C’è già l’etichetta pronta

Adesso l’ipotesi prevalente tra gli osservatori più paludati (domenica sia Scalfari che De Bortoli, tra gli altri) è che Napolitano dia l’incarico a un inventivo “esterno”, tirando fuori di nuovo un coniglio dal cappello, e che questo ottenga la fiducia dei partiti – PD, Scelta civica e PdL – per cambiare la legge elettorale e magari fare un altro paio di interventi sulla politica e i suoi costi, in un tempo dato, breve. L’ipotesi deve la sua plausibilità maggiore a un ragionamento “per esclusione”: benché sia un percorso che a oggi non ha nessun fondamento e nessun capitale iniziale, e non si capisce come ci si possa arrivare senza catastrofi, tutti gli altri sono ancor meno plausibili.

Quindi diciamo che stiamo facendo accademia, tanto questi giorni vanno così. E allora vediamo che implicazioni avrebbe quest’ipotesi sulle elezioni anticipate successive (poi può succedere di tutto in mezzo, eh).
Se si creasse un governo del genere la partita sarebbe tutta di comunicazione: e si giocherebbe tra la capacità di Grillo di raccontarlo come inciucio dei soliti partiti e quella dei suddetti partiti di presentarlo come appoggio defilato ma responsabile a un serio progetto di emendamento della politica. Inutile dire che i risultati conseguiti avrebbero un gran peso, ma ammettiamo che ci siano.
Io credo che Grillo parta avvantaggiato: non appena PD e PdL votano la fiducia insieme, fosse anche a un governo guidato da Barack Obama, sul blog di Grillo è già pronto in bozze da pubblicare un post pieno di insulti, che otterrà valanghe di consensi. Quindi la strada degli altri sarebbe doppiamente in salita: cambiare se stessi e fare quello che non hanno fatto finora, e remare contro un’onda che urla “sono gli stessi”. E in comunicazione lui ha dimostrato che ci sa fare, loro il contrario. Il rischio è quindi che una simile ipotesi si ritorca contro i costruttori e favorisca il distruttore, e bisogna vedere se ai costruttori conviene rischiare tanto.

Accademia, ma meglio avere il quadro prima di trovarcisi e fare le solite fesserie.

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21 commenti su “C’è già l’etichetta pronta

  1. due_emme

    Ricordiamoci che se un governo giura è ufficialmente in carica, non nella pienezza delle funzioni senza fiducia ma in carica, e porta lui alle elezioni, anche se avvenissero mesi dopo.

  2. dreaminthex

    Tanto non lo capiscono.

    Bersani ancora stasera completamente spaesato.
    Vuole usare contro Grillo la stessa strategia usata contro Berlusconi, additando i “difetti” dell’altro (vedi scarsa democraticità del MoVimento 5 Stelle, vedi impossibile attuazione del loro programma, …).

    Non capendo, ancora una volta, che a chi vota M5S di sta roba non gliene frega una cippa.

    Così come a chi vota PDL non gliene frega una cippa dei carichi pendenti di Berlusconi o della compravendita di voti o della nipote di Mubarak.

    Non è che prima chi li ha votati non lo sapeva.

  3. micro_Firenze

    Sono d’accordo sul fatto che Grillo abbia un vantaggio tattico.
    Vorrei però riprendere il suo post dell’altro giorno e lamentarmi (lo so lo so, non lo farò più) di come la stampa continui a raccontare in modo schizzoide il fenomeno politico del movimento. Mi basta aprire il Corriere stasera “5 stelle, summit blindato in Hotel” (non hanno semplicemente detto alla stampa di rimanere fuori? e mi pare pure giusto…mica è un congresso…) per tacere dei tentativi di intervista sul niente con domande campate in aria…
    Cosa possiamo fare noi lettori per chiedere una stampa più responsabile e meno alla rincorsa affannosa dello “stare sul pezzo” a tutti i costi?

