Teoria e pratica del piano B

Non sono elementi che hanno a che fare con approfondite valutazioni sul contesto mediorientale e le strategie geopolitiche contingenti a convincermi che il voto che ieri ha accolto la Palestina come stato osservatore all’ONU sia una buona cosa, per quanto capisca le preoccupazioni di chi ne è preoccupato. Le approfondite valutazioni sul contesto mediorientale eccetera le ascolto e leggo da quando sono nato e ne sono tuttora assiduo lettore, ma ormai il punto è un altro.
È il punto che orienta quel che è saggio fare quando si è fallito per così tanto tempo: è saggio fare altro. È saggio sparigliare. È saggio cambiare, affidarsi a un altro modulo di gioco o un altro allenatore, scegliete la metafora che preferite.
È saggio provare a pensare e fare le cose diversamente, prendendosi dei rischi e rinunciando sia a ottenere quel che si è capito non si otterrà, sia a rassegnarsi. È saggio abbandonare i modelli mentali e gli approcci di cui siamo sempre stati convinti, prima che ci fermassimo a guardarne i risultati: e cominciassimo a dubitarne. Non ha funzionato, non funziona, avevamo capito male.
Non è solo saggio, cambiare: è obbligatorio.

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14 commenti su “Teoria e pratica del piano B

  1. mirko

    già, sembra…ma sicuramente è casuale, come è casuale che sia praticamente lo stesso concetto espresso da Jovanotti per sostenere Renzi: cambiare va sempre bene, cambiare è bello eccetera eccetera
    io sono convinto che il voto ieri sia una buona cosa, non perché cambiare sia obbligatorio, ma perché cambiare in quella direzione mi sembra opportuno
    il cambiamento in sé non è obbligatorio e non è saggio se non è un cambiamento vero e se non va nella direzione giusta
    quando la juve ha esonerato ranieri per ferrara e poi ferrara per zaccheroni le cose non sono mai migliorate
    ci si poteva tenere ranieri, a quel punto (anche se in effetti ferrara era più giovane e meno esperto di ranieri)

  2. giaimeddu

    Se si è fallito, è giusto cambiare. Se non si è fallito è il caso di persistere. La Palestina merita una sua terra, così come Israele merita la sua nazione. Il punto è che credo che siano rimasti in molto pochi a pensare che 2 terre per 2 stati non sia la soluzione più adatta. Però quelli che lo pensano sono in posizione di poter influire pesantemente nel processo di pacificazione dei due fronti. Speriamo che questo riconoscimento internazionale metta un po’ d’ordine nella confusione totale che regna.

  3. malapropysm

    Ormai Sofri parla di Renzi anche nel sonno. Ma basta con queste cialtronate del nuovo, del cambio allenatore, di prendersi i rischi. Frasi vuote e populiste che appartengono proprio alla politica di poco tempo fa. Berlusconi ne incarna tutti gli aspetti: nel ’94 era il nuovo, l’allenatore era cambiato e anche la squadra composta dai vari Previti e Dell’Utri e in quanto ai rischi presi mi sembra che sia sotto agli occhi di tutti dove ci abbiano portato.
    “È saggio provare a pensare e fare le cose diversamente” dice Sofri, e ha ragione. Pensiamo diversamente e non affidiamoci al primo imbonitore che si palestra per essere più fotogenico, che si leva la cravatta, arrotola le maniche della camicia e che parla da giovane per i giovani per sentirsi innovatore, che parla di rottamazione (proprio come fece Berlusconi nel 2006 con Prodi). Non crediamo a programmi economici basati su ricette neo-liberiste o a chi ci professa l’agenda Monti come priorità.
    Ma soprattutto non fidatevi di una redazione di un giornale che la pensa tutta allo stesso identico modo.

  4. corradotre

    Ma cos’è successo a Luca e al Post ? Hanno scambiato Renzi per Obama? Ma se non è riuscito neanche ad aggregare quelli della Leopolda 1 ? Un altro uomo solo al comando? Le regole fai da te ? Detto questo è stata una bella gara e ha fatto bene al Pd

  5. pifo

    Forse era solo un post su un’idea!
    Per chi fosse veramente interessato alla genesi dell’apparente nuova strategia di Abu Mazen, agli effetti “pratici” sulla Palestina e meno alle metafore, consiglio Bernardo Valli su Repubblica.
    Saluti

  6. jamesnach

    Che palle.
    Avete ridotto Il Post all’House Organ di Renzi.
    Riuscireste a parlare (bene) di lui anche in un articolo du giardinaggio peruviano.
    #epicfail

  7. splarz

    E’ innegabile che le argomentazioni di questo post sono le stesse usate per supportare Renzi (devo mettere i numerosi link del Post?).
    La cosa divertente è che potrei usare questo scritto per spiegare, con pacatezza, perchè votare M5S alle prossime politiche.

  8. giaimeddu

    Luca, dai, non offendere l’intelligenza dei tuoi lettori. Come vedrai nel mio commento precedente io sono anche rimasto al tema che hai proposto, ma è evidente che parli a nuora perché suocera capisca.

  9. Epicuro

    Noto una confusione imbarazzante tra fare una cosa diversa e fare la stessa in un altro modo.

  10. Felice

    io veramente ricordavo che Renzi era contrario al riconoscimento della Palestina, ovvero è all’opposto della tesi espressa in questo post…

Commenti chiusi