C’è questa ruota del criceto in cui sembrano obbligati le persone e i pensieri progressisti, in questi tempi strani. Malgrado gli elettori del mondo abbiano dimostrato di voler votare e mandare al potere forze e leader a partire non da capacità e competenze e progetti credibili ma da temi di identità, appartenenza, risentimento, paura, le opposizioni a queste forze e leader continuano a mettere al centro dei loro tentativi di rimonta la mancanza di capacità e competenze e progetti credibili delle forze suddette. E ogni mattina si illudono candidamente che ogni nuova dimostrazione di questa mancanza convinca cospicue quote di elettori a cambiare idea e spostare il loro consenso.
Mi ci metto anch’io, eh: uno vede le figure umilianti che questa “classe dirigente” mette in fila ogni giorno, le sue inadeguatezze, le sue incapacità di ottenere dei risultati, e qualcosa di antico dentro di lui gli dice che ognuno di questi fallimenti è almeno un passo verso la dimostrazione pubblica che non è stata un’ottima idea, votare queste capre. Con tutto il rispetto per le capre eccetera.
Ma è un’ingenuità: le capre erano capre anche prima, palesemente, e a chi le ha votate piacevano capre “ma le nostre capre”.
È cambiato tutto, un concorso di colpe ha trasformato i criteri con cui le persone votano, e gli sconfitti da questo cambiamento continuano a far governare i loro progetti e le loro ricerche di soluzioni sui meccanismi di prima. Poi che questo debba fare aderire gli sconfitti ai meccanismi “di ora” è una conclusione che solo i più fessi nel fronte degli sconfitti hanno ritenuto di raggiungere. Ma magari può servire a farsi venire delle idee – quella cosa di essere “progressisti” – avere presente che non sarà una figuraccia europea a determinare perdite di consenso per i partiti che sono andati al potere con figuracce quotidiane (e non saranno nemmeno “i fatti”: dei fatti non frega niente, a chi ha votato per uno come Di Maio, o per Brexit): pensarlo è come segnare a gioco fermo, direbbe Baricco. E meglio di tutti la disse Trump, “posso andare per strada e sparare a qualcuno, e mi voterebbero lo stesso”.