Auguri da D’Alema

Pierluigi Bersani ieri ha di nuovo alluso a un luogo comune assai diffuso sui ruoli di alcuni leader del Partito Democratico, e difendendo Massimo D’Alema e altri che subiscono da tempo insistenti pressioni per esaurire la loro carriera parlamentare, ha detto che “questa è gente che lo ha fatto, il PD”.
Ora, D’Alema è uomo di grandissima intelligenza, cultura e capacità di battuta: e merita molto rispetto, lo dico senza nessunissima ironia (tocca precisarlo, con l’aria che tira). Ma tra i numerosi fallimenti della sua capacità di intuizione politica (i miei sono maggiori, per carità, e infatti faccio altro) c’è anche una certa lentezza nell’adesione al progetto del Partito Democratico. Che non l’ha fatto D’Alema, no (lui aveva altri progetti, più socialdemocratici). L’hanno fatto altri, insistendo molto e molto a lungo (Veltroni è uno che può dire, invece, di avere fatto il PD) e ottenendo il consenso anche di persone come D’Alema: ci hanno creduto altri, a quel progetto lì (che abbiano fatto bene o no, che sbagli abbiano fatto, è un’altra questione). Ma tra le qualità di D’Alema (molte, ripeto), quella di aver voluto il PD non ce la metterei.

Abbonati al

Dal 2010 gli articoli del Post sono sempre stati gratuiti e accessibili a tutti, e lo resteranno: perché ogni lettore in più è una persona che sa delle cose in più, e migliora il mondo.

E dal 2010 il Post ha fatto molte cose ma vuole farne ancora, e di nuove.
Puoi darci una mano abbonandoti ai servizi tutti per te del Post. Per cominciare: la famosa newsletter quotidiana, il sito senza banner pubblicitari, la libertà di commentare gli articoli.

È un modo per aiutare, è un modo per avere ancora di più dal Post. È un modo per esserci, quando ci si conta.

Abbonamento mensile
8 euro
Abbonamento annuale
80 euro

20 commenti su “Auguri da D’Alema

  1. Luca

    Per prudenza ed evitare abusi: il video è un divertente accessorio della riflessione, visto su YouTube e tagliato da un intervento più lungo di cui non conosco il contenuto né la maggiore articolazione, se c’è stata. Ma la riflessione è fondata su più solide ricostruzioni.

  2. fafner

    Secondo me gli ingredienti dell’amalgama mal riuscita alla fine si separeranno, dando ragione a D’Alema, e il Pd perderà la parte che non vuole stare in un partito socialdemocratico.
    Troppo forte la seduzione centrista, troppa l’insofferenza dell’alleanza con la sinistra, troppa la depolarizzazione causata dalla senescenza di Berlusconi.

  3. emmons_avenue

    La dote più rilevante di D’Alema è stata sempre quella di bazzicare nell’ombra. Non a caso senza esporsi mai in prima persona ha fatto anche il premier. beh… il posto che occupa adesso rispecchia per davvero la sua natura… poiché D’Alema le conferenze di peso le effettua sempre in assenza di telecamere con la presenza di pochi intimi. Tutti i canali che Berlusconi ancora possiede insegnano….

  4. ilbarbaro

    Excusatio non petita… Il video non è accessorio, e se ne poteva fare a meno.
    Quanto al PD, non è la sinistra radicale che non vuole stare in un partito socialdemocratico (molti di loro si trovano benissimo nei socialisti europei), ma i cosiddetti centristi, per i quali, forse, bisognerebbe trovare un’altra etichetta. Sono quelli che non avrebbero la forza di stare da soli, ma pretendono di condizionare la vita altrui, da minoranza anche non proprio rispettabile.
    La cosiddetta tentazione centrista si è sempre rivelata un mito, meglio, un miraggio, da D’Antoni in avanti. In fondo, il primo ad avanzare la pretesa di agire da ago della bilancia, in tutt’altre condizioni, fu qualcun altro, di cui sarebbe bene non coltivare il ricordo, che lo fece con sistemi di cui, ancora oggi, soffriamo le conseguenze.
    Se è la chiarezza di idee e di strumenti per attuarle che fa la posizione, allora è bene che Renzi abbia introdotto il malformato concetto di “rottamazione”: il primo a farne le spese, proprio per mancanza di idee ed espressioni, potrebbe essere lui. Il PD scomparirà senza identità, e a quell’assenza, fin qui, l’ha costretto quell’anima incerta e opportunista, “centrista”, che non si è voluta, non potuta o saputa, riconoscere nel progetto politico. Anche D’Alema, in questo senso, ha contribuito, con la sua tardiva e fasulla ambizione socialdemocratica ha contribuito. Non se ne sentirà la mancanza. Diciamolo.

