Informatissimi

Qui c’è un capitolo di Notizie che non lo erano che parlava di come i quotidiani italiani usino con entusiasmo i più screditati tabloid inglesi come fonti di notizie falsificate, esagerate, allarmiste, pettegole, sbilenche o morbose. Ne cito un paio di passaggi.

È tuttora online un articolo apparso nel 2007 sul «Giornale» intitolato: «Via la regina dal passaporto. E la Gran Bretagna si ribella». Si riferisce a una notizia completamente inconsistente data dal quotidiano inglese «Daily Mail» il 10 settembre 2007, secondo la quale «Bruxelles» o «l’Unione Europea» (nessuna fonte più esatta era indicata, e l’articolo era tutto un «si vuole», «potrebbe», e simili) era intenzionata a chiedere al Regno Unito di rimuovere dai propri passaporti la dizione iniziale che riferisce le funzioni del passaporto «a nome della Regina» per sostituirla con un testo riferito alla cittadinanza dell’Unione Europea.
L’eventualità era del tutto implausibile: non solo sono passati otto anni e non è successo (l’articolo dava come data prevista il 2010), ma alla fine di quello stesso articolo il ministro dell’Interno britannico diceva che «non ci sono attualmente progetti» di rinnovare i passaporti.

La diffidenza nei confronti di alcuni di questi tabloid è tale che persino Wikipedia l’anno scorso aveva deciso di comunicare ufficialmente che il Daily Mail non poteva considerarsi fonte affidabile per i propri aggiornamenti. In Italia, invece, il Daily Mail è compulsato con avidità nelle redazioni, in cerca proprio di ciò per cui è trattato con gran cautela dalle redazioni dei giornali seri di mezzo mondo.

E se un tempo i quotidiani italiani trovavano la formula del «Daily Mail» più deprecabile che vincente, negli ultimi anni c’è stata un’inversione di attenzione, e un articolo del «Daily Mail» non è più qualcosa di cui essere diffidenti ma qualcosa che può generare grandissimi volumi di traffico e lettori: quindi la diffidenza viene spesso rimossa, e gli articoli del «Daily Mail» che generano scandalo, curiosità, o indignazione sono spesso raccolti dalle agenzie di stampa e dai quotidiani italiani come se si trattasse di articoli del «New York Times» o del «Wall Street Journal»: senza nessuna verifica e con la stessa fiducia.

Bene, oggi la complicità che avevo descritto tre anni fa non è più solo sostanziata da esempi frequenti ma è confermata da un’ufficiale rivendicazione: il giornale che Wikipedia sceglie di descrivere come “criticised for its unreliability, as well as printing of sensationalist and inaccurate scare stories of science and medical research, and for copyright violations” e che viene smentito praticamente ogni giorno, per il Corriere della Sera è invece da considerarsi “informatissimo”.

p.s. la notizia in questione dei natali separati delle coppie reali è secondaria, ma – guarda un po’ – la mattina che appare sul Corriere l’ha già dovuta smentire lo stesso informatissimo Daily Mail.

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