Questa virgola, sono io

È uscito un libro, per Laterza, si chiama Questione di virgole: l’ha scritto Leonardo Luccone, che fa l’agente letterario e il traduttore; e parla di punteggiatura, il libro. Ne riporto solo due risposte brevi ed efficaci alla questione di quali siano le regole sull’uso della punteggiatura, questione tornata di grande attualità da quando i social hanno enfatizzato l’inclinazione di tutti a sentirsi allenatori della Nazionale e direttori della Treccani.

La prima risposta è che il libro sulla punteggiatura è un libro di 236 pagine. Scrivere ben 236 pagine sui diversi casi e modi d’uso della punteggiatura dà già una risposta: non ci sono regole, sull’uso della punteggiatura. Ci sono centinaia di modi di usarla, dettati da ragioni di efficacia, e da contesti e variabili ogni volta unici: e il libro è pieno di esempi e citazioni. Come con ogni cosa della lingua, è la consapevolezza di quello che si dice, di come lo si dice, dell’effetto che fa, l’unica regola che rende buoni scrittori.

La seconda risposta è il passaggio che incollo, che spiega come la punteggiatura abbia diverse funzioni e ciascuna importante: legate sia a un sistema condiviso di significati, sia alla voce e allo stile di chi la usa, sia alla percezione di chi la legge. E che di una sola cosa si può rimproverare un autore, sulla punteggiatura: di non avere ottenuto l’effetto voluto. Voluto da lui.

Perché imparare a usare bene la punteggiatura? Si vive benissimo senza, si vive benissimo senza usare bene il punto e virgola, anzi si sta da dio usando perfino male il solo punto e la sola virgola.
La verità è baricentrica a tre atteggiamenti contrastanti: considerare la punteggiatura qualcosa di così personale da non sentire la necessità di regole (una legittima espressione di sé, quindi non attaccabile, non negoziabile); considerare la punteggiatura null’altro che un elemento decorativo; sentire la necessità di un sistema condiviso di segni ordinatori.

Abbonati al

Dal 2010 gli articoli del Post sono sempre stati gratuiti e accessibili a tutti, e lo resteranno: perché ogni lettore in più è una persona che sa delle cose in più, e migliora il mondo.

E dal 2010 il Post ha fatto molte cose ma vuole farne ancora, e di nuove.
Puoi darci una mano abbonandoti ai servizi tutti per te del Post. Per cominciare: la famosa newsletter quotidiana, il sito senza banner pubblicitari, la libertà di commentare gli articoli.

È un modo per aiutare, è un modo per avere ancora di più dal Post. È un modo per esserci, quando ci si conta.

Abbonamento mensile
8 euro
Abbonamento annuale
80 euro