Ammetto di non avere ancora capito quali candidati della lista Tsipras abbiano annunciato di voler rinunciare alla carica se eletti, e quali no. Quindi non ce l’ho con nessuno in particolare, e tra i candidati ci sono anche persone che stimo. Ma trovo che la pratica del “mi candido ma per finta” sia scorretta e ingannevole, per le stesse ragioni per cui abbiamo detto che fossero scorrette e ingannevoli le “doppie candidature”.
Se le elezioni sono una cosa seria, e se sono il luogo pratico e reale di esercizio della democrazia, gli elettori devono sapere chi stanno eleggendo e che il loro voto renderà loro rappresentanti le persone a cui l’hanno dato, non altre. È lo stesso ragionamento che abbiamo fatto e sentito molto sulle liste bloccate. L’elettore deve vedere eventualmente eletto colui che ha votato, non un altro a cui non ha dato il voto, ma che si prende il suo voto. E l’eventuale eletto non deve essere eletto grazie al fatto che uno specchietto per le allodole lo beneficia di voti che nessuno ha scelto di dargli.
Ma per farla breve, non ci si candida per finta. Ci sono altri modi più corretti di aiutare un partito che si stima, se ci si vuole impegnare. Le liste invece servono a dare alle persone dei nomi da scegliere per un seggio al parlamento, non dei santini da mettere sul cruscotto o sullo striscione. Capisco che ci sia un’indulgenza diffusa nei confronti della pratica annunciata da Tsipras per via della possibilità che non venga eletto nessuno, nelle sue liste, e del fatto che questo possa persino beneficiare i partiti maggiori. Però se è un imbroglio quando Casini si presenta in sei collegi, è anche un imbroglio quando un capolista di Tsipras si candida sapendo che non farà il deputato.
p.s. non si dica, che “non è un imbroglio perché lo hanno annunciato”. A parte che l’annuncio è una foglia di fico: per essere trasparente dovrebbe essere scritto sulle liste elettorali, eventualmente (io stesso, come ho detto, non so oggi quali per esempio tra Moni Ovadia, Barbara Spinelli, Curzio Maltese, Adriano Prosperi, Loredana Lipperini, Ermanno Rea, Ivano Marescotti, saranno miei rappresentanti se li votassi). E a parte che anche le sei candidature di Casini sono note. Ma l’annuncio non toglie nulla all’impostura, e l’intenzione dell’imbroglio è dimostrata dalla candidatura stessa, se no che senso avrebbe? Sono candidati per finta.
Condivido anche le virgole. Dato che era l’unica lista che avrebbe potuto interessarmi e che le europee sono le uniche elezioni dove posso scrivere un nome, questa era l’unica mossa che poteva farmi passare la voglia non solo di andare alle urne, ma anche di informarmi adeguatamente.
Premetto che sono candidato alle europee proprio con la lista l’Altra Europa con Tsipras, e che pertanto sono di parte, ma chi non lo è?
Detto ciò rispondo per quel che posso. Sono contento che finalmente si parli della lista “l’altra Europa con Tsipras” dato che fino ad adesso lo spazio dato ai contenuti e alle proposte è stato incredibilmente basso. Per i dati dell’osservatorio di Pavia nel periodo di rilevazione 18 marzo – 21 aprile il TG1 e il TG2 hanno concesso lo 0,07 % del tempo complessivo e contro lo 0,02% del TG3, mentre la percentuale per le trasmissioni di approfondimento Rai dedicato all’Altra Europa è del 2,24%. Un vero e proprio vulnus democratico se si pensa che i TG della RAI hanno assegnato al Governo e ai partiti della maggioranza che lo sostiene il 54,2 % del tempo complessivo dedicato ad argomenti politici.
La lista è composta da candidature tutte frutto di percorsi collettivi o territoriali o rappresentativi di storie, idee o competenze specifiche. La gran parte dei candidati sono espressione di percorsi di mobilitazione e impegno (dal movimento delle carriole de L’Aquila, ad operai electrolux e pomigliano a me che vengo dal movimento studentesco e ora sono un freelance della comunicazione). Tutte candidature valide (magari io meno di altre ;) ) ma molto poco note. Nessun parlamentare o ex parlamentare, nessun consigliere o assessore regionale, piena discontinuità con il passato e rinnovamento.
