Ci sono due modi per capire le conseguenze di una scelta da fare: uno è immaginarsele, nelle proprie teste, seguendo le proprie sensazioni personali, chiusi nei propri ragionamenti, nelle proprie paure, nelle proprie speranze, e in un’idea del futuro basata sul passato che abbiamo vissuto.
Cosa ci succederà se imponiamo il divieto di fumo nei locali pubblici? E se legalizziamo il divorzio? E se rendiamo obbligatorie le cinture alla guida? Prepotenze, vite derelitte, seccature intollerabili, famiglie rovinate, prospettive impensabili, fine del mondo, a ragionare in questo modo.
Un altro modo – si chiama anche “metodo sperimentale” – è guardare i fatti e vedere quali sono state le conseguenze nelle situazioni in cui queste scelte sono state già fatte. È il vantaggio di non essere i primi a dover sperimentare una cosa. Immaginate di vivere in un paese in cui non c’è il divorzio, non c’è il divieto di fumo nei locali pubblici, le cinture non sono obbligatorie: e che qualcuno dica – mentre altri vedono il cambiamento come spaventoso figurandosene nefaste conseguenze – “chissà se sono scelte giuste, proviamo a chiedere agli italiani com’è andata”.
E com’è andata, come gli risponderemmo? Non c’è bisogno di dirlo: non torneremmo indietro su nessuna di quelle scelte, tanto si sono dimostrate buone e prive di ricadute negative notevoli.
E allora proviamo ad applicare questo approccio anche a una scelta sulle “stepchild adoption”, sulle unioni civili, o persino sui matrimoni tra persone dello stesso sesso. Ci sono paesi in cui queste cose sono già consuete e legali da tempi più o meno lunghi. Com’è andata? Quali catastrofi sono avvenute? Quali risultati hanno spinto a riconsiderare quelle scelte? Quali conseguenze negative previste o impreviste si sono manifestate?
Non rispondo, non mi interessa la risposta: mi interessa che ognuno se la dia.
Poi, per carità: liberissimi invece di immaginarcele – le conseguenze – solo nelle nostre teste, seguendo le nostre sensazioni personali, chiusi nei nostri ragionamenti, nelle nostre paure, nelle nostre speranze, e in un’idea del futuro basata sul passato che abbiamo vissuto.
Il metodo sperimentale, anche quello, ha sempre avuto i suoi critici, nella storia.
Giusto, conosco uno che si è schiantato con la macchina ma è sopravvissuto, domani provo anch’io l’autostrada contromano. In alcuni posti lo schiavismo funziona benissimo, non vedo perché dovrebbero abolirlo. Propongo di sperimentare la legalizzazione del cannibalismo. È il metodo sperimentale, baby, è la scienza che ce lo chiede.
Il ragionamento filerebbe se gli italiani non avessero questa convinzione di essere così speciali e diversi da tutti gli altri, così che quello che funziona altrove da noi condurrebbe a catastrofi, pestilenze e carestie.
Si, l’esempio del fumo mi sembra particolarmente azzeccato, tante furono le perplessità che lo precedettero e le successive ammissioni anche di fumatori che ora è molto meglio.
In effett, sig. Orlini, la similitudine tra chi persegue con convinzione lo schiavismo e chi persevera nel voler negare ormai (altri e per fortuna diversi) basilari diritti alla vita ed alla felicità altrui mi sembra anche particolarmente suggestiva e corretta.
Dalla suo sarcasmo traspare il fatto che è soddisfatto di non essere uno schiavo, le auguro di poter “sperimentare” anche una vita in una società dove il diritto ad innamorarsi non viene discriminato.
l’approccio pragmatico presuppone l’analisi dei risultati che a sua volta richiede metodo e conoscenza.
Da pragmatico quando leggo che lo studio più esteso sugli effetti delle adozioni gay si fonda su un campione di poco più 500 coppie analizzate con questionari di autovalutazione e senza gruppo di controllo faccio fatica a trarre conclusione basate sul pragmatismo.
