Io non lo farei

Non si capisce ancora dove andrà, questa proposta di far dare l’incarico di formare il governo a Matteo Renzi, presentata pubblicamente ieri sera in tv da Matteo Orfini e che va in queste ore raccogliendo adesioni le più diverse tra dirigenti e parlamentari del PD. Ma meglio cominciare a farsene subito un’opinione, prima che una decisione sia travolta da consensi e dissensi precipitosi.

Che Renzi faccia il capo di un governo in questo contesto è molto sbagliato per due ordini di ragioni: uno di correttezza e uno di concretezza. Del primo scrissi qui: non si fa così. Con tutta l’emergenza del mondo, non si affida il governo a uno che ha perso le primarie in cui si doveva decidere chi era legittimato democraticamente a fare il capo del governo, e si era deciso che non fosse lui. Non si fa un governo politico con un uomo di partito che non è stato neanche eletto in parlamento. Poi lo so che ci sono tutte le emergenze del mondo (o quasi, non esageriamo) ma farsi sempre guidare dall’emergenza in deroga alle regole ha generato abbastanza mostri, nella storia passata.

La seconda ragione è che qualunque governo nasca oggi sarà un governo di grande fragilità (così fragile che nello stesso PD ci sono ancora già a priori contrarietà estese a un accordo con il PdL) e con la forza appena necessaria a fare – molto bene che vada – poche cose essenziali. Renzi ha progetti più articolati e ambiziosi, e un potenziale consenso – da dimostrare alle elezioni – per costruire un eventuale governo di forza molto maggiore. Le due cose non si escludono, certo, in teoria: ma in pratica chiunque guidi un governo in queste condizioni si dispone a un sicuro calo di consenso e credibilità. A Renzi, con la sua macchina nuova e potente pronta per il prossimo Gran Premio, viene proposto di scendere ed entrare in pole position di questo, ma su una carretta.

Il fatto è che è vero che la situazione è drammatica, quella politica e quella sociale, e chi faccia prevalere questa constatazione lo fa animato da buone intenzioni: ma forse dimentica che la scelta di intervenire sul qui-e-subito è la scelta che – compiuta mille volte in passato – ci ha portato dove siamo oggi. A rinunciare ogni volta alla gallina domani in favore dell’uovo oggi, e ogni volta trovandoci con la frittata.
Io non lo rifarei.

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29 commenti su “Io non lo farei

  1. dbok

    Concordo. Si tratta di una trappola in piena regola, qualsiasi cosa lui risponda. Anche in questo caso, l’unico nella posizione di evitare che scatti è Napolitano. Forse questa è una lettura esagerata, ma sembra proprio che una parte significativa del PD non possa esimersi dallo sfruttare qualsiasi frangente per affossare qualcuno dei propri.

  2. johndoe

    Il blog è tuo, quindi mi scuso in anticipo, ma non ti sembra un po’ squalificante dare dignità di dibattito ad una proposta del genere? Almeno taggalo come”l’ubriachezza molesta”.
    Qui parliamo di uno della segreteria di Bersani (responsabile cultura) quindi fracassato come tutta la segreteria, che propone a Renzi di fare pari pari quello che loro hanno fatto finora, da due mesi, e che li ha portati a sbattere.
    Capisco male o dice: Renzi premier, mai un governo col berlusca, facciamolo solo con Grillo? E la novità quale sarebbe, che ora sbatte Renzi invece che Bersani? Il partito che sbatte però è lo stesso :-)

  3. andrea61

    Intanto pero’ i maggiorenti del PD hanno la quasi matematica certezza di toglierselo di torno una volta per tutte. Comunque noto che il PD continua ad usare fattori esterni ( nomina PdR e ora incarico al PdC) per portare avanti una sorta di congresso mascherato e per nascondere la totale assenza di un progetto politico.
    Se la metodologia e’ il rifugio degli incompetenti ( vedi documento di Barca), le nomine sono la scialuppa dei disorientati.

  4. Incrociatore

    D’accrodo, è troppo presto. Renzi deve saper attendere e poi certamente conquisterà quel posto. Lo spero.

