Ridere di sé

Ieri ho visto girare molto questo video, di persone che mostrano di sostenere slogan e opinioni della Lega e di Salvini senza avere la minima idea di cosa significhino, quegli slogan e opinioni. È girato molto e con compiacimento tra i detrattori di Salvini, naturalmente, che forse con ragione si sono potuti raccontare di saperla più lunga dei loro avversari, e hanno riso della loro pretesa dabbenaggine.

Però a me sembra che il video suggerisca conclusioni assai meno confortanti, per chi si pensa progressista, o antisalviniano. Gli elettori poco o niente informati sono sempre esistiti, e quello che il video mostra è che oggi votano Salvini e sostengono quello che lui dice a prescindere: avere il consenso anche di chi non sa di cosa parli e di chi non segue le cose della politica con attenzione è un elemento decisivo dei successi in politica, e ha sempre contato per tutti. Il video racconta che questa cosa oggi la sanno fare i leader come Salvini e Meloni, e non la sanno più fare gli altri. E quando dico gli altri naturalmente penso ai leader degli altri partiti (alcuni dei quali si danno persino scelleratamente di gomito sul proprio fallimento), e soprattutto ai leader del PD: ma non dobbiamo sentirci assolti e compiaciuti noialtri tutti sostenitori di idee progressiste che non siamo capaci di trasmetterle, farle passare, raccontare, nemmeno ai nostri vicini di pianerottolo. Quelle persone non mostrano un limite della destra, ma un suo successo. A sinistra c’è un totale disarmo di idee e progetti, in questi anni: bei tempi quando almeno dirigenze fossili, invecchiate e anacronistiche nei partiti di sinistra si opponevano a progetti di rinnovamento, buoni o cattivi che fossero. Almeno c’erano progetti di rinnovamento, all’interno e all’esterno dei partiti. Adesso nessuno sa che pesci prendere (sì, l’allusione è voluta), nemmeno tra chi dà la colpa al PD, e si finisce a ridere delle persone che una volta si sapevano convincere e ora le convince qualcun altro. Le persone poco informate sono maggioranze, se non si lavora sull’informazione: questo è il primo fallimento – gestibile – di una democrazia e di una cultura progressista. Il secondo è in quel video: del quale Salvini si starà rallegrando, lui con buone ragioni.

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