Il ruolo del freak

Ogni talkshow televisivo è un allestimento teatrale, una messa in scena, con degli autori che cercano di costruire delle dinamiche televisamente efficaci, che piaceranno al pubblico e lo tratterranno dal cambiare canale. A seconda del programma, uno degli elementi più importanti di questa scrittura sono i confronti e gli scontri tra gli ospiti: se gli ospiti non sono in disaccordo tra loro e si limitano a esporre delle opinioni per quanto interessanti, il programma non funziona. Le soglie di contrapposizione sono diverse: ci sono i programmi dove si fa in modo che volino gli stracci e ci si insulti e si urli molto, e altri che cercano di contenere il confronto in un parlarsi sopra, al massimo. Però ci vogliono gli ospiti giusti, ogni settimana: e mi affascina la scelta di Piazza Pulita di creare il ruolo fisso di quello sopra le righe che la butta in caciara, con una lunga panchina di interpreti infallibili a rotazione. Santanché, Sgarbi, Busi, Toscani, Casarini, D’Agostino e pure Freccero, anche se non è all’altezza degli altri (Cacciari interpreta il ruolo in un modo superiore, e una volta se ne andò proprio: e mi pare che poi lo abbiano ceduto ad altre squadre).
È una professione televisiva ormai rodata, ma che forse avrebbe bisogno di qualche ricambio generazionale.

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2 commenti su “Il ruolo del freak

  1. Cecia

    Non guardo più un talk show (ma se è per questo la TV in generale) perche ormai sono tutti orientati e tendenti a veicolare un messaggio. In un talk show sulla politica non dovrebbe mai trapelare-palesarsi l’appartenenza del giornalista. Questa è onestà intellettuale ed è tragicamente assante.

    Autorevolezza zero. Il beneficio del dubbio soltanto al programma del padrone di casa che non ebbi mai la fortuna di guardare.

    Il gioco è scoperto e i talk shows sono un gioco a tema, tutti come l’Isola dei Famosi.

    Cecia

  2. Pingback: Il ruolo del freak | NUOVA RESISTENZA

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