Sapessi com’è scemo

Umberto Ambrosoli è un’ottima persona, e forse sarebbe stato un buon governatore di Lombardia, di certo migliore di quelli che ha avuto e che avrà. Non è di lui che sto parlando. Sto parlando del maggior partito del centrosinistra che da decenni persegue una testarda e fallimentare strategia ripetuta e declinata in mille occasioni: scegliere nelle elezioni amministrative milanesi o lombarde dei candidati esterni non solo al partito ma persino al centrosinistra esistente (Ambrosoli ne ha persino preso le distanze costantemente) nella pervicace convinzione di ottenere così i voti del centrodestra in una regione e una città in cui la sinistra non ha una grande tradizione di successi.
E ogni volta perde. Perde. Ogni volta. Ogni volta si sceglie candidati che promuove alla posizione più importante, se ne fa pure bistrattare, li fa perdere con umiliazione e li riconsegna all’oblìo e alle memorie dei milanesi che li aggiungono alla lista dei “ma ti ricordi quando ci hanno fatto votare…?”.
Io sono in questa città da 15 anni appena, non pretendo di conoscerla, e mi fiderei del giudizio di un partito radicato e competente. Mi fiderei la prima volta, la seconda e forse pure la terza. Questi però con questo sistema capoccione ci hanno perso sempre: e l’unica volta che hanno vinto – il caso fu irripetibile, certo, ma – è stato con un candidato assai di sinistra, che ora fa il sindaco di Milano.
Oggi invece sono stati capaci di consegnare la Lombardia alla Lega nelle elezioni della sua maggiore débacle di sempre, della Lega. Qui invece ha vinto, contro un candidato che ha imposto di non fare le primarie (di farsele finte da solo, per paura di mescolarsi con “i partiti”) e che ora si aggiunge alla lista di ricordi.
Bisogna essere un po’ scemi, si può dire?

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14 commenti su “Sapessi com’è scemo

  1. caccapupu

    Sofri sono d’accordo in generale, però credo che alle regionali lombarde chiunque fosse stato il candidato del centro-sinistra non ci sarebbe stata storia nonostante il calo di consenso di PDL e Lega, anzi, credo che la figura di Ambrosoli in questo caso abbia limitato i danni.
    Poi non dimentichiamoci che Maroni è un personaggio abbastanza apprezzato ed ha potuto beneficiare dell’appeal delle promesse sulle tasse che rimangono sul territorio, la macroregione, etc. Tutte cose su cui non potrà incidere direttamente e che probabilmente non vedranno mai la luce nella forma presentata agli elettori, però il popolo si sa, vuole “sognare”.
    Anche qui sono stati i sondaggi a far credere che la partita fosse aperta, avendo sottostimato di 7-8 punti il M5S.

  2. andrea61

    Condivido l’analisi ma solo in parte.
    E’ vero che cercare candidati al di fuori del partito è segno di debolezza, ma non si può neanche dimenticare che politicamente Milano non è la Lombardia. Anche storicamente Milano ha avuto per decenni sindaci socialisti, mentre il resto della regione era solidamente democristiana.
    I flussi elettorali diranno di più, ma già ieri sera Ambrosoli ha anticipato in parte l’analisi sul voto notando che il csx ha perso fuori dalle grandi città.

  3. minimAL

    Del resto, qui a Roma non è che le cose vadano meglio: voglio proprio vedere come riusciremo a regalarla a Grillo o – peggio ancora – alla destra.
    Roba da manuale per le generazioni future.

  4. Massimo B

    Forse “il caso di Milano” non è irripetibile (a Milano: Ambrosoli 44,18% – Maroni 36,35%), purtroppo queste erano le regionali e Milano conta, ma non basta.

  5. marcoghezzi

    Scusami Luca, ma non mi pare che Filippo Penati fosse un candidato esterno, nelle penultime regionali. Ahime la lombardia è la somma di Milano e delle sue province e temo che il radicamento della lega nel territorio (presenti in tantissime amministrazioni locali), la tendenza destrorsa del nord e un bel po di snobismo di Ambrosoli non abbiano aiutato.

