La grande tradizione del 25 aprile

Se dovessi spiegare a un bambino cos’è il 25 aprile e costringermi a non mentire a un bambino, gli direi che è una giornata che i media dedicano ai pochi fessi che dicono scemenze contro la Resistenza, perché altrimenti non se li filerebbe nessuno e l’anniversario di un evento così grande e importante come la Liberazione dai nazifascisti li metterebbe troppo in ombra. In quella giornata, gli direi, e nelle seguenti, giornali e telegiornali e siti offrono diverse pagine di spazio ad alcuni poveri ignoranti che o difendono il fascismo, o attaccano gli ebrei o i partigiani, o attaccano briga, con varie iniziative la cui promozione da parte dei media è un impegno che costituisce oggi la vera natura e attualità del 25 aprile: aiutare queste persone tristi.
Grazie a questa tradizione – una sorta di campagna sociale – tutti gli italiani possono quindi ogni anno convincersi non che in tutta Italia si sia celebrata la Festa della Liberazione, ma che in tutta Italia abbiano litigato e si siano insultati intorno alla Liberazione, collaborando così in maniera decisiva alla realizzazione dei desideri di visibilità di quei poveri ignoranti: i commentatori riscrivono ogni anno gli stessi commenti allarmati, gli stessi richiami all’unità del paese, le stesse analisi sul “25 aprile di tutti”, e noi le leggiamo e ci allarmiamo e scandalizziamo, e poi le si ripongono per l’anno successivo. È una tradizione che offre quindi sia spazio alle minoranze che lavoro a un settore in crisi (e per questo va apprezzato anche l’impegno annuale dei gruppi di fessi), e quindi dobbiamo rallegrarcene e sperare che si mantenga viva e forte nella cultura nazionale anche negli anni a venire. Ma non c’è da preoccuparsi, piccoletto, è un paese dalle tradizioni solide.

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2 commenti su “La grande tradizione del 25 aprile

  1. tanogasparazzo

    Il prossimo 25A festa della Liberazione, sarà fortemente articolato, o, coniugato nel perimetro della riforma, che dopo ottobre mese del referendum, come in passato, il popolo Italiano verrà chiamato ad esprimersi con un SI oppure un NO, alla riforma della Costituzione, nata con la resistenza, fatta da padri nobili, invece questa riforma fatta da figli di padri poco nobili anzi con qualche guaio giudiziario sulle loro spalle. Abolire sfoltire, forse in futuro, bisogna spiegare ai bambini, Se è meglio tenersi Renzi quindi il suo corredo, di riforma del l’uomo solo al comando, con un partito di uomini scelti, naturalmente dal N 1, che come premio si porta in parlamento, una pletora piena di uomini che saranno disposti alle alterazioni del metabolismo democratico. Sempre se tutto questo passerà, di sicuro il prossimo 25A ecco cosa bisogna dire ai bambini forse si è nuovo ucciso la democrazia. se vincessero i SI

  2. Julian B. Nortier

    Sono anni che ormai la ricorrenza della Liberazione si è infiacchita:il punto non è come i media la ricordino ma che le diano ormai una rilevenza puramente nominale,simbolica,in parole povere:perchè devono farlo,un pò come per i risultati Istat,le sentenze della Cassazione.le dichiarazioni spesso vuote di Mattarella. Con la differenza che la Liberazione,essendo raccontata in modo ormai marginale, ha addirittura un appeal minore dei peana dell’IStat o della Cass,perfino delle “esternazioni”(sic) del PdR.Da quando le ideologie sono cadute(e per me è stato un bene) la Resistenza è stata ormai relegata a fatto ovvio e non eccezionale,come (Molly Ringwald docet) un compleanno da ricordare.Per dargli più “pepe”,in linea con la bieca tradizione di spettacolarizzazione delle notizie,si da risalto ai pagliacci di Casa Pound o gentaglia simile.In fondo,l’impressione è che tutto questo avvenga perchè,detto prosaicamente,a parte una minoranza-cioè una parte,forse a suavolta minoritaria,di quelli che un tempo si sarebbero detti-udite udite-“intellettuali”-alla maggior parte dei cittadini la Resistenza(e la Liberazione è ovviamente il suo acme simbolico e storico) non interessa per niente.Gli stessi politici strumentalizzano questa data.Beh,che dire: sono contento di aver ribadito quanto già scrissi,piccolo “usignolo”(cit.):
    https://twitter.com/ilmondoperfetto/status/724552635886477312
    E ora,serenamente,altri 364 giorni di oblio,mediatico e civico…ma potranno sempre dire,tipo “L’anno che verrà”:
    “io mi sto preparando,è questa la novità..”

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