La scelta di singoli candidati di dare la propria disponibilità in termini di candidatura può essere valutata positivamente o negativamente, piacere o non piacere, ma di certo non è paragonabile alle candidature da Lupi alla Picierno che non hanno affatto chiaritp cosa intendono fare dei propri doppi incarichi in caso di elezione.
In un paese pieno di candidature improponibili, impresentabili, in cui gli eletti costantemente ribaltano l’esito elettorale e la volontà popolare l’accanimento su questo aspetto della nostra lista mi pare quanto meno strano, per quanto ripeto, tutti siamo di parte, ma è bene sempre dirlo esplicitamente.
Aggiungerei un’altra categoria di candidature “scorrette e ingannevoli”: la candidatura di chi chiede (e ottiene) il voto per fare il Sindaco di un Comune, e poi – senza attendere la fine del mandato – si dimette per assumere altro incarico. Per coerenza, anche in casi come questo si dovebbe parlare di “impostura” e “imbroglio”, dico bene?
Fra imbecilli che vogliono cambiare tutto e mascalzoni che non vogliono cambiare niente, com’è difficile scegliere! (cit.)
Granmadue, prendo la tua domanda seriamente: no, dici male. Ci sono circostanze e contesti che cambiano che rendono plausibili cambiamenti conseguenti. Non sempre, ma la differenza è questa. Ciao.
@claudio riccio: scusa, al netto delle recriminazioni sulla poca visibilità mediatica e del “gli altri fanno pure peggio”, stai dicendo che i capilista “tirano la volata” a candidati validi e sconosciuti e per questo va bene così?
Personalmente, in tempi di corsa alle poltrone contro ogni logica politica o banale ragionevolezza, trovo sia un atto di estrema onestà annunciare che, in caso di elezione, si rinuncia al posto nel Parlamento europeo in favore di candidati che hanno davvero le competenze e soprattutto le energie per affrontare le battaglie politiche necessarie.
Certo, non è necessario candidarsi per dare supporto e appoggio ad una lista: ma trovo sia un atto molto più coraggioso e forte di un semplice endorsement, che lascia il tempo che trova nel mare magnum delle chiacchiere politiche, smemorate anziché no. Candidarsi vuol dire spendersi in prima persona, mettere tutto il peso della propria persona su un progetto al quale (come giustamente fa notare Claudio) non viene concesso alcuno spazio sui media, che nonostante tutto danno ancora voce alla politica strillata invece che ai contenuti e alle idee. Anche qui, del resto, perché parliamo della Lista Tsipras? Per i “nomi celebri”, per le candidature, e non nel merito.
Poi, per quanto mi riguarda, non trovo ad oggi un’altra lista che proponga tra le candidature così tanti nomi validi da rendere difficile scegliere (il che vuol essere semplicemente la registrazione di un dato di fatto, non puntare il dito contro “gli altri che sono peggio”). C’è un programma chiaro e comprensibile, c’è la possibilità di approfondire e scegliere i candidati che si preferiscono in base al profilo di ognuno, c’è un percorso partecipato che, al netto delle difficoltà e degli errori, perlomeno sfugge a quelle modalità grilline che già mostrano i loro punti deboli.
Dove sarebbe l’imbroglio? Mi pare, anzi, che si faccia del proprio meglio. E mi pare sia già un ottimo inizio. Comunque più di quanto si potesse sperare di cavar fuori dalla scena politica italiana.
“Dove sarebbe l’imbroglio” l’ho spiegato e non serve ripeterlo. Mi interessa dove dici che la scelta di dimettersi servirebbe a fare eleggere persone con competenze ed energie. Che dovrebbe essere quello che avviene in seguito al voto degli elettori, in democrazia. Poi possiamo mettere in discussione il funzionamento della democrazia, anche con buone ragioni, ma il modello che proponi, e che questo meccanismo propone, è: io voto uno che non ha competenze ed energie ma solo perché è famoso e lo stimo su tutt’altro, e lui decide chi deve rappresentarmi al parlamento. Interessante, magari funziona anche meglio che non l’elezione diretta, ma è una bella differenza.