  5. iosonostefano

    Concordo in pieno con l’analisi e ho anche letto con attenzione e condiviso il vecchio post “Una pietra sopra”. Ho capito quindi perchè la mia ammirazione per D’Alema è “crollata” dalla nascita del PD e ammetto che non me ne ero reso conto così bene prima di leggerti. E’ stato piuttosto uno dei principali affossatori del PD e della sua idea nuova di partito indipendente e maggioritario. Spiegatemi il senso di allearsi con SEL adesso, prima delle primarie… Quindi se per lui con Renzi finisce il PD, per noi che crediamo nel PD vero (quello della rivoluzione liberale di Salvati), questo è uno (dei tanti) buoni motivi per sostenere Renzi. Grazie.

  6. Luca

    L’excusatio è petita, dopo aver visto girare alcuni tweet troppo tranchant. Cercate di non saperla sempre troppo lunga, come consiglio, se posso permettermi.

  7. Luca.P

    Dissento. Il Pd, se D’Alema non avesse voluto, non si sarebbe fatto, o almeno non in questa forma, quindi definirlo “padre del PD” non mi sembra un’usurpazione…certo, non sarà il “padre principale”. Tra il ’99 e il 2007 è cambiato più di qualcosa nello scenario politico, e anche nel pensiero di molti, D’Alema compreso.
    Ti ricordo questo video di Zoro che intervista D’Alema in cui, dal minuto 9.36, si parla proprio di quel video e D’Alema risponde:
    http://www.youtube.com/watch?v=PS3OkKjjvpg&feature=share&list=UUQlLYA0i8ccCNKIAfTngHWA

  8. fafner

    @ ilbarbaro
    Anch’io credo che la tentazione centrista sia un mito, ma un mito fondatore della politica italiana. Prima si è smantellato il maggioritario, poi è ritornati a un proporzionale depotenziato dal premio di maggioranza, ora mi sembra che si punti a un proporzionale con un premio di maggioranza depotenziato.
    Magari mi sbaglio, ma la mancanza di un centro forte potrebbe essere una parentesi crociana. Chiusa la parentesi, non credo che il Pd resisterà alle forze di trazione: verso sinistra da parte di forze radicali vecchie e nuove, verso destra dall’attivismo dei sedicenti moderati.

  9. Pingback: È che è uno statista. Vede il futuro con decenni di anticipo. E, soprattutto, non sbaglia mai (diciamo francamente) – Camelot Destra Ideale

  10. Broono

    @Luca.P.
    Solo una nota tecnica, per chi vuole risentirsi quel passaggio senza riascoltarsi tutti i 10 minuti: la risposta sta circa al minuto 7.30 non al 9.36 (che non c’è dal momento che il video dura meno di 9.36).

  11. iosonostefano

    Ma a noi che ce ne frega, scusate il termine un po’ schietto, delle sofferenze per unire la sinistra e i cattolici? Esistono in tutto il mondo grandi partiti con varie anime, mica solo da noi. Il Partito democratico è il miglior progetto politico dell’Italia degli ultimi 20 o 30 anni ed è più attuale che mai (sempre quello della rivoluzione liberale di Salvati). Però deve correre da solo e non si può tarpare le ali con alleanze a priori di cui poi quasi sempre si pente…

  12. Pingback: Cosa diceva d’Alema nel 1999 del Partito Democratico

  13. atlantropa

    D’Alema MAGISTRALE.
    Non la si poteva dire meglio di così.
    E lui l’ha detto diversi anni prima che il pasticciaccio prendesse “”forma””.