  5. valeriofiandra

    Se non può scegliersi ministri, linea e tempistica : cosa gli resta? Visibilità ? Ce l’ha già. Riconoscimento di status ? Sì, ma a qual costo? Oppure, sì, ci va. Fa quel che vuole – dicendo anche dei NO – dura fino a farsi sfiduciare del Pdl . Ma va alle elezioni da Premier…

  6. stefcelli

    Mi sembra che questa sia una manovra per disinnescare Renzi, proveniente sia e soprattutto dal PD, ma farebbe comodo a B un Renzi che si può far cadere a piacimento …. Spero quindi non accetti questa mela avvelenata!

  7. Pingback: | Note Modenesi

  8. Cafonauta

    @stefcelli concordo al 100% .

    Mela avvelenatissima. Con questa bella mossa da parte del PDL le tensioni centripete nel PD verranno accelerate.
    E poi il prossimo governo, pure con Batman a guidarlo, sarà debolissimo. Renzi si brucia in un attimo.

  9. Robdale

    Anch’io sono doppiamente d’accordo. Ma soprattutto per una questione di strategia.
    Ma purtroppo noto che al Pd è proprio questo che manca. Sono anni ormai che ci e si riempiono di belle parole, di atti nobili… avrebbero potuto vincere le elezioni lo scorso anno, ma invece continuano ad invocare coerenza, senso dello stato… Ma che te ne fai di tutte queste belle cose se stai sempre all’opposizione? Anzi peggio. Stai sempre per governare e non governi mai! E trovi sempre qualcuno che arriva prima di te sulle cose: Berlusconi, Grillo… Il nome di Renzi come PdC, ad esempio, mica è nato dal Pd! È un nome che viene spinto molto dalla destra. Io vorrei che oggi pomeriggio invece, durante la riunione, trovassero un accordo (tutti insieme), una proposta che spiazzi. Che meravigli. Un obiettivo che non sia la distruzione del partito. E che lo portassero avanti uniti. Ma, ahime, al momento l’unica cosa che li unisce è la divisione. Ci avete fatto caso, Berlusconi non è mai stato così felice dai tempi del bunga bunga!

  10. mario.guido

    Il discorso in linea generale lo condivido, ma uno che vuole diventare leader nel partito e nel Paese deve anche assumersi dei rischi e girare a proprio vantaggio situazioni pericolose. E’ chiaro che, come dicono tutti nei commenti, la proposta è in gran parte strumentale (per trasparenza dico che sono più vicino ai turchi che a renzi politicamente), ma i leader in grado di cambiare realmente il corso delle cose non possono fermarsi temendo trappole in ogni mossa degli avversari di partito, per quanto strumentale la richiesta è un’ammissione di sconfitta da parte di Orfini e dei suoi e un riconoscimento che Renzi ha maggiore capacità di leadership. Renzi può approfittarne senza tradire affatto i suoi principi, in un partito c’è una parte che vince e una minoranza interna che contribuisce con le proprie idee. Il mito della vittoria senza prigionieri è in gran parte la causa del disastro attuale.
    Del resto per Renzi aspettare può essere più rischioso di quanto non si pensi, tra un anno potrebbe diventare leader di un partito fantasma in un paese in macerie. La stessa posizione favorevole di outsider e giovane promessa rischia alla lunga di tramutarsi nell’eterna promessa mai sbocciata.
    Infine, vero che il governo sarebbe teoricamente debole, ma lui è l’unico in grado di essere un premier forte, in quanto è probabilmente l’unico che in quella posizione potrebbe minacciare credibilmente di mandare tutti a casa e andare alle elezioni. Non sopravvalutate la situazione di Berlusconi, se l’avesse ritenuto utile avrebbe spinto per le elezioni, se non le vuole è chiaro che non è affatto sicuro di vincere, e il suo istinto è meglio di qualunque sondaggio.

  11. fafner

    L’idea di Renzi è di fare le larghe intese con il c*lo di un altro. C’è qualcosa di intimamente dalemiano in questa tattica. Sono certo che se non si trattasse di Renzi ne converreste.

  12. giaimeddu

    Anche io credo che quella di Orfini sia una polpetta avvelenata o, se non vogliamo metterci malizia, miopia. Credo anche che siano molto pochi quelli che hanno un’idea chiara di che fare da ora in avanti. E’ chiaro come il sole che un governo andrà fatto. Ed è altrettanto chiaro che farlo tra PD e PDL è un suicidio per il primo. Quindi si tenta in tutti i modi di indorare la pillola. A meno di non prendere per buono il primo commento a questo post: proporre a Rodotà di formare un governo. Avrebbe i voti? boh… ma per il PD sarebbe l’unico modo di non esplodere definitivamente e che permetterebbe un (seppur breve) governo.
    Renzi non garantirebbe affatto il successo dell’operazione, credo.