Caro Claudio Riccio,
non ho mai votato più a sx di PD o similia, ma avrei volentieri votato Tsipras a questo giro: purtroppo però questo circo delle candidature finte che avete messo in piedi mi fa escludere del tutto questa ipotesi.
E faccio bene, direi, se il tuo non renderti conto della gravità della cosa è rappresentativo di quello che pensano i promotori della lista…
Il post è perfetto e, quando mi succede mi sorprendo sempre un po’ ma anche questa volta la penso come D’Alema: “mi dicono sia (Tsipras) un giovanotto anche brillante, ma si è affidato ad un franchising di sfasciacarrozze.”.
Ovviamente l’occhio destro vede i finti candidati degli altri partiti mentre il sinistro non vede che buona parte delle capolista del Pd sono state elette un anno fa per fare il deputato della repubblica italiana per cinque anni e ora si candidano per farlo in europa.
Ma un articolo sul Post sul confronto tra i candidati di ieri su Euronews?
Anch’io come jamesnach ho pensato di dare il voto alla lista tsipras ma poi ho desistito non (solo) per i finti candidati, ma pure per quelli veri, uno è Casarini, e non c’è bisogno di aggiungere altro, ma anche gli altri non entusiasmano. Di là della retorica sul percorso partecipato alla fine è un’operazione alla Veltroni, l’album è diverso ma si tratta sempre di una raccolta di figurine. OK sei una combattiva operaia di un’azienda che rischia di chiudere, ok hai fatto parte del movimento delle carriole ma cosa farebbe di te un buon parlamentare europeo? Siete in grado di tradurre in prassi il programma che vi hanno scritto gli intellettuali o siete solo grillini che non scrivono FATE GIRARE!1! e aspettate le indicazioni del vostro Casaleggio? Ci si nasconderà sempre dietro la foglia di fico del greco o si arriverà alla scelta di un leader riconosciuto anche in Italia?
La politica come ogni altra attività umana necessita di attitudine, studio ed esperienza maturata sul campo, il fatto che nessuno dei candidati abbia mai fatto fatto parte di una qualsiasi assemblea elettiva, checché se ne dica, non è affatto un titolo di merito.
L’intellighenzia di sinistra è molto indulgente con se stessa: considera veniali quelli che per i buzzurri sono peccati mortali. E’ machiavellica, lo fà per il bene di tutti noi, anche se noi non siamo in grado di capire; han capito tutto loro.
P.S.: io non ho mai pensato di dare il voto alla lista TSIPRAS, da qualche anno ho capito che i “maestri” non hanno capito nulla delle persone vere, quelle in carne ed ossa, quelle che escono di casa ogni mattina a combattere la crisi a mani nude.
Faccio due premesse, che io ritengo corrispondenti ai fatti. Ovviamente, se non lo sono, tutto quello che segue è da intendersi invalidato.
1) alle elezioni europee ci sono le preferenze
2) se un eletto si dimette, o rifiuta di entrare in carica, il posto viene lasciato al primo per preferenze all’interno dello stesso partito dopo di lui. Insomma, è sempre la acelta sovrana dell’elettorato che decide chi è il primo escluso (e quindi il futuro primo ripescato) di un partito, e non il rinunciatario che si sceglie il successore.
Se le premesse corrispondono a realtà e i candidati di qualsivoglia partito dichiarano PUBBLICAMENTE PRIMA del voto che non faranno gli europarlamentari se eletti, chi o cosa impedisce al signor Luca Sofri di scegliere LIBERAMENTE di non dare la preferenza a questi candidati, ma , sempre all’interno della lista del partito che preferisce, a un altro candidato che non si ritirerà dopo il voto?
Insomma, il signor Luca Sofri se vota il partito X, è costretto a mandare all’Europarlamento lo sconosciuto scelto dai candidati famosi, come accade con le liste bloccate delle elezioni politiche, o può contribuire con la sua prefereza a un candidato diverso da quelli famosi a far fallire il loro giochino? Se può farlo, e come ribadisco, se le regole sono quelle indicate all’inizio, può farlo, DOV’E’ IL PROBLEMA?
“il fatto che nessuno dei candidati abbia mai fatto fatto parte di una qualsiasi assemblea elettiva, checché se ne dica, non è affatto un titolo di merito.”
visto che da 6 anni di partiti di sinistra in parlamento non ce ne sono, sarà difficile trovare molti candidati in partiti extraparlamentari con grandi esperienze di assemblee elettive.