  4. whiteyes

    Allora lasciamo che tutto vada in malora perchè l’aizzatore di popolo di turno ha un “vantaggio tattico”?
    Che ce l’abbia, vincerà le prossime elezioni, e li vedremo all’opera con la responsabilità del governo.
    Per me un disastro, ma se gli italiani vogliono così, essendoci ancora una (pseudo)democrazia, così sia.

  5. fulgenzio

    “Cosa possiamo fare noi lettori per chiedere una stampa più responsabile e meno alla rincorsa affannosa dello “stare sul pezzo” a tutti i costi?”

    Augurarsi che “gli osservatori più paludati”, se ne vadano fuori dalle palle (giusto per restare in ambito grillico) e lascino il posto a gente più giovane, capace e motivata. Persino la politica si è rinnovata, di decrepito in Italia c’è rimasto giusto il giornalismo, servirebbe un M5S pure lì.

  6. pierlu

    bisogna dare l’incarico di formare il gorverno a grillo. per far ciò, bersani si deve dimettere. poi, appoggio da esterno al m5s. cosí il pd governerá facendo opposizione, ovvero la sua vocazione. sarebbe un capolavoro.

  7. uqbal

    Completamente d’accordo con dreaminthex: Grillo ha il coltello dalla parte del manico, le elezioni ci sono già state e tutto quello che Bersani sa dire è: “Mi sembra che Grillo sia debole sull’evasione fiscale, eh!”.

    Ma pezzo di scemo, già quello ti sfancula un giorno sì e l’altro pure, e tu ti metti a fare lo spocchioso maestro di democrazia e di legalità? Tu? Questa è la tua maniera di sfidare Grillo? Ma mettilo in difficoltà con qualche proposta concreta!

    Per carità di Dio, no, hai visto mai dovessimo essere pragmatici! Meglio continuare a rimestare con la superiorità morale e i principi astratti. Dovrebbe capire un bel momento che il suo tempo è finito.

  8. Lowresolution

    Non ne azzecca una Pierluigi.
    Primo errore: parlare di queste cose in TV da Fazio. Ebbasta.
    Secondo errore: nei famigerati 8 punti manca la prima riforma essenziale: quella della legge elettorale. Grillo è pesantemente avvantaggiato da questa squallida legge, che polarizza il consenso sui leader e rende gli eletti semplici pedine.
    Terzo: il linguaggio di Bersani. Sembra un prete di campagna d’altri tempi che cerca di mostrarsi moderno e ragionevole di fronte a un mondo che non capisce più e che parla una lingua diversa. Invece di parlare a Grillo (e su questo concordo totalmente con l’analisi di Sofri), cerchi di parlare al paese e lo convinca con proposte chiare che le riforme sono a portata di mano nelle prossime settimane.

  9. MAGO

    ma chi se ne frega del vantaggio tattico di Grillo?! Come se una persona gravemente obesa, posta di fronte alla necessità di cambiare stile di vita, dicesse: “già me li vedo, quelli che di solito mi prendono in giro, inziare a dire “anvedi er ciccione che fa la dieta, nun se ubriaca, fa sport, pulito e ben vestito, ma che se crede de fa aho?”. “Ma Nino non aver paura di sbagliare il calcio di rigore, non è mica da questi particolari che si giudica un giocatore, un giocatore lo vedi dal coraggio, dall’altruismo dalla fantasia”!!! tutte cose che quelli de PD dimostrano di non avere, non perchè hanno perso, ma perchè sono dei perdenti

  10. odus

    Se andasse a finire così, al confronto l’incarico a Mussolini da parte del re Vittorio Emanuele III dopo la marcia su Roma del 28 ottobre 1922, è statoun atto molto più democratico.
    L’atto confermerebbe che la presidenza della Repubblica in Italia si è trasformata in una monarchia a sacadenza settennale con monarca ogni sette anni nominato da nominati.

  11. uqbal

    Lowresolution, hai descritto perfettamente Bersani, così come avrei voluto descriverlo io, senza riuscirci.

