Il lato oscuro della Forza contro Renzi

Nel sonoro ribollire di mugugni contro Matteo Renzi che sentite provenire da una categoria antropologico-giornalistica estesa ma individuabile – qualche esempio: la rubrica fissa antirenziana di Eugenio Scalfari la domenica, il drastico editoriale di Lucia Annunziata, il severo fastidio mostrato da mesi dalla direzione del Corriere della Sera ed esplicitato oggi da un editoriale del direttore – ci sono molte considerazioni fondate. Non sto infatti parlando di tutto quel diverso sottobosco editoriale di professionisti dell’anticasta, direbbe Sciascia, la cui demagogia tiene in piedi bilanci di giornali o altro, e che soddisfano la domanda di antirenzismo un giorno sì e uno no con fragili slogan da stadio o calembour dell’asilo.
Parlo di autori seri e persone intelligenti ed esperte, alla cui sincerità di motivazioni e analisi credo abbastanza, almeno per quanto sinceri riusciamo a essere tutti noi. E che sono capaci, appunto, di individuare diversi limiti in quello che è stato finora il governo Renzi: alcune cose che scrive Annunziata sono vere, come anche alcune perplessità di Scalfari, ed è esatta e condivisa da molti l’analisi di De Bortoli sull’indisponibilità di Renzi a costruire un progetto politico e una “squadra” che possano esistere senza di lui, e quindi funzionare davvero.

Ma ciò che toglie molto senso a queste letture – e ne rivela un altro – è che si accompagnano a salti logici e forzature cospicue (Scalfari che indica come elemento “a carico” di Renzi che sia costretto a fare delle riforme; De Bortoli che non si trattiene da battute sulle camicie o sui toscani); e a riferimenti a un’idea di Italia, di politica – e forse di mondo – che non esistono più; e infine a una palese insofferenza personale. Cose che rivelano un intrattenibile messaggio di queste opinioni (una sorta di sottotitolazione) che è: “il potere che conosco e con cui andavo a pranzo non esiste più: ne è arrivato un altro che non si sa ancora se sia meglio o peggio, ma quello che è chiaro è che non ci vado più a pranzo, parla altre lingue, e ne sto perdendo la comprensione e la familiarità”.

Come dicevo, la trasparenza di queste motivazioni non rende meno fondate alcune delle critiche espresse: contano infatti le cose che si dicono, non chi le dice o perché le dice. E a quelle critiche, da fuori, si può aggiungere il modo in cui Renzi affronta questo conflitto cultural-anagrafico: mi pare che sia di trovarsi altri interlocutori, più disponibili e con meno da perdere, dentro gli stessi sistemi, e fare poco per stimolare davvero nuovi canoni di informazione politica, a parte qualche tweet di formalità. Ma i sentimenti che trapelano, e i mondi che rivelano, invece di rafforzarle, indeboliscono quelle critiche, prevalendo agli occhi dei lettori l’irritazione rispetto agli argomenti (con misure diverse, negli esempi che ho fatto), o almeno la sensazione che si voglia misurare la capienza di uno hard disk con la bilancia: e che a proporlo siano i venditori di bilance.

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22 commenti su “Il lato oscuro della Forza contro Renzi

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  2. metiu

    E’ vero direttore! Quando ho letto i loro editoriali ho finito per perdere un po’ di fiducia nell’operato di Renzi perche’ sono comunque fonti autorevoli ma d’ora in poi valutero’ quello che scrivono tenendo conto che, come lei suggerisce, sono dei gufi invidiosi e risentiti perche’ Renzi va a pranzo con qualcun’altro e non con loro. Ricordiamoci sempre che l’amore vince sempre sull’invidia e sull’odio.

  3. fp57

    Forse sarebbe ora di mettere da parte le analisi sulla personalità del premier, sul suo modo di comunicare, su simpatie e antipatie, insomma analisi collegate all’aspetto personalistico, che offrono al lettore un quadretto un pò leggiadro dell’informazione.
    Da un’informazione seria attendo bilanci, del governo renzi, basati sui fatti; riforme attuate, risultati conseguiti in politica interna, in economia e ruolo dell’Italia sia in Europa che nelle relazioni internazionali.