Data la pretestuosità della critica, sono abbastanza sicuro che lei, se ci fossero stati candidati esperti, se ne sarebbe uscito con qualcosa tipo “hanno perso due elezioni di fila e ancora questi trombati hanno il coraggio di chiedere il voto”?
rodo, basta con questa retorica populista, “la ggente che lavora capisce la realtà, i maestrini con la penna rossa sono fuori dal mondo”. Ti dò una brutta notizia, affrontare a mani nude la crisi non vuol dire capire la realtà. Altrimenti non voterebbero in massa gli stessi partiti che alla crisi ci hanno portato, o un demagogo ancora peggiore, per bassezza di argomenti, a chi l’ha preceduto.
Ecco, appunto: come dice amaryllide,
1. ci sono le preferenze;
2. non è il candidato eletto ritirando a decidere chi lo sostituisce (se così fosse allora sì che ne vedremmo davvero delle belle, e le migliori non le offrirebbe certo la Lista Tsipras).
Per come la vedo io, è questione di offrire a un progetto tutto ciò che si può: le competenze, le energie, il proprio nome e peso nel dibattito – e questo post è la dimostrazione che se certi nomi non fossero comparsi nelle liste, della Lista Tsipras si sarebbe parlato ancora meno. Le liste degli altri schieramenti sono state spulciate con pari attenzione? Abbiamo già esaminato tutti i nomi improponibili, cambiabandiera dell’ultim’ora, i capilista imposti dall’alto, quelli che entreranno automaticamente perché capilista in tutti i collegi, eccetera eccetera? Dobbiamo metterci a spulciare le carriere degli europarlamentari per vedere quanti hanno rispettato ciò che avevano promesso in campagna elettorale, e quanti sono rimasti nello schieramento a cui avevano aderito? Dobbiamo citare la (mooolto lunga) lista dei candidati eletti e poi ritiratisi dal Parlamento europeo? Parliamo di nuovo di D’Alema, che dite?
A mia memoria, mi pare che siano molto pochi i candidati che annunciando la candidatura hanno anche preventivamente dichiarato la rinuncia in caso d’elezione. Mi pare che qui stiamo giocando a prenderci in giro.
Ma parliamo di programmi. Non mi risulta che il programma degli altri candidati alla presidenza del Parlamento Europeo sia stato scritto dai partiti italiani; così, anche il programma della Lista Tsipras è prima di tutto *il programma di Alexis Tsipras*, i cui dieci punti fondamentali sono stati raccolti e declinati in base alla situazione italiana in Europa, con un percorso propositivo e partecipato, e non certo nelle oscure stanze di presunte eminenze grigie della Lista. Ne sono venuti fuori punti estremamente chiari e coerenti, a differenza delle posizioni, che so, di Pd o Forza Italia, che dopo aver variamente contribuito all’applicazione delle politiche d’austerity, ora di colpo negano di aver mai fatto alcunché o protestano di esser stati costretti. Dove sono finiti l’ansia da spread e il celeberrimo ritornello dei sacrifici da fare perché “ce lo chiede l’Europa”? Niente, ce li saremo inventati.
Se questa è la professionalità politica che s’impara negli organi istituzionali, marquinho2, non sono molto convinta che sia ciò che ci serve per migliorare la situazione del nostro paese in Europa. Che poi, a questo punto, mi stai dicendo che la professionalità politica maturata da, per esempio, Iva Zanicchi, è indubbiamente migliore di quella, che potrebbe avere, che so, Riccardo Petrella, presidente dell’Istituto Europeo di Ricerca sulla Politica dell’Acqua a Bruxelles. O l’attitudine, lo studio e l’esperienza sul campo valgono solo quando vogliamo noi e per chi vogliamo noi?
Forse – la butto lì – il fatto di non aver mai avuto incarichi politici istituzionali di rilevanza nazionale non implica necessariamente l’essere degli sprovveduti senza alcuna esperienza di politica ed economia. Mi tocca fare una terribile quanto destabilizzante rivelazione: là fuori, perfino al di fuori dai partiti, c’è gente che legge, studia, s’informa! Non i grillini che “fanno girare”, ma perfino economisti, storici, ricercatori universitari!
