei che l’Onu decidesse di prendere l’italia e metterla sul lettino dello psicanalista, nessuno al mondo fa così. L’esigenza del rinnovamento c’è, sono certo della generosità di chi l’ha fatto il pd e va rispettato. Rottamare non è il caso, cambiare sì».”

  23. Broono

    Dubito che una campagna che nasce e si alimenta quasi esclusivamente di quel concetto lì, possa cambiare strategia a una settimana dall’avvio e un paio dalla conclusione, a meno che Gori non abbia in mente un colpo di teatro utile a riprendersi un po’ quella scena che i rottamandi stanno dimostrando essere facile da scippare ma molto meno da mantenere.
    Ma se proprio deve riallineare un po’ la strategia, allora abbandonerei proprio il concetto dei termini per dedicarmi a quello dei nomi.
    Per esempio potrebbe cominciare a raccontare chi dovrebbe o potrebbe essere la squadra di governo che ipotizza di portarsi dietro in caso di vittoria.
    Perché fino a oggi si è capito chi rottama, meno chi vorrebbe al posto dei rottamati.
    E considerato che l’unico nome sicuro a oggi è il suo mentre i rottamati si contano a decine, o si sta candidando a sostituirli tutti da solo e allora il suo “competitor” non è Bersani ma Grillo, oppure è il momento di cominciare a raccontare chi al posto di chi.
    Così, tanto per riprendersi il tavolo e il ruolo di sparigliatore che tanto gli garba e in qualche maniera gli riesce.

  24. StarMan

    Io trovo invece inquietante un altro fenomeno: diversi “vecchi” della politica di area PD oggi tifano Renzi.
    E lui non sa magari neanche chi sono, e non ne prende le distanze. E tutto risulta ancor più ridicolo e assurdo.
    Esempi?
    Molinari (senatore eletto col PD e poi passato ad un vago centro) tifa Renzi, lo ha detto in un’intervista sulla stampa trentina.
    Brussa, un consigliere regionale PD del FriuliVenezia Giulia di area cattolica, sempre in rotte col PD locale è corso ad accoglirelo a Gradisca d’Isonzo.
    Questi soggetti all’ennesimo mandato sono proprio quello che Renzi dovrebbe allontanare, e invece nei giornali si fa ritrarre con loro.
    Se poi ci aggiungiamo tutti i “nemici” di altri partiti che hanno apertamente dichiarato simpatie per Renzi, alla fine il motto “divide et impera” vale sempre di più.

  25. leonardo bolognesi

    Renzi deve avere avuto una esperienza incresciosa con D’Alema e dintorni. Sarà stato snobbato in qualche riunione di partito. Adesso è astioso.
    D’altro canto non si può più aspettare D’Alema: ad un certo punto anche Moratti si è stufato con Recoba!

  26. bobryder

    Il punto focale è quello spiegato nelle prime righe del post: solo qui da noi si alza tutto questo polverone perchè gente di sessant’anni(e almeno vent’anni di politica di vertice) già sconfitta in almeno una tenzone eelttorale(Veltroni 2008, D’alema 2000) urla e strepita, fa, politicamente, i capricci.Non giochiamo con le parole, se Renzi avesse usato il termine ringiovanire gli urli e gli strepiti ci sarebbero stati uguali, e i succitati “perdenti”avrebbero avuto buon gioco a dire che(come fa Bersani da mesi) il rinnovamento gia c’era, rimanendo però incollati al loro posto.Renzi ha fatto una cosa che nella politica italiota raramente si fa: i nomi e i cognomi.Veltroni continui a scrivere boiate tipo “il pane e le rose”(e portare in parlamento sue protette), D’alema si arricchisca con la sua fondazione,la Bindi continui a fare non si sa bene cosa, Letta gioisca perchè” sono solo nove anni che sto in parlamento”.Ma nonostante il traccheggiamento di codesti figuri e molti altri(compreso il sindaco di Torino Fassino-quello che ricordava Craxi e non Berlinguer- e il segretario attuale del pd) Renzi ha smosso le acque.Forse non voterò lui ma gliene va dato atto.I gerontocrati continuino a credere di essere “giovani e belli” come gli eroi gucciniani o-più sapidamente-come il loro eroe del 2012: l’uomo di una delle banche più grandi e corrotte(Mario Monti).E intanto continueranno a sprofondare, un po’ troppo lentamente per i favori che hanno elargito a tanti in questi anni,e per le poltrone che(dal governo e dalla finta opposizione) hanno occupato.

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