L’unico approccio pragmatico che posso avere è pensando a quante coppie del cavolo mettono al mondo figli e quanti adolescenti lasciati allo sbando ci sono in giro per cui non saranno altri disadattati che ipoteticamente potrebbero eventualmente risultare da coppie eterodosse che cambierebbero di molto il mondo ma dire che pragmaticamente e oggetivamente a pari condizioni culturali, personali e ambientali crescere in una coppia gay sia uguale a crescere in una coppia “classica” non mi pare stia in piedi.
brini: quello che non va, secondo me, nel tuo commento è che tu rispondi a una cosa che luca non ha detto, che anzi ha specificato non interessargli.
tu rispondi a una frase inesistente
“è andata bene, facciamolo anche noi”
non so che tipo di errore logico sia ma c’è.
se t’interessa l’argomento lo trovi in questo link:
http://www.ilpost.it/2014/01/03/lista-fallacie-logiche/
una delle funzioni del metodo sperimentale è proprio quello di fermare le persone che partecipano alle decisioni senza essere davvero interessate, per il gusto di vietare agli altri o anche solo per amor di discussione
quanto a me non ho mai digerito il divieto di fumare, ora perfino nei parchi, si potrà fumare solo più in mezzo alla strada , immagino, sulla striscia bianca, e il mio bar è costretto a tenere il dehor d’inverno quasi solo per me…
quindi non smetterò mai di cercare di ribaltare questa assurda decisione che solo a me continua a dare fastidio. solo che adesso mi si può, finalmente, tranquillamente, ignorare
Non si può parlare di metodo sperimentale a chi ragiona in termini di verità e morale.
Se fosse possibile oggi non staremmo discutendo di stepchild adoption.
@birlini
si ci sono posti dove c’è lo schiavismo e il cannibalismo sono acettati.
Ok mettiamo sul piatto quali sono questi posti, come si vive da quelle parti, che livello di civiltà vi si trova, ecc.
Sull’altro piatto mettiamo i posti dove i diritti civili sono ampi e rispettati.
E comunque il tema era diverso, nessuno sta proponendo di legalizzare il cannibalismo, quando ci sarà qualche folle che lo pretenderà in nome di una esistenza migliore per tutti, e nel caso che ci sia un’ampia fetta di popolazione disposta a dargli retta, andremo a vedere come se la passano quei paesi dove il cannibalismo è adottato su vasta scala.
Me la lascia fare una micro provocazione?
Il metodo che lei suggerisce, spinge verso perigliosi crinali. Se non baratri orrendi.
Applicato ad altri temi etici, disegnerebbe il mondo dei miei sogni. Un mondo, credo, lontano dal desiderio dei più.
Immagini, infatti, se un criterio di valutazione sperimentale si applicasse al concetto di esistenza stessa delle religioni.
Ah. Finalmente.
Un pianeta consapevolmente ateo.
(Il motivo per cui la mia provocazione è”ineluttabilmente destinata a restare tale, è lo stesso che genera le Sentinelle in Piedi).
Ragionamento giusto ma inapplicabile nell’Italia di oggi, dove la maggioranza è d’accordo con chi paragona la stepchild adoption con il cannibalismo, la schiavitù e l’andare contromano in autostrada. Ossignur…
per birlini:
anche io conosco uno che è sopravvissuto ad un incidente e altri 10.000 che ne sono usciti con i piedi in avanti
ergo: non andare contromano hai solo una possibilità su 10.000 di cavartela
lo schiavismo funziona benissimo per gli schiavisti, basta avere abbastanza schiavi, notoriamente fancazzisti
ma la produttività generale ne risente
ergo: meglio dei salariati
il cannibalismo è stato ampiamente sperimentato in carenza di altre fonti proteiche, da noi abbondano i wurstel
ergo: costa meno continuare con i wurstel
la scienza non ci chiede nulla
ma avere un metodo di scelta basato sui fatti è meglio che scegliere sulle opinioni del sig. birlini
Premesso che il “metodo sperimentale” creato da galileo serve a distinguere ciò che è scienza da ciò che è opinione, direi che usare il “metodo sperimentale” in discussione basate su opinioni è proprio uno “straw men argument”.
Anche perchè, il metodo sperimentale sembra valere solo per ciò su cui si è favorevole: visto che ho appena letto l’articolo sul saluto romano, quanti dei favorevoli al qui citato metodo sperimentale sarebbero favorevoli all’abolizione delle leggi Scelba, visto che in tanti paesi queste leggi non esistono e sono democrazie molto evolute?