Vituperio delle genti

Nella sua rubrica di oggi Michele Serra segnala la buffa contraddizione tra gli ottimi risultati di spesa pubblica attribuiti da una ricerca alla città di Pisa, e la scelta degli elettori di Pisa di rimpiazzare con un’altra maggioranza i responsabili di quegli ottimi risultati: Serra usa la contraddizione non per criticare gli elettori pisani (lo faccio io, limitandomi a linkare ancora una volta l’immagine di ciò che hanno votato) ma per dire che i numeri, i risultati, l’economia, non sono la sola cosa su cui investire per vincere delle elezioni, e che le spinte emotive, di appartenenza, di risentimento o simpatia, vanno tenute in considerazione.

E questo è un tema centrale, e interessante, e facciamo bene a registrarlo e farci girare la testa intorno. Io qui uso però la citazione di Pisa (arrivata anche in prima pagina sul Fatto per mano di Selvaggia Lucarelli) per una cosa più piccola e concreta che volevo raccontare. A Pisa gli elettori non hanno solo votato a giugno una giunta di scappati di casa, come li chiamiamo oggi, ma avevano lo scorso marzo mandato in parlamento altrettanti improbabili (uno è una specie di mascotte/araldo della giunta stessa, quello che si vede nel video linkato sopra e anche in quello più recente su una disavventura sfortunata ma assai simbolica, e non la sola): quel gran risultato della Lega stava sì nel contesto nazionale, ma aveva le sue peculiarità locali (nel 2013 la Lega a Pisa aveva lo 0,3%). La nuova senatrice leghista, per esempio, aveva vinto col 32% battendo di pochi decimali la candidata del PD Valeria Fedeli, danneggiata palesemente dalla scelta (nazionale) dei fuoriusciti del PD di non appoggiarla e presentare un loro candidato piuttosto forte, l’ex sindaco e deputato locale Fontanelli, che aveva raccolto un 5% di voti.
Non è naturalmente né il primo né l’ultimo caso di divisioni a sinistra che fanno il gioco del terzo che gode (e un terzo particolarmente incredulo della fortuna che gli è capitata), ma la cosa che volevo raccontare è la testimonianza involontaria ed esemplare di un signore che era seduto accanto a me qualche giorno fa in un bar di Pisa, e che ho ascoltato riassumere a un conoscente di passaggio la suddetta situazione: perché il signore, ho capito, era un dirigente pisano del centrodestra, e la sua lettura suona quindi particolarmente terza e obiettiva, e desolante.

Abbiamo una senatrice della Lega che non è neanche capace di parlare, e nessuno qui sa neanche chi sia: io se la incontro per strada non la riconosco! Tutto perché quelli di LeU si sono inventati questa bischerata! Siamo in mano agli scappati di casa perché non hanno voluto vota’ Valeria Fedeli: ora, sarà di sinistra o no, Valeria Fedeli? Che problema avevi a votarla? Hanno dato via cinquanta collegi per scelte di questo genere. La Lega ha amministratori che sanno qualcosa sopra l’Appennino, ma qui non esisteva, e ancora non esiste: sono tutti ex di Storace e Alemanno passati lì: [elenca nomi di nuovi eletti locali]. Quello era con me in Futuro e Libertà!

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