Factcheckami questo

Nelle ultime settimane l’informazione italiana sembra aver scoperto il fact checking, con quella solita approssimazione modaiola che da noi si sostituisce all’innovazione o al miglioramento strutturale di cose che non funzionano. Quindi il fact checking è diventato qui un aspetto marginale e demagogico di quello che è in origine per il giornalismo: un modo di fare le pulci a quello che dicono i politici e controllare se è vero. Che è una buona cosa, soprattutto in un contesto di informazione politica che non lo ha mai fatto (e continuerà a non farlo nel 90% dei casi).

Ma c’è un problema di credibilità. Il fact checking è soprattutto, invece, una pratica del giornalismo di verifica su se stesso: l’attività di controllo e revisione degli elementi fattuali degli articoli e di ciò che i giornali pubblicano e i media raccontano. È sui giornali stessi, non sui politici, che sarebbe benvenuta un’operazione di maggiore prudenza, verifica e controllo della verità di ciò che si dice. Operazione che qui non si vede proprio, abituati come siamo a neanche correggere il giorno dopo le notizie che si sono rivelate false, figuriamoci a controllarle il giorno prima.

Oggi diversi quotidiani titolano sull’appoggio del PPE a Monti: “Il PPE scarica Berlusconi. Meglio Monti“; “Il PPE con Monti“; “Il PPE: il nostro candidato è Monti“. Altri non citano questa “notizia” in prima pagina avendone constatato la fragilità, altri come il Corriere spiegano a cosa si deve l’equivoco: il capogruppo del PPE avrebbe detto informalmente ai giornalisti delle cose confuse e contraddittorie in appoggio a Monti, ma anche ad altri, spiegando però di non voler intervenire nella campagna elettorale, e successivamente negando di avere detto le cose che i media italiani gli avevano attribuito. Ce n’era abbastanza, insomma, non solo per rinunciare a fare dei titoli su una presunta posizione “del PPE” ma forse persino a fare dei titoli su una cauta posizione del signor Daul (le cui opinioni su Berlusconi non sono nuove, e quindi nessuno “scarica” Berlusconi). Ai fatti (fact-checking) è falso che il PPE sia “con Monti” o che lo abbia sancito.

Quindi, ok, così come l’ultimo grido dell’informazione in cerca di giochini era due anni fa “l’infografica”, adesso è “il factchecking”: bene, ne possono venire buone cose.
Ma facciamolo.

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7 commenti su “Factcheckami questo

  1. ilbarbaro

    Il commento è rivolto al “peraltro direttore” del Post, che sembra aver lanciato la moda del fact checking così come è descritto qui. Anche per il Post, in molti casi, non sembra che questa moda abbia attecchito alla parte giornalistica. La velocità imposta dalla comunicazione online porta a sacrificare certi controlli, già, come noto, deboli anche con le tradizionali modalità: è come se si usasse la Rete come scusa.
    Lo sfruttamento di risorse disponibili, a cominciare da Wikipedia, porta a un accoglimento acritico delle informazioni che si rimediano tramite esse, sulla base del convincimento, tutto da sostenere, che la folla abbia già provveduto ai necessari controlli.
    Lo scadimento si ripercuote anche sulla qualità linguistica del materiale prodotto. I testi sono sempre più sciatti e infarciti di errori, non solo di ortografia e di disattenzione, come dicevano le maestre di un tempo.
    In un commento a un “articolo” di uno dei peggiori esempi di questo andazzo pubblicato giorni fa dal Post, una lettrice ha rimproverato il “giornalista” di star sempre lì a occuparvi di loro, invece che dei lettori.
    I padri putativi di quel “giornalista” e di molti altri suoi colleghi, a cominciare dal “peraltro direttore del Post” direbbero che sono tutti effetti del maledetto ’68, cioè di quella drammatica e miracolosa catena di eventi alla quale devono la loro fortuna. E questo da sé spiega già molto.

  2. odus

    L’informazione? Soprattutto quella politica è fatta da “informatori”, – tutti, nessuno escluso – che sono degli attivisti di partito i quali, invece di attaccare manifesti elettorali del proprio partito sui muri della loro città, scrivono sui giornali le notizie che potrebbero avvantaggiare il proprio partito alle elezioni. Convinti come sono che i lettori, soprattutto quelli che non votano il partito a favore del quale scrivono, sono dei perfetti idioti.
    Per ottenere questo risultato arrivano ad inventarsi notizie inesistenti. Reato equivalente alla collusione con mafia e camorra. Ragione per cui è giusta la crisi dei giornali che vengono salvati solo dai contributi statali cioè dei cittadini che non comprano i giornali perché schifati, per leggi votate in Parlamento dai partiti per i quali gli informatori-attivisti scrivono. Informatori-attivisti che non raramente sono poi candidati nelle liste dei partiti per i quali hanno scritto, non diversamente dai magistrati che hanno operato in un certo modo.
    Ergo, la democrazia è una favola. Esiste solo l’eterno gioco del potere per il potere.
    Quanto al titolo Factcheckami questo, mi ricorda una canzoncina che si cantava dopo le sanzi0ni all’Italia del 1936 ad opera della Società delle Nazioni guidata dall’Inghilterra che, rivolta alla perfida Albione diceva: “Sanzionami questo- se tu sei capace – lo so che ti piace – ma non te lo do. “

  3. Lazarus

    Quando si tratta di diffondere notizie false e confuse o di fare gossip di infima lega Repubblica c’è sempre.

  4. Pingback: Links for 16/01/2013 | Giordani.org

  5. cinziaopezzi

    e questo è il mio commento:

    Now, should I lough, as if I was an alien watching earth, and Italy first of all?
    because it is funny…

    Or should I cry as if I was a poor human being trying to understand what is going on without reading all the newspaper, everyday and every line, plus trustfully commentators like luca sofri?
    Because it is not funny…

    I know the origine of this “madness”, because I follow
    http://www.politifact.com/truth-o-meter/
    from a long time :-)

    When I first decover Polityfact, I felt it would have been a good thing to copy it, here in Italy, as we copy lots of bad thing from USA, we could also copy a good one, once in a while…

    I forgot people can copy good thing and then spoils them.

    My desire was not complete. So, my new desire will be:

    “I wish we would copy
    PolityFact philosophy
    doing even better…”

    Let’s see if it works, this time.

    (I always decide to lough, between the two,
    and thereafter I take it seriously)

  6. anita81

    @Cinziaopezzi: in tutta sincerità, ho qualche dubbio che i lettori anglofoni riescano a capirci qualcosa. E non solo per il testo in rosso su fondo nero.

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