  4. pifo

    Trovo normale e scontata una reazione di “insofferenza personale” nei confronti di qualcuno che ha fortemente “personalizzato” la sua presenza politica.
    La personalita’ di Renzi e la veicolazione del suo carisma sono attributi sostanziali della sua proposta e della sua azione politica.
    Criticare politicamente Renzi significa anche portare una critica alle manifestazioni forti, peculiari, distintive della personalita’ che Renzi utilizza per fare politica.
    Sul fatto che le critiche politiche risultino indebolite dalle presunte critiche personali ci andrei piano perche’ e’ una inferenza tutta da dimostrare.

  5. Qfwfq71

    Non scordiamoci che criticare il potere ha sempre pagato molto in termini di vendite dei giornali.
    Se le critiche sono basate su aspetti di colore piuttosto che di sostanza è ancora meglio, perchè non implica l’assunzione di responsabilità sulle proprie idee

  6. Lazarus

    Da un commentatore politico mi aspetterei invece di queste fumose teorie una contestazione argomentata delle parole di De Bortoli che invece qui non vedo affatto. Forse perchè De Bortoli ha argomenti molto validi, forse perchè l’unico scopo è quello di denigrare chiunque contesti l’uomo solo al comando o forse perchè è più suggestivo parlare del lato oscuro della Forza. E qui Renzi mi pare ha già fatto scuola.

    Se adesso che hai commentato leggi il post vedi che le parole di De Bortoli non sono “contestate”, quindi è difficile argomentare una contestazione. Ciao.

  7. ualatze

    come dice pifo, e per altro anche Polito. Alla mancanza di consistenza politica succede la rottamazione di quanto rimanga: comunicazione e persona.

  8. Linux

    ” contano infatti le cose che si dicono, non chi le dice o perché le dice.”

    ” Non sto infatti parlando di tutto quel diverso sottobosco editoriale di professionisti dell’anticasta, direbbe Sciascia, la cui demagogia tiene in piedi bilanci di giornali o altro, e che soddisfano la domanda di antirenzismo un giorno sì e uno no con fragili slogan da stadio o calembour dell’asilo.
    Parlo di autori seri e persone intelligenti ed esperte, alla cui sincerità di motivazioni e analisi credo abbastanza, almeno per quanto sinceri riusciamo a essere tutti noi”

    ???

    Inotre siamo passati dagli Eruditi teorici Novencenteschi ai Gufi ai Venditori di bilance.
    Chi sa se l’idieologia renzista riuscirà mai ad accettare delle critiche senza sminuire i critici “con fragili slogan da stadio o calembour dell’asilo.”
    Ciao.

  9. Pamar

    So che Dagospia non gode di grande credito da queste parti, ma segnalo ugualmente una diversa lettura dell’editoriale del CdS “contro” Renzi: http://www.dagospia.com/rubrica-3/politica/quando-dall-altra-parte-dell-oceano-pittibimbo-si-sveglier-85111.htm

    (btw sull’articolo del Post che parla sempre di Renzi strigliato dal CdS ho scritto un commento di una riga riassumento il contenuto del link precedente e accreditandolo alla fonte e a quanto pare non ha passato la moderazione… il problema era che Dagospia non si può nominare?)

  10. wiz.loz

    @pifo In casi come il tuo l’inferenza delle critiche personali è talmente palese da indebolire ed anzi ribaltare ogni critica di merito. Anche se ho dubbi su Renzi, ogniqualvolta leggo una tua critica, questi dubbi si indeboliscono.

  11. fafner

    Il problema non è se Ferruccio va a pranzo con il potere: piuttosto che il nuovo potere è esperto di pranzi quanto il vecchio. D’altra parte Renzi ha nominato il suo avvocato in Enel come un Alfano qualsiasi ha fatto col suo in Eni.