  12. welcom

    Per me un disastro, ma se gli italiani vogliono così ??????scusate ma il disastro x me e già sucesso ci siamo dentro date un occhiatà in strada sentite i vostri vicini i vostri padri i vostri nonni che ci vuole ancora il tempo e scaduto la mia fiducia anche vogliamo andare avanti ancora 30 anni con ste falsità io no

  13. odus

    @Lowresolution scrive: 4 marzo 2013 alle 08:15
    Invece di parlare a Grillo (e su questo concordo totalmente con l’analisi di Sofri), cerchi di parlare al paese e lo convinca con proposte chiare che le riforme sono a portata di mano nelle prossime settimane.</i
    Parlare al paese? Ma non è quello che fa o tenta di fare andando da Fazio? (almeno per quella fetta di paese, la solita che fa il 25% degli elettori del PD, che guarda Fazio).
    E quella fetta di paese che costituisce il 25% che gli ha dato il voto, sostituirebbe il voto dei parlamentari per la fiducia?
    Se così fosse, altro che democrazia diretta con la Costituzione mandata a remengo.
    Sarebbe la democrazia del 25% trionfante sul rimanente 75%.
    A meno che per "parlare al paese", non intendi: parlare al suo paese di nascita, il paese di Bettola in provincia di Piacenza.

  14. rinko

    Concordo con uqbal e Lowresolution, Bersani si conferma pessimo in comunicazione, sia per il lessico che per la scelta dei contenuti, non sa proprio entrare in sintonia con chi non abbia passato almeno 30 anni in un liceo ad insegnare storia e filosofia con decrescente trasporto.
    Poi concordo con Sofri, Grillo partirebbe nettamente avvantaggiato da un governissimo, anche supponendo che questo riuscisse nella sorpresa generale a portare a termine qualcosa di positivo agli occhi del popolo (Grillo potrebbe sempre dire che non è abbastanza e che quello che non è stato fatto lo si deve agli interessi della “casta”).
    Non ha senso proporre un’agenda di otto punti, in queste condizioni si possono fare poche cose e sarebbe bene limitarsi a quelle veramente indispendabili e fattibili: riforma elettorale e tagli ai costi della politica.
    Grillo va sfidato in parlamento, trovo abbastanza inutile e controproducente provare ora ad approcciarlo con trattative, ultimatum o corteggiamenti.

  15. dalecooper

    Riscrivo una cosa che sto riportando su vari blog sperando che trovi attenzione.
    Sono incappato in un suggerimento per rendere possibile il via libero “tecnico” al Senato ai grillini senza votare la fiducia. Mi sembra opportuno far circolare la cosa.

    In sostanza si tratta di lasciare 20 grillini nel Senato, a votare contro, in modo da tenere il numero legale. Sembra funzionare.

    Qui i dettagli.
    http://marckuck.wordpress.com/2013/02/28/il-senato-di-rubik-una-exit-strategy/

  16. ro55ma

    Dalecooper ho paura che la questio non sia “matematica” ma, come ammette anche marckuck, politica.
    L’attimo dopo che il governo “di minoranza” vedesse la luce sarebbe ostaggio di Grillo, punto: si votano le cose che dico io e quando mi stanco vai a casa comunque.
    I numeri per stare in piedi, senza “montiani” e qualche “pdiellino” (disposto al governo d’emergenza rinunciando a Berlusconi..) non ci sono e fidarsi di persone che si sono impegnate (per iscritto) ad eseguire gli ordini dei due capi-setta, a me fa venire i brividi.

  17. bral

    Vecchi caporioni del PD (Veltroni/Gentiloni) vogliono il Governo del Presidente che poi altro non sarebbe che una riedizione dell’inciucione.
    Pare che anche Napolitano voglia questo.
    E sicuramente lo vuole Monti ed il suo gruppuscolo.
    Anche grandi statisti del PDL (Cicchitto, Quagliariello) lo vogliono (dopo aver fatto cadere il precedente ed averne parlato male per tutta la campagna elettorale…) e lo vogliono i Media Cerchiobottisti con Mieli, De Bortolis e compagnia cantando.
    Certamente lo vogliono Grillo e Casaleggio perchè sanno che così potrebbero fare l’unica opposizione e continuare a gridare….
    Ebbene non si capisce che un Inciucione (si chiami Larghe Intese, Governo del Presidente, Prorogatio o Governo Tecnico) consegnerebbe il paese a Grillo su di un piatto d’argento ??