    PS: perchè mai “volere il PD” dovrebbe essere una “qualità” (immagino positiva)?

  14. gillo

    @atlantropa Ma certo, ma che discorsi. E’ assolutamente progressivo e farà stare meglio i miei figli avere nuovamente il Pdup in Parlamento. Fesso io a non rendermene conto. Com’è consolatoria la sconfitta. Perchè il PCI non ha mai vinto una elezione nazionale. Mai. Mai.
    Ma che bello viver da perdenti, le responsabilità sono sempre altrove.
    Grazie al Post e lunga vita al “peraltro” cui è doveroso consigliare di proseguire su questa strada con coraggio.
    Daje!

  15. bobryder

    In realtà il pd(tolto il giustizialismo) non è diventato ciò a cui allude D’alema(che allora pralva da premier).Oggi il pd( e già il pds proprio dalla segreteria del leader Massimo) è un partito arroccato su posizioni di centro, diventate smaccate e ostentate dopo l’appoggio al governo dell’uomo della Goldman sachs(Mario Monti).Finchè non si accetta(nel senso: si capisce) ciò si è condannati a non capire o, peggio,a capire male la politica nostrana.

  16. brandavide

    Ehmm scusa bobryder ma perchè Prodi di chi era l’uomo?
    Così, per avere da te un’informazione seria e strutturata.

  17. bobryder

    @brandavide
    Non ti sarà sfuggito, da lettore attento quale dovresti essere, che nel mio commento parlavo di Monti:quindi la tua domanda,oltre che fuori luogo,è peregrina e pretestuosa tanto più che Prodi non l’ho proprio citato.Se proprio ci tieni a parlarne fallo tu ma scrivendo ben chiaro off topic, o faresti,in modo molto serio e strutturato, naturalmente, la figura del parvenu.

  18. Piccola Dorrit

    Che D’Alema vanti più o meno titoli alla fondazione del PD, o di una “cosa” diversa che non è stata, non mi sembra la questione di maggior importanza di cui discutere oggi: è stato incontestabilmente uno dei leaders, a ben guardare l’unico a diventare, anche se per poco e con una specie di ribaltone del primo governo Prodi, presidente del Consiglio… con conseguente vittoria berlusconiana poi…, che dal vecchio pci hanno traghettato fin qui. Lui come Veltroni, usciti dalla fgci, quella che preparava appunto i futuri quadri del partito. Ora visto che entrambi, e guarda un po’ contemporaneamente, sono decisi a ritirarsi è forse più interessante chiedersi che eredità lasciano, loro che sono stati per così dire istituzionalmente l’eredità del vecchio pci. Mi sembra di cogliere la vista di un deserto. Ieri D’alema dalla (pupilla? è lei un’erede?) Gruber ha detto due cose, oltre a continuare a battibeccare con Renzi: che rivendica come merito l’instaurarsi del governo Monti e che non ha fatto in tempo a trovare un suo sostituto nei collegi elettorali meridionali dove ancora è in cima alle preferenze.
    Circa la prima: il governo Monti è, come tutti sappiamo, un governo tecnico, espressione dell’abdicare della politica, quindi dov’è il merito politico se non nel riconoscere il vuoto della politica? Questo vuoto, un’assenza che diventa valore, un andarsene senza lascito, è questo che contraddistingue putroppo l’andata in pensione di entrambi i due vecchi leaders – in realtà accomuna tutta la vecchia classe politica-.
    La seconda cosa è conferma della prima: nel protarsi della carriera un ritardo palese, di anni però.

  19. tanogasparazzo

    Grande colpo. Il filmato è la sintesi del non credere al progetto. Direttore bravo, Lei ha saputo, modificando in corso d’opera il suo articolo, con l’aggiunta del filmato una ciliegina sulla torta. Sono passati ben 13 anni ovvero due legislature è più, che il nostro stimato Massimo da Gallipoli, cinico politico resiste, con la sua arte oratoria, come molti altri, ad non capire, sentire che devono fare un passo a lato per lasciare crescere giovani, per un governo futuro. Infine bisogna pur cambiare no!

Commenti chiusi