    La questione degli amici suoi di Toscana non suonava affatto come una battuta (e tacerei degli altrui calembour, dopo che il ministro per le Riforme parla delle sue forme: chissà chi gliel’ha suggerito?). Renzi è in perfetta continuità con i metodi di potere e consenso che in Italia hanno imperato dall’Unificazione (con l’eccezione del presidente Nitti): divisione selvaggia delle spoglie tra amici e clienti, insofferenza per i controlli di legalità, rifiuto di ogni pedagogia, tanto tanto soapboxing, pensiero magico e spiegazione degli insuccessi con i capri espiatori (che adesso portano le penne). Il politico davvero popolare abolisce l’Ici, rimborsa l’Imu cash, dà gli 80 euro a chi NON è povero, annuncia assunzioni di precari nella scuola e poi polemizza con chi garantirebbe solo i garantiti. A riprova che la demagogia, più che un’astuzia del capo, è un vizio del popolo.

    L’articolo di Sofri, che non può liquidare le critiche come ossessioni da Fatto Quotidiano, è perfettamente in linea con il sistema: se un bambino tra la folla gridasse che l’imperatore è nudo, questo non si vergognerebbe più. Insinuerebbe che il bambino, così giovane, ha magari due pensioni da nascondere. Parliamone un po’, di questo bambino, anziché delle pendule vergogne dell’imperatore, che vedono tutti.

  12. tanogasparazzo

    I fondi dei direttori di grandi giornali, ( per giunta in crisi di vendite) hanno un merito, che per la prima volta, parlano male di Renzi, scimmiottando il detto l’importante che se ne parli, bene, oppure male. Ora dire che i direttori sono rimasti tagliati fuori dalle vecchie abitudine, degl’inviti ai pranzi, è l’unica vera notizia. Sono vecchi mestierante che stanno annusando, visto che hanno perso le portate, ovvero i bocconi di notizie, sono loro malgrado, costretti ad inseguire le vere notizie, ed finalmente scrivere, cose sensate, che la gente vorrebbe sapere quale patto c’è dietro il nuovo partito chiamato del Nazareno. acronimo PDN

  13. paolo

    Io ho letto De Bortoli, e lo cose che dice, a parte la questione personale (subito dichiarata, e alla quale è quindi semplice fare la tara) sono in gran parte condivisibili. Perché le dica francamente non mi interessa. Fa parte degli esercizi di dietrologia , del tutto inutili ed anni dannosi, perchè hanno abituato il nostro dibattito pubblico a guardare molto spesso (non sempre, ma molto, molto spesso), il dito anziché la luna. A me interessa, e purtroppo è tutto vero, che questa non è una squadra di governo, è l’ennesimo uomo solo al comando, che tende (e tenderà) a fare di ogni elezione un referendum su sè stesso e non su una politica. E’ vero che l’impressione forte è che tenda a circondarsi di mediocri e di yesman. Nel PD questo gli riesce onestamente più difficile che non in Forza Italia o PDL o come si vuole chiamare, ma la tentazione è quella. Il che non è nè saggio per lui nè vantaggioso per il Paese che guida. Tutto questo pone un problema politico, e non personale. Lo si può dire senza tirar fuori la solita lagna dei poteri forti e le (legittime) antipatie personali, che inevitabilmente conducono a parlar d’altro, porcaccia la Eva?

  14. peogbert

    Concordo in large parte così’ come sulla fondatezza di alcune critiche mosse a Renzi. Riguardo al virgolettato in cui cerchi di interpretare come si sentono “il potere che conosco…” credo che ci sia irritazione non solo perché’ “non ci vado più’ a pranzo” ma perché’ “[il nuovo potere] non e’ interessato a venire a pranzo con me”. La paura dell’irrilevanza serpeggia tra i soloni della politica e dei salotti. Renzi non e’ andato a Cernobbio (una non notizia) e loro tutti giu’ a parlarne… Aggiungo che il tuo pezzo ha il merito di cercare di cogliere un elemento comune in queste critiche, ma poi le differenze e le sfumature sono importanti. In ogni caso se formulassero critiche meno palesemente inquinate da questi sentimenti sarebbero più credibili (Scalfari probabilmente no neanche in questo caso).

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  16. splarz

    Traduco: Travaglio mi sta sui cabasisi (già lo sapete ma è bene ribadirlo), altri dicono cose ragionevoli e francamente non so smontarle, ma noto un’insofferenza nei confronti di Renzi che mi sta proprio antipatica, dunque questi tizi hanno torto e sono vecchi.

