La canzone del disco di Mika che sta per uscire come terzo singolo è anche la più riuscita e inventiva: è la prima, quella che dà il nome al disco, “The origin of love”,. Stiamo parlando del solito pop barocco e trallallà di Mika, niente di nuovo, ma gli viene bene e gli è sempre venuto bene. Il resto del disco non mi diverte altrettanto, né quanto i precedenti, ma qui ci sono accavallamenti di strofe e ponti e ritornelli che funzionano e inducono ad andare fuori a conquistare il mondo anche nelle giornate più sonnolente e nebbiose. Poi è una canzone arditamente ateista, a leggere il testo: parla della forza dell’amore, e dice che “Dio non può fermarla”, invece di disegnarlo come suo promotore, e prende in giro la storia di Adamo ed Eva: “meglio dimenticarsene, Dio ha insegnato loro l’odio e li ha costretti a nascondersi: l’origine dell’amore sei tu”. In tutto questo scoppiettìo e zumzumzum ci infila un altro giochetto, un coro da convento in latinorum che ripete “Padre nostrum, deus machismo” e che vedo che ha creato grandi curiosità e ricerche di interpretazione nei forum dei fans su internet. Coi tempi che corrono, e il nuovo Robbie Williams che non è all’altezza, sul mio iTunes “The origin of love” è già a 27 riproduzioni.
Deus machismo
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