  18. Mario Valentino

    Sofri, ma non era stato lei a richiamare l’attenzione, non più di qualche giorno fa, sulle responsabilità del giornalismo costituito da una “melassa di conformismo informativo che va dai maggiori quotidiani alle televisioni (con puntuali e notevoli eccezioni da parte di molti giornalisti, ci mancherebbe!) e oltre a dire un sacco di balle ed educare alla superficialità e al sensazionalismo coltiva e perpetua un sistema che in altri paesi sarebbe morto? Era un pezzo (“Il dito media”) che, anche se criticabile (e da me criticato), appariva notevole nelle prospettive,un’apertura a diverse letture.
    E invece ora torna a cincischiare richiamandosi alle ricostruzioni dei maggiori epigoni di quel criticatissimo giornalismo, per far le pulci a quello che scrivono o pensano?
    Non si rende conto che così facendo anche lei finisce in quella stessa brodaglia? Mica può pensare di distinguersene per aver ricamato qualche considerazione sui loro contenuti: finisce invece per far parte anche lei del gioco.
    Lasci che siano loro a “fare accademia”, si distingua, visto che pare abbia capito dov’è il marcio.

  19. uqbal

    Dalecooper

    L’avevo letta anche io, ma onestamente mi sembra poco fattibile come idea. Non nei termini concreti, ma perché un atteggiamento del genere, anche se evita ai grillini di votare sì alla fiducia, implica un atteggiamento attivo e favorevole ad una nascita del governo. Cioé, sì, i 20 grillini voterebbero no, ma sarebbe un no che, è palese e ovvio per tutti, vale come un sì.
    Quindi non ci credo molto.

    L’unico modo per stanare Grillo è fargli nominare il capo del governo. Mentre a sinistra, di fronte a questa situazione, si strilla come duchesse che hanno visto un sorcio, bisognerebbe ricordare a tutti che un governo M5S non sarebbe onnipotente: nel momento in cui sgarrasse da quelle quattro o cinque cose essenziali che almeno a parole vuole anche il PD, a quel punto sarebbe facile togliere la fiducia al M5S. Quindi non ci sono chissà che diluvi da temere.

    Bersani ieri da Fazio era impegnato a fare le pulci a Grillo e ha difeso il finanziamento pubblico ai partiti citando nientepopodimeno che Clistene. In altre parole, sta scavando un fosso tra lui e Grillo, e pensa che questa sia una sana forma di fermezza, un atteggiamento virilmente forte che gli farà guadagnare la stima dei grillini, tanto che Grillo si convincerà e cambierà idea e i senatori voteranno felici il suo governo.

    E’ chiaro che Bersani sembra ridotto alla signora di Good Bye Lenin, che pensava di vivere in certo mondo, e invece era tutt’altro.

  20. odus

    @Mario Valentino scrive: 4 marzo 2013 alle 14:46
    Lasci che siano loro a “fare accademia”, si distingua, visto che pare abbia capito dov’è il marcio.
    “Sembrare di aver capito” non significa “aver capito” né ci si può distinguere dal marcio se si è rinunciato ad esercitare il mestiere per cui si è presa una laurea (architettura) per vivere in e di quella “brodaglia” ed esserne immerso fino al collo, venendo invitato nei vari talk show dai “colleghi” compagni di merende.

  21. odus

    La totalità dei commenti non si preoccupa del “bene comune” il di cui mancato raggiungimento si fa colpa e carico a Grillo come prima a Berlusconi, ma si preoccupa del “bene” futuro del PD, sentendo avvicinarsi la di lui prossima dissoluzione.
    Sono in tanti ormai che ne scrivono in termini di “epitaffio”, anche senza rendersene conto.

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