Prima di rimpiangere Berlusconi

Potrà sembrare fuori scala e fuori tempo massimo la segnalazione delle inadeguatezze di Silvio Berlusconi come politico ed esperto di politica internazionale, e capisco che la mia suoni una deviazione un po’ morbosa del sabato pomeriggio, o un atteggiamento nostalgico verso il kitsch della propria giovinezza, tipo ascoltare le canzoni di Drupi.
Ma seguitemi un attimo, perché io credo che siano sempre utili le conferme dell’approssimazione e della trascuratezza con cui importanti leader politici italiani – questo è stato persino a lungo Presidente del Consiglio – affrontano i temi più rilevanti, di come rifilino ai loro elettori e ascoltatori una quantità quotidiana di balle che raramente ottengono correzioni adeguate, di come staff e strutture che ci si aspetta dedicati a questo non sappiano spiegare a politici di grande responsabilità nemmeno i fondamentali.

Oggi Berlusconi ha tenuto un discorso durante un importante congresso di Forza Italia, tutto dedicato alle elezioni europee e quindi ai temi dell’Unione Europea. A un certo punto, per sottolineare come l’Unione Europea vada ripensata e cambiata (“l’Europa non funziona”), ha citato un caso solo ma per lui definitivo ed emblematico, perché lo conosce bene. Il passaggio è questo.

Ora, il fatto è che la Corte dei Diritti dell’Uomo di Strasburgo non è una “fondamentale istituzione dell’Unione Europea”, semplicemente perché non c’entra niente con l’Unione Europea. La confusione capita spesso, anche tra giornalisti che dovrebbero esserne edotti, ma è piuttosto imbarazzante che capiti a un uomo di esperienza sulla scena politica internazionale, per quanto quell’uomo sia Silvio Berlusconi: e che nessuno intorno a lui abbia impedito che finisse nel suo discorso e ne diventasse un passaggio sostanziale. Ma la confusione è ancora più incredibile dal momento che Berlusconi usa l’esempio – sbagliato – come argomento unico e decisivo delle sue critiche all’Unione Europea, e i suoi ascoltatori in platea o fuori se lo sentono raccontare e se ne convincono (trascuro qui un’indagine sull’obiezione legale nel merito, che mi pare a sua volta approssimativa, diciamo).
Non contento – magari era un lapsus? – Berlusconi ci torna, e conferma: “quella istituzione europea”, “questa Europa va cambiata”.

Non ho visto cenno nelle molte cronache giornalistiche di oggi sull’intervento di Berlusconi di questo errore, o spiegazioni presso i lettori, quindi me ne occupo io sbrigativamente qui per essermi imbattuto casualmente nella diretta su Facebook. Durante la quale, tra l’altro, mi ha colpito un’altra cosa che Berlusconi è andato raccontando, e di cui – nella mia limitata conoscenza delle vicende politiche turche – non ho nessuna memoria: ovvero che ci sia stato un referendum in Turchia che abbia avallato l’ingresso del paese nell’Unione Europea. Berlusconi ha detto anche quello.

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