Ma forse queste figure sono buone da chiamare in causa solo per gli articoli sulla fuga di cervelli all’estero.
“né pentere e volere insieme puossi
per la contraddizion che nol consente”
Comunque probabilmente nessuno di questi, e nessuno dell’Altra Europa, si ritroverà nella posizione di poter accettare o rifiutare. E la cosa mi dà una certa gioia.
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Caro Luca,
vedo che hai aggiunto il tuo blog alla lista dei media (giornali, radio e televisioni) che parlano della lista L’altra Europa con Tsipras solo per criticarla, mentre ne dimenticano l’esistenza – oppure, in molti casi, la nascondono volutamente – persino quando dimostra di saper raggiungere risultati che nessuna altra lista e nessun altro partito hanno mai saputo o dovuto raggiungere nel corso degli ultimi decenni: come, ma non solo, la raccolta delle firme di cui si era parlato quando veniva data per persa, per poi tacere quando è andata a buon fine. Un pessimo servizio all’informazione e alla democrazia.
Chi si presenta come capolista con L’altra Europa con Tsipras, ad eccezione di Paola Morandin, lo fa, come ha detto e ripetuto in tutti i modi Barbara Spinelli, per cercare di rendere “visibili” quelli che tutti gli altri media sono riusciti finora a rendere o a mantenere invisibili. Se non si fossero presentati come capilista non avrebbero avuto nemmeno quel minimo spazio che gli è stato concesso per far conoscere l’esistenza stessa della nostra lista, come dimostra la sorte toccata agli altri garanti – Luciano Gallino, Marco Revelli, Argiri Panagopulos e il sottoscritto – ignorati da tutti i media non meno di tutti gli altri nostri candidati. Chi vota un capilista di L’altra Europa sa benissimo che non andrà in Parlamento. E quelli che votano la nostra lista lo sanno tutti, perché grazie al silenzio dei media non avremo altri elettori che quelli che saremo riusciti a raggiungere direttamente con i mezzi di informazione di cui disponiamo: al primo posto il passa-parola e il porta a porta di decine di migliaia di cittadine e cittadini che si impegnano in prima persona. Se lo vota lo stesso è perché vuole manifestare con quel voto un apprezzamento e un sostegno alla lista in quanto tale, al suo progetto unitario, apartitico, europeista (per un’Europa democratica, federale, solidale e inclusiva).
Poi, grazie al fatto che la legge elettorale conserva ancora il sistema delle preferenze, che il Porcellum ha negato e l’Italicum (che forse tu sostieni) si appresta a negare di nuovo, può scegliere altri due candidati ed è da questi che si aspetta il sostegno delle ragioni per cui ha votato loro piuttosto di altri. Sapendo però – e lo dico in risposta a tutti coloro che sostengono che senza precedenti esperienze amministrative non si può diventare dei buoni parlamentari – che i futuri parlamentari della lista L’altra Europa con Tsipras saranno assistiti nel loro lavoro dalle competenze dei comitati, delle associazioni, degli esperti e degli intellettuali che hanno aderito al nostro progetto in numero superiore a quello di qualsiasi altra lista; e anche di chi ha aderito e sostiene la nostra lista avendo alle spalle, per la sua appartenenza a un partito o a qualche lista di cittadinanza, una buona esperienza amministrativa. Un pool di supporto che molti parlamentari di altre liste, spesso assenteisti, o realmente incompetenti, o “in trasferta” europea per lasciar libero il proprio precedente posto a qualcun altro, potrà vantare.
Per il resto, amici come prima, Guido Viale
Pingback: Le liste finte di Luca Sofri -Il Post | penelopedrinkscoffee
peggio, luca, peggio: come dice guido viale sono candidati “testimonial”
in buona fede e con le migliori intenzioni
ma se lo avesse fatto berlusconi
avrebbero inveito contro il marketing berlusconiano che svilisce il rapporto di fiducia personale e politico tra elettori ed eletti
se po lo avesse fatto il PD avrebbero icasticamente detto che renzi è berlusconi
Pingback: La risposta di Barbara Spinelli a Luca Sofri sulle “finte candidature”della lista Tsipras | Gad Lerner
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