  6. Stefamondo

    Ascoltando Maroni ieri sera ho avuto la netta impressione che lui era a capo di una corrazzata, ben definito nelle sue parti, aperta ad alleanze con entità autonome ma che condividono valori e obiettivi. Una corrazzata con degli obiettivi ben precisi, basati su una riflessione molto articolata in cui le elezioni regionali Lombarde erano un tassello importante ma parte di una visione ben più ampia con componenti pragmatici sul come raggiungere questa visione, sia per le elezioni regionali della Lombardia e sia per la crescita della Lega per i prossimi cinque anni.

    Ho letto la lettera che la Lega mi ha inviato a casa ieri sera. Ci ho messo meno di due minuti e ho capito tutto. Confido nei valori del centro-sinistra, ma, ditemi onestamente, cera davvero una visione per e della Lombardia offerta agli elettori? (e ben diversa da quella della Lega?) Cerano davvero dei titoli di capitoli programmatici altrettanto chiari e ben definiti? Ambrosoli e veramente qualcuno con cui tutta la regione Lombardia possa identificare?

    Avete ascoltato le parole di Maroni? V’invito a riflettere. La Lega e qui per il prossimo futuro e sono molto organizzati, hanno imparato le lezioni del passato e adesso, a guida del partito, eleggeranno la Terza generazione Dirigenziale, un individuo con un’età comparabile a Renzi. Vedrete, ridete, deridete. Ma sappiate che fra le regole di un conflitto e il rispetto per il proprio avversario. E vi dico che la Lega fa sul serio, e una corrazzata in crescita e servirà ben altro per batterla in battaglia.

  7. andrea61

    @Stefamondo: hai sintetizzato benissimo le differenze tra un partito che si immerge nel territorio e uno che vive principalmente nei salotti, televisivi e non, e nei ritrovi organizzati dove incontra gente allineata e coperta sulla linea della segreteria. Il paradosso e’ vedere quello di vedere quello che una volta era il partito delle classi operaie scomparire letteralmente nelle aree produttive del paese.

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  9. uqbal

    “ha potuto beneficiare dell’appeal delle promesse sulle tasse che rimangono sul territorio, la macroregione, etc.”

    In altre parole ha beneficiato del fatto di essersi data un programma (stupido e populista, certo). Ma darsi un programma è una scelta, non una botta di culo.

  10. caccapupu

    Scusa uqbal, ma ora vogliamo crocifiggere il povero Ambrosoli? Hai in mente qualcuno che al suo posto avrebbe fatto sicuramente meglio? Sofri sostiene che sia stata sbagliata la candidatura, tu dici che Ambrosoli non aveva un programma (http://www.ambrosolilombardia2013.it/programma/), o forse delle ricette facili da enunciare in 15 secondi.
    Francamente tra il fare promesse irrealizzabili o prese per i fondelli (Maroni come crede di realizzare la “macroregione” del Nord? O forse l’ha già “realizzata” con la sua elezione?) e tenersi a cose più terra-terra io preferisco la seconda strada, mentre invece sembra che sparare balle e regalare illusioni sia di gran lunga meglio che tacere.
    Per essere chiari io non ho mai creduto che in Lombardia si potesse vincere, nonostante i sondaggi sballati, e credo che Maroni, che innegabilmente è un personaggio popolare che piace a tanti, avrebbe vinto in ogni caso, ricordandosi che la Lombardia non è Milano.
    La disfatta del PD c’è stata chiaramente sul piano nazionale e credo le sue ragioni siano state ben spiegate nell’intervista di Baricco a Repubblica di oggi, prevalere in Lombardia sarebbe stato in netta controtendenza e non so cosa avrebbe potuto innescarla. Quindi perché stupirsi?

  11. lux

    Uno che nel proprio programma scriveva “I-tech” non avrei potuto votarlo in alcun caso. Non l’ho votato.

  12. Pingback: Lombardia: perché abbiamo perso? «il Ripostiglio il Ripostiglio

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