  13. Robdale

    Rodotà. Oppure Prodi. E voglio vedere quelli del PdL che faccia fanno. Forse la smettono di fare i patetici con i richiami alla respondabilità. Sarà anche una proposta poco congrua ai fini della governabilità, ma il Pd deve uscire dall’angolo. Mettere in difficoltà il Pdl.

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  16. minimAL

    A me Renzi sta sulle scatole; tu pure. Però hai totalmente ragione. Evidentemente si è già spenta l’eco delle bacchettate napolitane. Aridatemi Berlinguer

  17. vit

    Spieghi bene perché sarebbe sbagliato per Renzi, meno perché sarebbe sbagliato per il Paese.

  18. pifo

    Il nuovo governo di coalizione DEVE essere fatto (lo ha detto il PdR).
    Se lo presiede Pinco Pallino che non viene dal PD e lavora bene: Il PD muore.
    Se lo presiede Pinco Pallino che non viene dal PD e lavora male: Il PD muore.
    Se lo presiede Pinco Pallino che viene dal PD e lavora male: Il PD muore.
    Se lo presiede Pinco Pallino che viene dal PD e lavora bene: il PD … vive.
    Renzi ha bisogno o no di questo partito, della sua organizzazione, della sua credibilita’ e della sua base potenziale di consenso?
    Nooo?
    Ha una macchina “nuova e potente” pronta per il prossimo G.P?
    Sicuri? Sicuri-sicuri?
    Beh! Allora puo’ rimanere a Firenze ed aspettare che passi la nottata.

  19. Angelo

    Proviamo a vederla da un altro punto di vista: avrebbe delle probabilità di funzionare per il Paese? Secondo me si. Renzi potrebbe provare a fare quello che Monti non ha avuto il coraggio di fare ovvero fare delle proposte dirompenti e mettere i partiti di fronte alle loro responsabilità. Il PD sarebbe costretto a seguirlo e lui non lo avrebbe mai così in mano come adesso; il PDL non potrebbe certo affossarlo dopo averlo applaudito ad ogni uscita e sarebbe costretto ad ingoiare diversi bocconi amari; per Scelta Civica sarebbe quasi il candidato naturale. Se lui porta avanti nuove proposte anche se dura solo un anno sarebbe in prima file per una riconferma e soprattutto svecchierebbe di colpo la politica italiana costringendo chiunque venga dopo ad essere moderno. Ci libereremmo della classe politica che ci ha ridotto come siamo in un colpo solo e daremmo spazio alla classe politica emergente sperando che sia migliore di quella che l’ha preceduta. Certo ci sono grandi rischi ma anche grandi opportunità: i leader si vedono anche in questo.

  20. Drockato

    Nemmeno io la rifarei. Ma io-te-Wizardo e altri milioni di persone contiamo come un mezzo cucchiaino di sale gettato nel mar Morto. Detto questo,

    “ci sono ancora già a priori contrarietà estese a un accordo con il PdL”

    è una roba da mal di testa, sia per com’è scritto, sia per ciò che significa… Almeno nella prima parte si può far qualcosa? Grazie.

  21. odus

    Giusto. E’ giusto dissentire sempre e comunque.
    Sennò, uno, che razza di piddino è?
    In questa fase poi, si dissente anche se non si sa da chi e da che cosa.
    Forse da frasi in libertà dette in TV da qualcuno che conta come il due di coppe quando la briscola è a spade.
    A Ballarò o da un’altra parte. Non ha importanza.
    Come chi dissente. Ma sulla rete. Vuoi mettere?

  22. uqbal

    Vedendo che il nome di Renzi, ora che si è fatta sera, sta già calando, prenderei in considerazione l’ipotesi che Renzi non abbia voluto mettere agli atti un rifiuto che avrebbe avuto il sapore del calcolo personalistico.
    Non ha detto sì entusiasticamente, è tergiversato un po’, ma non si è fatto cogliere in castagna non sbilanciandosi per il sì (“opportunista!”) né per il no (“codardo calcolatore!”).

    Se l’avevamo capito noi commentatori della domenica che quella di Orfini era una purpetta avvelenata, figurarsi se non lo aveva capito lui…

  23. reta

    lei non lo farebbe. perchè è un impegno grande. per il bene del paese, non per la carriera degli ambiziosi

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