L’11 luglio 1982 Mick Jagger non aveva ancora compiuto 39 anni, era cioè assai più giovane di quanto sia io ora. Io ne avevo 17, invece, e andai a Torino la mattina per il concerto dei Rolling Stones che si sarebbe tenuto alle tre del pomeriggio. Era un orario strano per un concerto, e infatti la replica del giorno dopo sarebbe stata alle 18, tre ore più tardi. Ma bisognava chiudere un po’ presto nel pomeriggio, perché la sera, alle 20, ci sarebbe stata la finale dei mondiali di calcio, in Spagna. Fu un concerto non eccelso, dissero i grandi estimatori dei Rolling Stones, ma per me era il primo e fu meraviglioso, compreso quando Mick Jagger si mise il tricolore sulle spalle e pronosticò il risultato della finale. Ce ne andammo felici, con mio fratello, e su un tram incontrammo per caso l’unico torinese che conoscevamo che ci ospitò a vedere la partita. E quella, sapete come andò, e come andò la serata nelle fontane di tutta Italia. Qualcuno mi chiese poi del concerto, nei festeggiamenti serali, e si meravigliò che a quasi quarant’anni Jagger fosse ancora così scatenato come gli avevo raccontato
Ora, il 26 luglio 2013, Mick Jagger ne compie settanta, e il cielo lo conservi.
Mick e noi
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Commentare con “Time is on his side” è troppo facile, ma pare fatto apposta… io ero un poco più grande ma “Ah, Nappoli, Nappoli… passiamo la notte insieme? Let’s spend the night toghether?” sono cose che segnano…