    Non fosse già un ragionamento piuttosto fantasioso, ci si butta in improbabili dietrologie sul perchè ci siano queste critiche e questa insofferenza e la spiegazione, udite udite, è che questi tizi “non ci vanno più a pranzo” col potere renziano – alla faccia di tutti i pipponi sulla malafede.

    Uno dei peggiori pezzi mai letti qui dentro, complimenti.

  17. Lazarus

    Caro tenutario del blog mi dispiace doverlo dire ma ti confondi, prima di fare commenti io gli articoli li leggo. Sempre. Ciao

  18. rinko

    Non mi pare un post molto illuminato, con tutto rispetto parlando.
    Senza ripetere le obiezioni di chi mi ha preceduto, bisogna pur dire che stupisce un po’ il fatto che degli editoriali qui citati, più o meno critici verso i primi mesi del governo Renzi, si senta l’esigenza di sottolineare non le principali accuse, osservazioni, riscontri o debolezze, bensì i presunti motivi che li avrebbero ispirati. Non è questa una forma di dietrologia? Una declinazione, seppur sfumata, del complottismo?
    Indubbiamente dietro le prese di distanze da un partito o un personaggio possono celarsi interessi personali o di categoria, verissimo, ma se parliamo di cose che possono succedere allora anche dietro il sostegno ad un partito o persona possono celarsi interessi analoghi: che senso ha dare tanta rilevanza a questa tutto sommato banale osservazione?
    Se dobbiamo accettare il fatto che non importa tanto cosa si dice, ma perché lo si dice, beh, allora ognuno si tenga stretto il suo bel campanile, che poi sono tutti abbastanza riconoscibili e quello di Sofri non fa eccezione.

  19. spago

    @Lazarus

    “Come dicevo, la trasparenza di queste motivazioni non rende meno fondate alcune delle critiche espresse”
    le trova fondate!

    “E a quelle critiche, da fuori, si può aggiungere il modo in cui Renzi affronta questo conflitto cultural-anagrafico” le condivide e aggiunge altre critiche!

    “Ma i sentimenti che trapelano, e i mondi che rivelano, invece di rafforzarle, indeboliscono quelle critiche, prevalendo agli occhi dei lettori l’irritazione rispetto agli argomenti” critica come negativo il fatto che il modo in cui sono presentate le indebolisce, segno che ci terrebbe a vederle presentate in tutta la loro forza!

    Da un commentatore politico che condivide in buona parte le critiche di De Bortoli non puoi aspettarti una contestazione argomentata delle critiche di De Bortoli: la logica non lo consente. Quindi non solo leggi male i post, ma neppure cogli le risposte che il tenutario del blog si degna di darti.

    Non mi frega nulla di Sofri intendiamoci, trovo pure abbastanza inutile questo articolo che ha scritto, ma mi ha colpito la tua coppia di interventi.. se uno sta lì a leggere e commentare potrebbe cercare di essere più ricettivo.

  20. odus

    “Nel sonoro ribollire di mugugni contro Matteo Renzi che sentite provenire da una categoria antropologico-giornalistica estesa ma individuabile”
    E siamo alla berlusconiana categoria dell'”antropologismo” da Berlusconi attribuita ai magistrati e perciò criticatissimo, e da L.S. ora attribuita ai giornalisti individuabili, lacchè dei primi.
    “Come dicevo, la trasparenza di queste motivazioni non rende meno fondate alcune delle critiche espresse: ”
    “Ma i sentimenti che trapelano, e i mondi che rivelano, invece di rafforzarle, indeboliscono quelle critiche, ”
    Non ho capito se la trasparenza di quelle motivazione non le rendono meno fondate o se i sentimenti che trapelano indeboliscono quelle critiche.
    In altre parole: quelle critiche sono più fondate (non sono meno, due negazioni affermano) o sono più indebolite?
    Un grande giornalista ed analista quale è L.S. dovrebbe essere più chiaro. O, se preferisce, trasparente.
    Oltretutto giornalista di nuova generazione, come ben spiegato nell’altra frase chiave dell’articolo: “si può aggiungere il modo in cui Renzi affronta questo conflitto cultural-anagrafico: mi pare che sia di trovarsi altri interlocutori, più disponibili e con meno da perdere, dentro gli stessi sistemi, …..”

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