Il tema delle parole delle canzoni capite male è diventato tormentone e abusato, da diversi anni, e ce le siamo ripetute mille volte: ma sono sempre divertenti. In inglese ha generato un’ampia letteratura e diversi libri (c’è un nome: mondegreen), qui ne parlammo tanto a Condor (Matteo Bordone ha inventato, credo, il nome: batusso) e io ne scrissi ormai un botto di anni fa innescando allora una specie di tormentone che andò avanti per mesi, in cui ognuno aggiungeva la sua arricchendo il repertorio.
Sarà capitato anche a voi, di avere una musica in testa. Il problema sono le parole. Con le parole, i casi sono tre: le si sanno, non le si sanno e si inventa, non le si sanno ma si pensa di saperle. Questo terzo caso è prodigo negli anni di equivoci che si sedimentano e ci diventano più cari della verità: le parole delle canzoni che abbiamo capito male. Mi spiego con il mio esempio preferito, quello di una mia amica che canticchiava “La luce dell’Est” di Battisti così: “poi seduti accanto in un’osteria, bevendo un brodo caldo che bollìa”.
Tutto questo mi è tornato in mente vedendo ora questo inventivo video che rappresenta i più comuni e diffusi equivoci sui testi di famose canzoni in inglese.
La spiegazione di perche’ questo fenomeno si chiama “mondegreen” e’ splendida:
http://en.wikipedia.org/wiki/Mondegreen
Scusate, avete tolto i commenti dal post?
la cosa divertente della canzone che citi ad esempio è che i versi appena precedenti a quelli dell’errore follia/bollìa dicono “scusa se non parlo ancora slavo / mentre lei che non capiva disse bravo” :)
Oh beh. Mio padre ha una passione per la musica classica e quando eravamo ragazzini ascoltava fino all’ossessione il Requiem di Mozart. Io e mia sorella eravamo convintissimi che nel Dies Irae il coro dicesse a squarciagola “Steven Spielberg…Steven Spielberg!”. Ora che so il latino e conosco Tommaso da Celano non riesco a ben immaginare come siamo arrivati a ‘ste parole da “dies irae”, ma eravamo molto convinti…
Il riferimento dotto comunque è la Donna Bisodia citata da Gramsci da qualche parte nelle Lettere dal carcere, mi pare. Dona nobis hodie veniva inteso come Donna Bisodia, che nell’immaginazione popolare era considerata una donna molto pia, se meritava una citazione nel padre nostro.
Grazie per avermi dato modo di sfoggiare la mia cultura…
“La maglietta Fila” è sublime!
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Giusto per segnalare “It’s been a hard day’s night, And I’ve been walking like a dog”
“Non amarmi perché vivo a Londra”
dal cult trash sanremese ‘Non amarmi’
my 2/100:
‘Lay lady lay, lay across my big grass bed’ – Sua bobbità
‘Ci vedrete in prima linea, come brutte ballerine’ – Fossati
“c’è l’immensi e immenso amore…” (cit. Playlist)